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TESTO Commento su Pr 8,22-31; Gv 16,12-15

Carla Sprinzeles   Radio Nichelino Comunità

Santissima Trinità (Anno C) (22/05/2016)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Diciamo subito che la festa della Trinità non ha la presunzione di celebrare la realtà di Dio in sé, che noi non conosciamo.
Cosa diciamo dicendo che Dio è Padre, Figlio e Spirito, cosa vogliamo dire?
Vogliamo dire che l'azione di Dio nei nostri confronti, che nella storia alimenta la nostra vita, ci perviene nel tempo. Il Dio in cui noi crediamo è il Dio "che era, che è e che viene". Sono le tre dimensioni del tempo.
Il rapporto con Dio lo viviamo "tenendo fisso lo sguardo su Gesù". E Gesù è nel tempo.
Dio è Padre d'ogni consolazione, fonte del bene, amore gratuito.
Di fronte alla nostra fatica per trovare la felicità, ha dato il Figlio, che ci ha portato la capacità di perdonare, di rendere il bene per il male, la possibilità di diventare figli del Padre.
Con la sua morte ha dimostrato la straordinaria potenza della Vita che è in Dio, quella Vita che lo ha fatto risorgere, senza l'ombra del rimprovero per chi lo ha messo a morte e nemmeno per noi.

PROVERBI 8, 22-31
La prima lettura di oggi è tratta dai Proverbi.
Nel brano di oggi vi è una personificazione della Sapienza che rivela che la sua origine è stata all'inizio della creazione, è stata creata prima che esistesse qualsiasi cosa.
Essa infatti ha avuto parte attiva nell'opera della creazione: è praticamente l'architetto nel piano della creazione di Dio.
Svela il compito che ha presso gli uomini: condurli a Dio.
C'è una sapienza che era con Dio, quando Dio faceva un cerchio sull'abisso.
Possiamo prendere questo gesto architettonico come un simbolo dell'inizio.
C'è una sapienza originaria che abbraccia in sé tutte le creature e che tratteggia quella che chiamo la "grande Chiesa del Padre", che comprende le stelle che vediamo e anche quelle che non vediamo, i mondi che ci sono e che non conosciamo.
Ciascuna creatura ha in sé - lo sappia o non lo sappia, lo voglia o no - questo impulso originario.
Degno di interesse è lo schema per mezzo del quale viene descritta la creazione.
Essa viene rappresentata come un grande gioco, il gioco dell'artista che crea, non per egoismo o per bisogno ma perche vuole comunicare se stesso, realizzare un grande capolavoro.
La creazione viene presentata come una trama di meraviglie.
Si traduce nell'invito a non rovinare il giardino, a non spezzare l'armonia del mondo.
Non è solo il peccato che rovina la meraviglia del mondo, è anche la mancanza di valori umani, la superficialità, la stupidità.
Per trovare la vita ed essere felice, occorre ascoltare, accogliere e amare la sapienza.
L'armonia e l'ordine del mondo possono essere compresi e accolti da ogni uomo, che attraverso tale via, incontra il Signore.
La creazione è una "danza" è una gioia, difatti dice: "mi rallegravo davanti a lui in ogni istante" ossia "danzavo davanti a lui".

GIOVANNI 16, 12-15
Oggi leggiamo il testo di Giovanni al capitolo 16, Gesù sta per lasciare i suoi discepoli ed assicura loro il dono dello Spirito che essendo Spirito di Verità, li condurrà a comprendere ciò che per adesso non sono ancora in grado di capire.
Gesù spiega il profondo significato della sua partenza: è più una trasformazione che un distacco, più una manifestazione che un nascondersi.
Gesù che va, è Gesù che "manda" lo Spirito, da parte del Padre.
Lo Spirito è la perenne manifestazione di Gesù, del Figlio di Dio fatto Figlio dell'uomo per salvare gli uomini.
Lo Spirito è una realtà dinamica che opera in modo invisibile e ci trasforma dall'interno, fortifica, purifica, riscalda, consola; e poi si manifesta all'esterno dandoci il coraggio di agire, in tutte le occasioni.
Lo Spirito non lo si incontra nell'agitazione, nella confusione, nell'angoscia delle realizzazioni del mondo, ma nell'attesa, nel silenzio, nella preghiera, nella disponibilità.
Viene anzitutto affermata la distinzione tra il tempo di Gesù e il tempo successivo della Chiesa: "Ho ancora molte cose da dirvi, ma per ora non siete in grado di portarne il peso."
Da un certo punto di vista il tempo della Chiesa è più ricco del tempo di Gesù.
Subito per tre volte viene affermata la dipendenza: "lo Spirito non parlerà da se stesso", "prenderà del mio e ve lo manifesterà".
Non si deve attendere un'altra rivelazione.
Il tempo centrale della salvezza è il tempo di Gesù.
L'insegnamento dello Spirito è ancora l'insegnamento di Gesù.
Lo Spirito non farà che spiegare e attualizzare l'unico evento della Croce/risurrezione di Gesù.
Lo Spirito ci guiderà dentro la verità e alla sua pienezza.
Non è più una semplice conoscenza imparata, ma una conoscenza interiorizzata, fatta propria.
E' una conoscenza progressiva, un cammino verso la pienezza della verità, che significa cogliere il centro della verità, la sua radice.
La progressività nella verità è qualitativa, non quantitativa: non un progressivo accumulo di conoscenze, ma un progressivo viaggio verso il centro.
Si dice che lo Spirito rivelerà le cose future, le cose che devono accadere.
Non si tratta della cronaca per il futuro, ma di una lettura del presente alla luce del compimento.
In altre parole, una lettura degli eventi alla luce della storia di Gesù, che è lo svelamento del futuro.
Con il suo passaggio da questo mondo al regno, Cristo ha introdotto l'umanità nella vita di Dio.
Cambia qualcosa nella nostra vita? Ci riguarda?
Abbiamo scoperto che tutte le nostre ansie, la nostra tenerezza, i richiami della nostra sessualità, il nostro desiderio di esistere pienamente trovano il loro appagamento definitivo solo nella partecipazione alla vita relazionale di Dio. Siamo fatti a immagine di un Dio che è relazione, e finché non entriamo in questa danza siamo disperatamente abbandonati, isolati, vuoti, inesistenti.
Da quando Gesù si è seduto alla destra del Padre, il suo Spirito ci viene continuamente offerto per metterci in sintonia con il mondo divino.
E' lui che ci "guida alla verità tutta intera", che fa sorgere in noi l'intuizione che Dio è amore, è comnione, è abbraccio e compassione per la nostra debolezza, se sappiamo accogliere i suoi "gemiti inesprimibili nell'interiorità silenziosa del cuore.
Dio "non è di questo mondo" e non interviene direttamente nella storia, ma si fa presente tramite coloro che si lasciano attraversare dal suo Spirito; ispira dinamiche inedite di vita, nuovi modi di trasmettere il suo amore a ciascuno; suggerisce significati inesplorati della sua Parola, da leggersi in modo sempre meno antropomorfico e da ricevere dunque sempre più come liberazione.
C'è mai stata come nel nostro secolo tanta sete di vero dialogo, tanta ricerca di pace autentica, tanta comprensione per la fragilità umana?
La Trinità è presente e suscita relazioni vere perché la famiglia umana, lasciandosi attraversare dall'Amore di Dio, sia sempre in grado di creare comunione nel rispetto del singolo e della comunità.

Proviamo a guardare al nostro mondo nella luce della Trinità e accettiamo di meravigliarci!

 

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