TESTO Commento su At 13,31
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Venerdì della IV settimana di Pasqua (22/04/2016)
Brano biblico: At 13,26-33
«Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo».
At 13,31
Come vivere questa Parola?
Questo di oggi è uno stralcio del primo discorso di Paolo ad Antiochia di Pisidia: l'annuncio della risurrezione di Gesù, cuore del vangelo, fatto attraverso il racconto delle sue apparizioni.
Racconto essenziale, discorso incisivo per catturare l'attenzione di un pubblico che conosce le sacre scritture. Appena arrivati in città, Paolo e Barnaba, infatti, cercano la sinagoga o lo spazio dove la comunità ebraica in diaspora si incontra e lì annunciano la buona notizia. Una scelta precisa, contestata, probabilmente da Giovanni Marco che nella lettura di ieri abbiamo visto tornare indietro. Però una scelta esplicita, che implica una considerazione dei giudei, come il popolo eletto che ha diritto di ricevere per primo la buona notizia del Messia. Così come ha diritto di rifiutarla. E solo a questo punto Paolo e Barnaba si rivolgono ai timorati di Dio e ai pagani. Una forma di rispetto, di precedenza, che caratterizza tutta la corsa della parola narrata negli Atti degli apostoli e che si intuisce dalle lettere di Paolo.
Signore, la nostra pastorale, la nostra evangelizzazione fa la fatica di organizzarsi, di costruire scelte strategiche per dire in modo consapevole come orientarsi? Aiutaci a non improvvisare. Aiutaci a non essere pigri. Aiutaci ad essere fedeli allo Spirito in modo non ingenuo e semplicistico, usando tutta la nostra intelligenza, la nostra passione, perché nessuno sia dimenticato, escluso.
La voce di papa Francesco
Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l'evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di "uscita" e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia.
EG 27
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it