TESTO Commento su Rm 8,31-34
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II Domenica di Quaresima (Anno B) (01/03/2015)
Brano biblico: Rm 8,31-34
2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Collocazione del brano
La seconda domenica di Quaresima ci propone un brano del capitolo 8 della lettera ai Romani. Paolo, dopo aver affermato che giudei e pagani sono posti sullo stesso piano davanti alla croce di Cristo, parla della vita del credente, che non è più sotto il dominio della carne e delle sue passioni, ma vive grazie alla presenza dello Spirito nella sua vita. In particolare coloro che amano Dio e hanno aderito al suo disegno non possono temere alcun male: essi sono inseriti in un disegno di bene e non li attende altro che la gloria in Gesù Cristo. E' questa la prima parte di quello che è stato definito un Canto di vittoria (Rm 8,31-39) che presenta delle note di vera poesia. Per il suo riferimento al sacrificio del Figlio si accompagna al racconto del sacrificio di Isacco che si legge in questa domenica come prima lettura.
Lectio
Fratelli, 31bse Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Paolo conclude le sue argomentazioni con questo canto trionfale che comincia con una domanda retorica. La risposta è una sola: nessuno può essere contro di noi se Dio è per noi.
32Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?
Qui si fa riferimento all'evento della croce. Non manca certo l'allusione ad Abramo pronto a sacrificare il figlio Isacco (Gn 22,16). Si tratta della prova estrema dell'amore del Padre. Davanti a un Padre così non vi è nessun limite alla logica di donazione del Padre. Il dono della salvezza è dato dal Figlio.
33Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica!
Qui entriamo in ambiente giudiziale. C'è un processo che potrebbe essere mosso ai fedeli di Cristo. Ma anche in questo caso essi saranno più che vincitori. Infatti se si guarda ai meriti e alle colpe dell'uomo, egli non potrà mai risultare innocente. Ma poiché siamo stati resi giusti dalla grazia di Dio, dalla sua spontanea iniziativa, non c'è più giudizio, né umano né divino che ci possa colpire.
34Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!
Qual è il giudice che deve condannare? Gesù stesso, il quale è anche il nostro avvocato e intercede per noi. Quindi non possiamo temere nessuna condanna.
Meditiamo
- Sento mai che Dio è dalla nostra parte? O lo sento ancora come un nemico, un giudice pronto a condannarmi?
- Ho mai pensato che anche il Padre abbia sofferto al momento del sacrificio del Figlio?
- Mi sono mai sentito giudicato e condannato per la mia fede? Come ho reagito?