PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Il Dio con noi trasfigurato

padre Gian Franco Scarpitta   S. Vito Equense

II Domenica di Quaresima (Anno C) (21/02/2016)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

La scorsa domenica si parlava delle insidie del maligno e della tentazione affrontata con successo da Gesù e della presenza continua dello Spirito Santo mentre questi fronteggia il principe delle tenebre nel deserto. Proprio questo sembra essere il tema di questa liturgia odierna, con la quale siamo incoraggiati nel tempo di Quaresima: la manifestazione di Dio e il suo procedere accanto a noi nelle difficoltà. Dio si manifestava in tanti modi già nell'Antico Testamento, come testimonia il passo della Genesi che riguarda Abramo, il suo sacrificio di vittime animali e il passaggio del "torpore e della fiaccola ardente" in mezzo ai capi di bestiame stessi, divisi e predisposti. Simboli teofanici, cioè allusivi alla presenza di Dio che esalta, sostiene e incoraggia. Così come era avvenuto anche a Mosè, improvvisamente affascinato dal fenomeno del roveto ardente che non si consumava; ad Elia, raggiunto dal divino che gli si manifestava attraverso il mormorio di un vento leggero. Elementi teofanici come la nube, che copre la tenda nell'accampamento ebraico mentre Mosè vi entra per conferire con Dio faccia a faccia e il fuoco, che durante la notte guida gli Israeliti mentre marciano per il deserto verso l'Egitto, sono ricorrenti nella Bibbia per designare il divino che accompagna l'uomo e diventeranno oggetto di riflessione quando celebreremo anche la Pentecoste. Anche la manifestazione di Gesù al monte presumibilmente Tabor delinea la presenza di Dio che non abbandona l'uomo nella sua avventura globale di vita e nel combattimento spirituale. Pietro, Giacomo e Giovanni non sono persone casuali. In altri contesti evangelici ciascuno di essi ha un ruolo particolare nella vita di Gesù: Giovanni e Giacomo, entrambi fratelli e pescatori al momento della loro chiamata, erano definiti "Boenarghes", cioè "figli del tuono" per lo zelo esplosivo con cui si davano alla loro opera apostolica (Mc 3, 17); Giovanni era il discepolo prediletto del Signore e di Pietro si sa tantissimo, per esempio che era stato colui nel quale Gesù aveva visto Satana che tentava di distoglierlo dal recarsi a Gerusalemme (Mt 16, 23). Pietro allora era stato mosso da uno spirito di forte filantropia, che lo portava a preoccuparsi della sorte fisica del maestro, ma aveva trascurato l'aspetto messianico della figura di Gesù, quello per il quale era necessario, per adempiere la volontà del Padre e il suo disegno di salvezza, che Gesù dovesse affrontare l'appuntamento con la morte senza scansarlo. Solo così poteva espiare i peccati dell'umanità e condurre tutti alla salvezza e alla gioia con la resurrezione. Esattamente dopo sei giorni da quell'episodio di riprovazione da parte di Gesù, eccolo qui sul monte a contemplare, assieme ai fratelli succitati, il fenomeno del mutare d'aspetto del suo Maestro, del quale sarà a sua volta testimone ad altri (2Pt 1, 16 - 18). Osservando la trasfigurazione di Gesù che appare nel massimo del suo fulgore e che conversa con Elia e Mosè apparsi in quel momento comprende allora la motivazione di quel rimprovero: il Maestro che si avvia al patibolo non è semplicemente l'uomo che sta per subire un flagello, una tortura e la morte di croce irreversibile; non è l'amico a cui va evitato un destino infame e perverso e che occorre amorevolmente proteggere dalla tortura e dalla violenza ma il il Dio glorioso e invitto, che potrebbe anche evitare egli stesso, con un solo cenno di forza, la crudeltà che lo attende, ma che preferisce in effetti avventurarvisi con coraggio e fiducia. Quale Signore della gloria le cui vesti ora rifulgono, Gesù in effetti potrebbe anche avere a meglio sui suoi nemici e sbaragliare tutti i suoi avversari, ma preferisce sottoporsi alla pena dell'agnello votato al macello (Is 53) perché così è necessario e proficuo per l'umanità. Nell'apocalittica gudaica la trasfigurazione di una persona, ossia il trasformarsi nello splendore e nella vitalità piena, era indice dell'avvento degli ultimi tempi. Questi in effetti sono i tempi "ultimi", quelli della definitiva rivelazione di Dio nel suo Figlio che è la verità incarnata che viene a vivere, abbracciandola in tutto, la nostra storia nonché il tempo della definitiva auto manifestazione di Dio. Cristo è la Parola definitiva e questo costituisce per noi i tempi ultimi.

Ma come si è detto in apertura, è il tempo della vicinanza di Dio con l'uomo e del dispiegarsi della sua amicizia e del suo amore nei nostri confronti. Il Tabor incoraggia infatti Pietro, Giacomo e Giovanni a proseguire nel loro itinerario con Gesù. In effetti è innegabile che essi, attoniti e stralunati dalla gioia indicibile, non sembrano considerare al momento il destino di sofferenza e di morte che attende il loro Signore, ma restano affascinati dallo splendore insolito di quelle vesti, il cui candore ricalca la gloria del Signore. Adesso hanno davanti a sé il Messia che era stato promesso dai profeti e di cui parlavano le Scritture sin dai tempi antichi; hanno la realizzazione delle promesse antiche di salvezza nelle vesti abbaglianti che contemplano. E vogliono stare con lui, "fare tre capanne", ovvero dimorare in quel luogo dove lui si sta trasfigurando, restando a lui vicini come lui lo è adesso a loro. E di fatto sarebbe bello porre la capanna come lui ha posto la sua tenda in mezzo a noi facendosi carne (Gv 1,, 14) e soffermarci a contemplare il suo fulgore, se non fosse per il fatto che dopo occorre tornare nel secolo, nella società ad affrontare le sfide di testimonianza che la missione comporta. Essi preferirebbero restare incantati dal fascino di tanto mistero. Ciò nonostante, continueranno ad accompagnarlo e accanto a lui condivideranno ogni sorta di gioia e di dolore, di sconfitta e di speranza. Saranno sempre consapevoli che Dio è sempre con loro e che nonostante le umiliazioni e le prove non saranno mai soli né in balìa di se stessi.

Dio infatti procede con l'uomo per orientare i suoi passi e per guidarlo, sostenendolo in ogni momento e vivendo con lui qualsiasi situazione. Nel Figlio Gesù Cristo Dio è il Dio con noi, che percorre le nostre stesse tappe nessuna esclusa e che con noi raggiunge i liti tanto attesi e sospirati. Anche nelle difficoltà e nelle rinunce che comporta non solamente la Quaresima liturgica, ma anche la continua quaresima di conversione e di penitenza della vita, anche e soprattutto nella prospettiva delle tentazioni e dei vacillamenti. Quando avvertiamo allora la sensazione di abbandono e di solitudine nell'impressione di essere stati dimenticati da Dio, la nostra fede ci ragguaglia invece del fatto che Dio è sempre con noi, che si manifesta prontamente nelle nostre vicende di ogni giorno e nella sua trasfigurazione ci offre, in piena quaresima, un preludio alla gioia della Pasqua.

 

Ricerca avanzata  (54940 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: