TESTO Il Signore ci ha fatti popolo di Dio e Corpo di Cristo
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
III Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (24/01/2016)
Vangelo: Lc 1,1-4; 4,14-21
1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
18Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
19a proclamare l’anno di grazia del Signore.
20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
La liturgia di oggi mette in luce l'identità profonda della Chiesa: noi siamo un popolo radunato attorno dalla Parola di Dio e costituito in unità dalla Parola di Dio; siamo un popolo salvato dalla presenza vera di Cristo che "oggi" (come in ogni Eucarestia) è in mezzo a noi come Messia e Salvatore.
Riprendendo il racconto dell'A.T. ritroviamo in quel radunarsi di popolo alcuni atteggiamenti propri delle nostre liturgie: leggere la Parola, alzarsi, inginocchiarsi, adorare, ascoltare coloro che spiegano la parola letta, gridare al Signore la nostra fede (Amen, Amen!)
Anche nel vangelo è la Parola che convoca la comunità, che è proclamata solennemente all'assemblea in attento ascolto, è spiegata, interpretata come messaggio di speranza, di gioia, di liberazione. Ma solo con Gesù essa è attualizzata e realizzata pienamente: in Lui si compie la Parola... "oggi". Gesù fa il suo commento, molto breve; ma in esso si rivela, si presenta, si fa conoscere apertamente come il Messia Salvatore. La gente non è pronta, non è attenta al passaggio di Dio; a Nazareth succede il più grande scompiglio. I "suoi" non l'hanno accolto, non si sono aperti alla fede, hanno creduto che fosse un matto, lo hanno cacciato come un bestemmiatore.
Ma Gesù è stato chiaro: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udita".
Qual'era la Scrittura letta e ascoltata? E' il testo profetico di Isaia: "Lo Spirito del Signore è su di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato ad annunciare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore".
Cristo Gesù è il Messia, il consacrato di Dio (sono i vari termini usati nell'A.T.). Gesù porta la buona notizia dell'amore infinito di Dio a tutti.
La parola "poveri" significa: i poveri di spirito, i poveri materialmente, gli umili, coloro aspettano e confidano nella Provvidenza del Padre; ma "povero" è ogni uomo, perché non è per nulla padrone della sua vita, perché è debole, fragile, peccatore. Gesù è vangelo, buona notizia, gioia e speranza per tutti. Gesù porta la liberazione vera da ogni schiavitù, dà la luce della verità e porta il senso della vita e delle cose ("dà la vista ai ciechi"). Gesù porta la vera liberazione di fronte a ogni oppressione morale, materiale, di fronte agli sfruttamenti, alle ingiustizie, alle manipolazioni; di fronte all'oppressione del proprio limite e del proprio peccato. Gesù porta ogni grazia e ogni misericordia, ogni rinnovamento, con la possibilità di ricominciare come da capo (anno di grazia è il giubileo di Dio), di rinnovare tutte le cose, di credere, e vivere l'impossibile ("Nulla è impossibile a Dio").
E questo Gesù lo compie, lo realizza "oggi". Lo compie anche per noi in ogni momento e in maniera particolare in questo momento dell'Eucarestia. Per noi suo popolo, per ciascuno di noi membro del suo Corpo (v. II lettura) Gesù compie la sua opera di Messia, di Salvatore.
Anche noi stiamo vivendo l'Anno Santo della Misericordia.