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TESTO Commento su Luca 3,15-16.21-22

don Michele Cerutti

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Battesimo del Signore (anno C) (10/01/2016)

Vangelo: Lc 3,15-16.21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,15-16.21-22

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Quante volte nel nostro discorrere presi dalle tante preoccupazioni ci chiediamo dove si trova Dio nella nostra vita.
Un po' tutti ci poniamo questi interrogativi, ma poi la Parola di Dio ci illumina e ci offre quella luce che ci fa comprendere dove si trova quel Dio che cerchiamo.
Egli è il Dio che non intende vivere staccato dall'uomo. E' il Dio che si china su tutte le nostre fragilità piccole grandi. E' il Dio che si fa vicino a noi perché Lui stesso ha sparso il sangue per noi.
Il Dio cristiano sconvolge la visione di divinità che da sempre abita l'uomo.
Il Dio di Gesù è un Dio che vive nella dimensione del servizio della sua creatura e non dell'uomo che serve la divinità.
Allora la nostra preghiera, la nostra adorazione è la risposta di un Dio che è amore.
Davanti a questo Dio che passa nella nostra vita non dobbiamo assolutamente rimanere inermi, ma anzi dobbiamo essere entusiasti e cercarlo, come dice Isaia, proprio nel momento in cui si fa trovare.
Sono tante le occasioni in cui li si fa trovare e molto più di quello che pensiamo.
Queste occasioni sono la Parola di Dio, l'Eucaristia e i fratelli che ci vivono insieme.
Parola, Eucaristia e fratelli sono dimensioni incidibili non si possono separare.
Si richiamano l'uno con l'altro.
Nella Parola abbiamo la bussola per muoverci, nell'Eucaristia il cristiano si appoggia per non vacillare, ma queste due realtà ci spingono nella dimensione della carità con i fratelli.
I santi passavano ore di adorazione proprio vivendo spinti poi a servire i fratelli e riconoscere Gesù in coloro che avevano più difficoltà.
Gesù è il modello di ogni carità.
Il modello rimane Gesù che come dice Paolo in molte lettere si è abbassato chinandosi sull'uomo.
Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano ci rende a modo di icona lo svuotamento di Gesù.
Egli compie come primo atto del suo ministero un qualcosa di incomprensibile. Lui che è Dio si accoda con tutti i peccatori nel fiume Giordano per ricevere il Battesimo.
Immergendosi in questo fiume porta su di sé il peccato ed emergendo ci indica che Lui è venuto per redimerlo.
Vi è una grande differenza tra il Battesimo di Giovanni e il Sacramento istituito da Gesù. Il primo fu solamente un segno di penitenza che richiamava il fedele all'impegno nel mutare condotta di vita. Esso era un gesto simbolico di umiltà da parte dell'uomo che si riconosceva peccatore e prova di un grande desiderio di purificazione e di rinnovamento.
Il Battesimo è il sacramento per il quale rinasciamo alla grazia di Dio e diventiamo cristiani.
Il sacramento del Battesimo conferisce la prima grazia santificante per la quale si cancella il peccato originale, e anche l'attuale se vi è; rimette tutta la pena per essi dovuta; imprime il carattere di cristiani; ci fa figli di Dio, membri della Chiesa ed eredi del paradiso, e ci rende capaci di ricevere gli altri sacramenti.
«Il Battesimo è una prima tappa della risurrezione: immersi in Dio, siamo già immersi nella vita indistruttibile, comincia la risurrezione. Come Abramo, Isacco e Giacobbe essendo "nome di Dio" sono vivi, così noi, inseriti nel nome di Dio, siamo vivi nella vita immortale. Il Battesimo è il primo passo della risurrezione, l'entrare nella vita indistruttibile di Dio» (Benedetto XVI).
Ma allora ci ricordiamo del nostro Battesimo?
Se chiedessi quanti sanno la data del loro battesimo poche mani si alzerebbero.
E' vero lo abbiamo celebrato in tenera età, ma abbiamo chiesto ai nostri genitori la gioia che hanno provato portandoci al fonte battesimale?
Respirando quell'aria allora potremo capire l'importanza di questa grande celebrazione che ci conduce poi all'urgenza di battezzare i bambini non dopo alcuni mesi dalla nascita, ma pochi giorni dopo oppure a evitare quelle scelte che fanno dire i miei figli li battezzo quando avranno una consapevolezza.
E' il sacramento che ci accomuna sacerdoti e laici in cammino verso la patria del cielo.
C'è una necessità profonda di riscoprirne la bellezza e la freschezza di questo sacramento ci scuoterebbe nelle nostre tiepidezze e ci spingerebbe ad una fede dinamica.

 

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