TESTO Commento su Lc 18, 35-38
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Lunedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (16/11/2015)
Vangelo: Lc 18,35-43

35Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. 36Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». 38Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 40Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: 41«Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». 42E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 43Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
"Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Luca 18, 35-38
Come vivere questa Parola?
Il miracolo del ridare la vista al cieco ci aiuta a riflettere su quanto Gesù è preoccupato per la nostra salvezza. È Lui che chiama il cieco! Il cieco ha fatto comunque la sua parte: egli gridava sempre più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»! Il cieco "ha sentito" che stava succedendo qualcosa di nuovo e chiede cosa stia succedendo!!! Quando il cuore sente che in una realtà ci può essere un cambiamento allora si lascia attrarre. E quella percezione diventa via di conoscenza e possibilità di vedere! Ma Gesù non è un prestigiatore, interpella la libertà del cieco e domanda il perché di tanto "urlare"! Lo aiuta ad uscire, a riconoscere il suo limite e a superarlo con il Suo aiuto. Il vedere ci permette di diventare consapevoli della salvezza che ci viene donata.
O Spirito di Dio non permettere che il nostro cuore si indurisca e non sappia più riconoscere Gesù nel suo passare. Donaci un cuore sensibile alla Sua Presenza, amante della Verità, umile nel riconoscere quello che siamo: peccatori!
La voce del Papa
"Bartimeo, dunque, in quel punto strategico del racconto di Marco, è presentato come modello. Egli non è cieco dalla nascita, ma ha perso la vista: è l'uomo che ha perso la luce e ne è consapevole, ma non ha perso la speranza, sa cogliere la possibilità di incontro con Gesù e si affida a Lui per essere guarito. Infatti, quando sente che il Maestro passa sulla sua strada, grida: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (Mc 10,47) (...) Nell'incontro con Cristo, vissuto con fede, Bartimeo riacquista la luce che aveva perduto, e con essa la pienezza della propria dignità: si rialza in piedi e riprende il cammino, che da quel momento ha una guida, Gesù, e una strada, la stessa che Gesù percorre. L'evangelista non ci dirà più nulla di Bartimeo, ma in lui ci presenta chi è il discepolo: colui che, con la luce della fede, segue Gesù «lungo la strada»
Papa Francesco, Omelia 28 ottobre 2015.
suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it