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TESTO Commento su Marco 12,38-44

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XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/11/2015)

Vangelo: Mc 12,38-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,38-44

38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Cari bambini, oggi vi faccio salire sulla mia "macchina del tempo", di cui vi ho parlato un paio di mesi fa, perché dobbiamo entrare a tutti i costi nel Tempio di Gerusalemme assieme a Gesù ed ai suoi discepoli.

Sono così tante infatti le considerazioni da fare su questo vangelo che, se andiamo di persona sul posto, capiamo sicuramente meglio.

Allora siete pronti? Chiudiamo tutti gli occhi e dopo il mio "tre" li riapriamo...
Uno, due, tre!
Eccoci qua, siamo arrivati.

Non dobbiamo però disturbare, dobbiamo fare piano e soprattutto non dobbiamo chiacchierare altrimenti veniamo scoperti, ok?

Gesù è lì con i suoi discepoli che però non guardano nella stessa direzione di Gesù... Essi infatti sono attratti dalla magnificenza dei personaggi vestiti bene che vogliono farsi notare: scribi, sacerdoti con la divisa, leviti pure loro con la divisa.
Ecco che ora arriva il Sommo Sacerdote Caifa!

Che vestito meraviglioso! Ho letto che è composto di otto capi tra cui c'è un manto blu, poi un diadema che circonda la fronte con la scritta "santo per il Signore", poi c'è l'efod che è il pettorale con le 12 pietre preziose che sono il simbolo delle 12 tribù di Israele e poi, in fondo alla veste, ci sono dei campanelli che, quando il sommo sacerdote si muove, fanno attirare l'attenzione di tutti.

Quando è vestito così, il popolo è convinto di vedere Dio in questo suo rappresentante sulla terra.

Ci sono poi anche i rabbini. Sono quelli tutti vestiti di bianco. Anche loro ci tengono a distinguersi dal popolo ed è per questo che indossano la divisa.

La parola "divisa" infatti deriva dal verbo "dividere", è cioè un qualcosa che ti distingue, che non ti fa essere come gli altri.

Ma Gesù non guarda a tutta questa esteriorità ed ha paura che i suoi discepoli siano presi da questi comportamenti, dal desiderio di farsi vedere, dal desiderio di voler essere i primi e li richiama... Avete sentito che cosa ha detto loro?: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti".

Gesù non dice "guardate", ma "guardatevi", cioè state attenti, allontanate questo desiderio di farvi ammirare: pericolo grave, nascosto... un trabocchetto davvero serio!

Al nostro Maestro infatti non piace che, per rispetto alle loro lunghe vesti, si facciano trattare come delle stars, con baciamano vari, con lasciapassare, saluti reverenziali, posti in pole position ecc.

Sappiamo bene che Gesù ci vuole tutti fratelli, tutti uguali perché tutti amati, tutti figli dell'unico Padre: nessuno vale più di un altro agli occhi di Dio!

Ecco ora delle persone che si inchinano davanti a questi personaggi... il popolo è convinto, in questo modo, di rendere gloria a Dio.

Questa è l'educazione religiosa che hanno ricevuto e, osservando la Legge, sono sicuri di rendere il giusto culto.

Gli scribi, che erano i copisti che curavano la trascrizione della Legge, e quindi i suoi dotti conoscitori e custodi, svolgevano anche la funzione degli avvocati e dei giudici che ci sono ai nostri giorni. Sapete cosa facevano?

Si mettevano nel portico di Salomone e lì accoglievano le persone per chiarire problemi di eredità, controversie, screzi di varie origini e risolvevano il tutto alla luce della Torah, la Legge appunto, che loro conoscevano perfettamente.

Lo facevano facendosi pagare, e molto anche! Anche dai poveri...

Anche tante vedove si recavano da loro. All'epoca, le vedove vivevano in condizioni molto disagiate, nessuno si curava di loro, erano senza servizi sociali, senza appoggio dalla famiglia, spesso si vedevano costrette, per vivere, a mendicare o a fare altri lavori che tolgono ogni dignità. La condizione della vedova, perciò, era la peggiore che si potesse immaginare.

Andavano dagli scribi, dunque, anche quelle vedove che avevano subito ingiustizie da parte di qualche prepotente e che speravano di essere difese...
Ma gli scribi davano ragione all'ingiusto.

Cosa dice Gesù di questi scribi?: "Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa".

Cosa vuol dire? Che quei personaggi che si mettevano al posto di Dio prendevano tutto a delle povere donne che non avevano difesa e, in più, facevano preghiere chilometriche per farsi vedere...
"Saranno puniti severamente!", dice il nostro Maestro.

Ora guardiamo dove guarda Gesù... c'è una donna, amante del Signore che, a differenza dei ricchi che gettano nel tesoro del Tempio molte monete, dà i suoi ultimi spiccioli. Gesù chiama i discepoli e dice loro: "Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.... ha gettato tutto quanto aveva per vivere".

Quella donna, quella sera, sarebbe andata a casa senza avere più niente da mangiare perché, per amore del Signore e del tempio, luogo della sua dimora, aveva dato tutto: si fidava che Dio avrebbe provveduto a lei!

Se vi ricordate, anche nella prima lettura si parla di una vedova con un bambino piccolo che, durante una carestia, accoglie il profeta Elia e che, con la sua ultima farina e col suo ultimo olio, gli prepara il suo ultimo pezzo di pane...

L'aver accolto quello straniero fece sì che "la farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì": l'olio e la farina cioè continuarono ad esserci.

Il profeta Elia ha fatto un miracolo facendo sì che la farina non finisse mai, ma ha fatto un miracolo anche la donna accogliendo e sfamando quell'uomo che per lei era uno sconosciuto!

Tutte e due le vedove di cui abbiamo sentito parlare oggi sono generose, e soprattutto si fidano di Dio: a nessuna mancherà nulla!

Questo è il grande insegnamento di oggi! Essere generosi con ciò che abbiamo e fidarsi di Dio che provvede sempre ai suoi figli! Niente mai ci mancherà!
Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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