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TESTO Commento su At 8,26-39

don Michele Cerutti

I domenica dopo la Dedicazione (Anno B) (25/10/2015)

Vangelo: Mc 16,14b-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,14b-20

14Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. 15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

La risurrezione spinge alla missione.
Il compito di ogni battezzato è annunciare che il Signore è Risorto e in forza della risurrezione c'è la vittoria sul male e sulla morte.
La missione riguarda tutti anche i politici, i governanti. Lo dice San Paolo che esorta a pregare per i governanti. Sembra un controsenso in un contesto come quello che viviamo in cui vi è una certo rancore nei confronti della politica.
In proposito il Santo Padre, Papa Francesco; ha notato che in televisione e sui giornali ricorrono soprattutto "bastonate" per i politici: difficilmente si trovano osservazioni come "questo governante in questo ha fatto bene; questo governante ha questa virtù. Ha sbagliato in questo, in questo e in questo, però in questo ha fatto bene". Dei politici invece si parla "sempre male e si è sempre contro. Forse il governante è un peccatore, come lo era Davide. Ma io devo collaborare, con la mia opinione, con la mia parola, anche con la mia correzione: non sono d'accordo per questo, per questo. Dobbiamo partecipare al bene comune. A volte abbiamo sentito dire: un buon cattolico non si interessa di politica. Ma non è vero: un buon cattolico si immischia in politica offrendo il meglio di sé perché il governante possa governare".
Segni grandi vengono dati a tutti coloro che si prestano alla causa del Vangelo.
Filippo nella prima lettura è spinto ad annunciare all'eunuco della regione Etiope la Parola di Dio. La salvezza è per tutti. In tutti gli uomini c'è la domanda di senso. Anche quelli che sembrano più lontani debbono percepire che l'amore di Dio non li esclude. Il compito principale del battezzato è proprio questo far comprendere che l'amore di Dio non esclude nessuno.
L'eunuco torna da Gerusalemme e va a Gerico. Egli rappresenta tutti coloro che vivono momenti di fede eccezionali tornano nella vita di tutti i giorni.
Con questo brano il Signore ci dice che la responsabilità di accompagnare coloro che sono entrati in contatto con la fede è una responsabilità grande. Allora occorre accompagnare bene anche a una vita sacramentale che corona l'incontro con il Signore perché in quell'uomo e quella donna che hanno incontrato Gesù il segno dell'amore di Dio rimanga indelebile.
Filippo lascia la scena è condotto altrove. Questo ci dice che nessuno è il proprietario della conversione, ma l'unico padrone è il Signore. Non sono le nostre capacità a convertire siamo solo semplici strumenti nelle mani di Dio chiamati a evangelizzare. Una grande lezione per noi sacerdoti e per tutti i laici impegnati che sentono in sè i deleri dell'onnipotenza.
Filippo ci offre lezione di grande umiltà. Lui ha accompagnato l'eunuco; ora l'eunuco deve tornare rafforzato alla vita di tutti i giorni. Questa lettura ci fa comprendere che il Signore non ci lascia soli e in Lui vi è l'inizio e il compimento. Allontaniamo le nostre paure. Espressioni diffuse che affermano l'incapacità di portare avanti la missione non possono abitare la bocca e il pensiero del cristiano. Dimostrano una grossa incomprensione.
L'errore nasce anche perché si è considerata la missione legandola ad ambienti lontani da quelli in cui viviamo. Per essere missionari non bisogna andare in Ciad.
La missione la si lega alla straordinarietà.
Invece la missione nasce nell'ambiente di lavoro, nella nostra comunità cristiana. La missione è laddove il Signore ci ha messo e nella consapevolezza di quanto afferma don Guanella: "Tutto il mondo è patria vostra". Lo stile ci direbbe questo Santo consiste nel fare il bene per il bene.
Sì la missione nasce non nello straordinario, ma nell'ordinarietà nel condurre con passione la vita di tutti i giorni. La missione consiste non solo nella predicazione, ma nel dare testimonianza autentica della nostra vita cristiana.
Nella vita di tutti i giorni siamo invitati a far risplendere il nostro Re. Questo stile permette di avvicinare a Cristo tutti nessuno escluso.
Certo questa domenica certamente si apre il cuore al mondo e si invita a sostare in preghiera nei confronti di chi vive lontano dal proprio paese per annunciare il Vangelo. Bello sarebbe farci un proposito adottare un missionario. Un‘adozione non economica, ma nella preghiera. Ognuno conosce un prete in terre lontane ecco lo affidi nella propria preghiera lo sostenga nella sua azione pastorale. Tante occasioni utili per fare del bene e aprire il cuore alle necessità dell'evangelizzazione fino agli estremi confini della terra e far sentire che il Signore è sempre vicino.

 

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