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TESTO Commento su Lc 14, 1-4

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Venerdì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (30/10/2015)

Vangelo: Lc 14,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò».
Lc 14, 1-4

Come vivere questa Parola?
È il secondo episodio in cui vien messo in discussione da parte di Gesù il vero significato del riposo sacro nel giorno di sabato (vedi la nostra lectio di lunedì scorso su Lc 13, 11-14).
Nel nostro caso specifico il Maestro ci insegna che compie veramente la Volontà di Dio chi si fa prossimo all'uomo bisognoso così com'è, lì dove si trova, senza tante sottigliezze e disquisizioni casistiche! I rappresentanti del giudaismo ufficiale e ortodosso, i farisei, erano molto bravi a vivisezionare la Volontà di Dio in una quantità di pratiche minuziose, ma erano chiusi nel loro schematismo giuridico. Orbene, Gesù risponde alla sua stessa domanda: «È lecito o no guarire di sabato?», prima con un gesto concreto di misericordia in favore dell'uomo malato, e poi - come era solito fare - con una nuova contro-domanda, ponendo il problema in una ottica concreta.
Ed ecco la risposta: ciò che si può fare per salvare i propri interessi (il figlio o il bue che cadono nel pozzo in giorno di sabato) vale anche per aiutare il prossimo che si trova nel bisogno. È da questo angolo di visuale che si può scoprire la genuina Volontà di Dio.
Questo insegnamento del Signore è ancora di grande attualità anche per i cristiani del nostro tempo, perché tutti noi corriamo sempre il rischio di fossilizzarci in schematismi rigidi, astratti e in tradizioni inveterate.

Ti preghiamo, o Signore, illumina le nostre menti e rendici docili al tuo amore, capaci di giudicare le cose senza preconcetti astratti e donaci un cuore libero, aperto, puro e magnanimo.

La voce di un grande compositore e direttore d'orchestra
"La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri."
Gustav Mahler

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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