TESTO Dio è con noi
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
Natale del Signore - Messa della Notte (25/12/2004)
Vangelo: Lc 2,1-14
1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
"Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce"
Nella vita del mondo, nel buio di tutti i suoi mali, nei mali dell'uomo... irrompe e si fa visibile la luce di Dio per dissipare le tenebre, per togliere radicalmente il male, per offrire salvezza e vita nuova. In ogni situazione del mondo, come nella vita di ogni uomo, è possibile accogliere la presenza di Dio.
Siamo di fronte ad un fatto storico che diventa fatto di grazia. In quei giorni... in un tempo ben preciso e ben documentato è nato a Betlemme di Giudea un bambino, che è il Figlio di Dio, che è chiamato Emmanuele, Dio con noi, che si chiama Gesù, il Salvatore.
Dio è venuto nel mondo, si è fatto vicino, Dio è con noi.
Possiamo e dobbiamo avere lo stupore e la commozione di essere chiamati ad accogliere e a vivere questa presenza di nostro Signore, onnipotente ed eterno, che si è fatto piccolo e povero e ha vissuto una vita di santità, di grazia, di totale dono di sé, per fare di noi e dell'umanità intera i salvati, i redenti, figli di Dio nella dignità unica di ogni esistenza e fratelli gli uni degli altri, nell'unità della famiglia umana.
I testi del vangelo riportano che gli angeli sulla grotta di Betlemme hanno cantato: "Gloria a Dio nei cieli e pace agli uomini sulla terra".
Il mondo non è in pace: ma Gesù è la pace, Gesù è tra noi. Per alcuni questo è un paradosso o un'illusione, ma se non c'è la pace è perché il mondo fa fatica ad accogliere la presenza di Dio. Mi diceva in questi giorni un signore: "Mi viene tante volte da imprecare contro questo mondo e mi chiedo: perché succedono delle cose così orribili?". Dentro di me ripensavo all'atteggiamento del Signore: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio", "Io sono venuto – dice Gesù – non per giudicare il mondo, ma per salvare il mondo".
Perché succedono tante cose? La risposta è: perché il mondo non riesce ad accogliere Il Signore e finisce per rimanere nel suo peccato con tutte le conseguenze che ne derivano.
Di fronte alla grande verità "Dio è con noi", ci dobbiamo chiedere: "Noi siamo con Lui, lo accogliamo, viviamo con Lui e per Lui"?
Siamo con Lui, lo accogliamo nella nostra vita personale, nella vita della nostra famiglia (che posto ha Dio nella nostra famiglia, quale riferimento a Lui nella nostra casa?); lo accogliamo nei luoghi e nei contenuti della formazione e della crescita umana e culturale (pensiamo alle scuole)? Lo accogliamo nei luoghi di lavoro e delle tante espressioni dell'esistenza, dove si costruisce e si dà sostegno alla vita non solo nostra, ma di tanti altri? Lo accogliamo nella vita sociale, economica, politica, culturale, non tanto come una qualche goccia di acqua benedetta nella speranza che i nostri interessi si sviluppino sempre di più, ma perché in queste realtà concrete ci si metta a reale servizio di tutti gli uomini, perché abbiano non solo la pace, ma la dignità, la possibilità di vivere e di esprimersi e tutto il nostro operare per il bene degli uomini, nostri fratelli, diventi la nostra lode, il nostro amore, la nostra fede, il nostro dar gloria a Dio? Nel cristianesimo Dio non è l'antagonista dell'uomo, ma Egli stesso si è fatto uomo, solidale con ogni persona perché vuole il pieno sviluppo della vita di ogni uomo.
Il mondo nelle tenebre e la luce di Dio. Il S. Padre ci aiuta quando scrive: "Penso al dramma della fame che tormenta centinaia di milioni di esseri umani, penso alle malattie che flagellano i Paesi in via di sviluppo, alla solitudine degli anziani, ai disagi dei disoccupati, alle traversie degli immigrati. Sono mali, questi, che segnano — seppur in misura diversa — anche le regioni più opulente. Non possiamo illuderci: dall'amore vicendevole e, in particolare, dalla sollecitudine per chi è nel bisogno saremo riconosciuti come veri discepoli di Cristo. Il cristiano impara da Cristo Signore a farsi promotore di comunione, di pace, di solidarietà. L'immagine lacerata del nostro mondo, che ha iniziato il nuovo Millennio con lo spettro del terrorismo e la tragedia della guerra, chiama più che mai a vivere la fede come una grande scuola di pace.
Dio si è fatto vicino, Dio è con noi sempre. Dice Gesù: "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo".
Molti sono i modi della presenza e della grazia di Dio. Ma c'è un modo speciale, una presenza particolare di Gesù Salvatore nella vita del mondo, accanto a ciascuno di noi: è la sua presenza nell'Eucarestia. Perché celebriamo la Messa, perché facciamo la comunione, perché le nostre chiese sono la casa del Signore? Perché noi sappiamo nella fede che il Pane consacrato, la Comunione che riceviamo, l'Eucarestia che adoriamo è Gesù.
"Pane del cielo, sei tu Gesù, via d'amore ci fai come Te", dice un canto.
Il S. Padre ha voluto che tutta la Chiesa vivesse un anno particolarmente dedicato all'Eucarestia, dall'ottobre 2004 all'ottobre 2005. Viviamo allora questo Natale in uno speciale Anno Eucaristico.
Dice il S. Padre: "Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre brucianti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno. L'Eucarestia è da sempre al centro della vita della Chiesa. Per mezzo di essa Cristo rende presente, nello scorrere del tempo, il suo mistero di amore e di salvezza.
Mistero grande l'Eucarestia. Mistero che deve essere ben celebrato, adorato, contemplato.
Ricevere l'Eucarestia è entrare in comunione profonda con Gesù. "Rimanete in me e io in voi; chi rimane in me porta molto frutto". E uno dei frutti più concreti è la comunione fraterna, che attraverso una vera spiritualità di comunione ci induce a sentimenti di reciproca apertura, di affetto, di comprensione, di perdono.
In questo anno dell'Eucarestia ci si impegni, da parte dei cristiani, a testimoniare con più forza la presenza di Dio nel mondo. Non abbiamo paura di parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni della fede.
Chi impara a dire "grazie" alla maniera di Cristo bambino e di Cristo crocifisso, potrà essere un martire, ma non sarà mai un aguzzino".
Ho ricevuto un biglietto di auguri con due raffigurazioni: la grotta di Gesù e l'ostia consacrata, con questa scritta: "Betlemme e il Tabernacolo: due luoghi per l'unica accoglienza e l'unica adorazione". Lì troviamo Gesù, Figlio di Dio, nostro salvatore, nostra forza, nostra luce, nostra vita in ogni momento. L'augurio è che sia davvero così. Amen.