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TESTO Commento su Lc 12, 48

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Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (21/10/2015)

Vangelo: Lc 12,39-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,39-48

39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.

47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

«A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più."
Lc 12, 48

Come vivere questa Parola?
Dopo un po' di discorsi di Gesù in parabole, a Pietro viene il dubbio se quei messaggi siano per lui o per altri... Forse Pietro inizia a non capire più Gesù e il timore di perdere la sintonia con lui, lo rende vulnerabile. Lui ha lasciato tutto per Gesù, non può essere pensato come una persona avida; anche lui, come Gesù, non ha più una pietra dove posare il capo e dunque non può essere pensato come una persona attaccata non solo alle cose ma anche alle altre sicurezze che si accumulano in vita. Gli sembra di ottemperare a tutte le condizioni poste da Gesù. Ma nelle parole del maestro gli sembra ci sia altro da comprendere e accogliere. E infatti stavolta non sono i farisei, né la folla ma Pietro stesso a dare a Gesù il la per procedere nel discorso. E i destinatari della parabola, chi deve avere orecchi per intendere, sono proprio Pietro e i suoi compagni.
La parabola che segue parla ancora di un certo modo di attendere, di vigilare; parla anche di beni di cui non sentirsi padroni... ma il protagonista del racconto in questo caso ha un volto e un ruolo preciso: è un amministratore. Non è un padrone che accumula e decide, ma nemmeno un semplice servo. È un uomo di fiducia, che condivide con il padrone la responsabilità di custodire la casa, ossia i beni e le persone che la costituiscono. La sintonia tra padrone e amministratore è un bene ineliminabile, dinamico, soggetto a continui approfondimenti. Implica una tensione positiva da parte dell'amministratore, un crescere continuo nella conoscenza del padrone e nella condivisione con Lui. Il messaggio è chiaro e decisamente duro. Gesù sta chiedendo a Pietro e agli altri apostoli di essere come quell' amministratore. Chiede loro un livello sempre più alto di condivisione, di responsabilità, di sostituzione. La richiesta è motivata e congrua: molto è dato, dunque molto sarà chiesto.

Signore, che ognuno di noi sappia riconoscere ciò che tu hai dato e che nessuno si tiri indietro circa quanto potrà fare nel tuo nome, con la tua grazia, con i doni da te ricevuti.

La voce di un profeta
"Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto."
Lorenzo Milani

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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