PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 3,1-13

don Michele Cerutti

III domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno B) (13/09/2015)

Vangelo: Gv 3,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,1-13

1Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui».

3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio».

4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

Il brano evangelico ci presenta un personaggio particolare che è quello di Nicodemo.
E' un fariseo e il suo nome di origine greca significa "vittoria sul popolo" è un capo dei giudei sicuramente faceva parte del Sinedrio, il "Senato" dei farisei.
Egli va di notte a parlare da Gesù.
La notte nella Bibbia richiama il momento di decisioni forti. Sì nella notte il popolo di Israele parte dall'Egitto verso la terra promessa, nella notte Abramo è invitato a contare il numero delle stelle e da lì a comprendere la sua missione, nella notte Giuseppe prende il bimbo in fasce e scappa in Egitto per salvare il figlio da Erode.
Nella notte Gesù viene arrestato e inizia per Lui la Via del dolore.
La notte conduce anche all'intimità con il Signore.
Oltre che nel brano di Nicodemo, Gesù prima dell'arresto nella notte prega il Padre nel Getsemani.
La notte ha questo incrocio tra intimità e decisione.
Quindi mai spaventarsi nelle notti della nostra esistenza perché la notte occorre saperla vivere sul modello di queste icone.
La notte porta con i suoi silenzi la capacità di mettersi in ascolto di un Signore che parla sempre, ma che nella notte riusciamo ad ascoltare di più perché siamo meno presi dai nostri impegni.
La notte ponendoci in ascolto ci spinge poi a prendere decisioni.
Nicodemo si rivolge a Gesù nella notte anche perché comprende che quel personaggio che ha di fronte lo interroga e nello stesso tempo non può esporsi di fronte al suo clan che è ostile a Gesù.
Le notti siamo in grado anche a "farcele da soli" ogni qualvolta viviamo il nostro rapporto con il Signore non nella luce, ma nascondendo la relazione con Lui.
Inizia un lungo dialogo. Giovanni mette in evidenza grandi dialoghi nel suo brano evangelico per dimostrare come nel rapporto franco con Lui si cresce nella fede.
Nicodemo inizia un cammino di relazione e di fede con Gesù.
Nei passi successivi del Vangelo egli interverrà a sua difesa quando i farisei lo vogliono arrestare, aiuterà Giuseppe d'Arimatea a deporre Gesù nella tomba.
Nicodemo si avvicina a Gesù più per conoscere, per una sorta di curiosità, ma sarà quella curiosità che lo porterà piano piano a comprendere il Dio Gesù.
Gesù stesso lo invita a uscire da tutte quelle certezze dottrinali e teologiche che costituiscono il suo backround formativo di buon fariseo.
Occorre vivere una fede lontano dalle paure delle rigide prescrizioni ebraiche e portarsi verso una fede più libera.
Gesù si rivolge a Nicodemo, ma si rivolge a ciascuno di noi.
Una fede che vive solo nel rispetto di regole fine a se stesse diventa rigida e impedisce di instaurare una intimità con Dio.z
E' il Dio totalmente Altro quello che scaturisce in questa dimensione di fede.
Dio diventa un grande estraneo che devo accondiscendere per evitare che mi faccia del male, mi punisca.
Nicodemo è chiamato a fare un salto nella fede.
Nel capitolo 7 quando prenderà le difese di Gesù nel consesso dei farisei, Nicodemo non vuole più soltanto dedurre dai segni chi è Gesù, ma si mostra disponibile a considerare la sua parola e il suo insegnamento come chiave della sua azione.
Egli farà un cammino che lo porterà a riconoscere Gesù come Re quando con Giuseppe d'Arimatea porterà gli aromi per seppelire Gesù.
Quello che manca è sicuramente il coraggio di determinazione egli operà sempre timidamente.
Non dobbiamo preoccuparci Giovanni vuole mostrarci il cammino di crescita.
Noi non sappiamo a che punto del cammino questo fariseo è giunto.
Vuole dirci Gesù con questo personaggio che siamo invitati a camminare a iniziare un cammino.
C'è chi nella storia ha avuto maggior determinazione.
Penso al Rabbi Asher Levi è un ex rabbino ebreo che ha avuto una bella conversione e ha vinto la timidezza sfidando i suoi circoli.Siamo negli anni 50.
Facciamo parlare Lui.

Sono stato un Rabbino Ebreo per 35 anni. Nato in Yugoslavia, fui allevato in una famiglia Ebrea molto ortodossa. Mi fu insegnato a dire delle preghiere cerimoniose e a indossare i filatteri come è prescritto per ogni pio Ebreo (Deut. 6:8; 11:18). All'età di 15 anni andai alla scuola teologica per Rabbini dove studiai l'Antico Testamento e i commentari Talmudici, e sei anni più tardi fui ordinato Rabbino in Romania. In seguito servii come Rabbino in Belgio, in Inghilterra e in California.
Esteriormente io ero felice e avevo successo nel mio ministerio ma nel mio cuore io ero irrequieto e insoddisfatto perché soffrivo molto come risultato del vuoto della vita in generale. Sei anni fa io incontrai un Ebreo con cui discussi questa questione. Io non sapevo che lui era un credente in Gesù Cristo. Il suo consiglio fu: "Leggi Isaia 53". Io allora lessi questo ben conosciuto capitolo che concerne Gesù di Nazareth, che dice che Egli fu trafitto per le nostre trasgressioni, stroncato a motivo delle nostre iniquità. Io mi sentii spinto più in là, a esaminare le Scritture Ebraiche e trovai queste parole scritte dallo stesso profeta: "Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l'imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo: questo farà lo zelo dell'Eterno degli eserciti" (Is. 9:5-6). Io lessi anche: "Or ascoltate, o casa di Davide! È egli poca cosa per voi lo stancar gli uomini, che volete stancare anche l'Iddio mio? Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figliuolo, e gli porrà nome Emmanuele" (Is. 7:13,14). "Emmanuele" significa "Dio con noi".
Questo mi dimostrò che Gesù era ed è il Messia nel Quale furono adempiute tutte le profezie. Nel frattempo avevo trovato una chiara descrizione del Messia in un piccolo libro che per la prima volta ebbi il privilegio di prendere nelle mie mani, il Nuovo Testamento. Cominciai a leggerlo come un qualsiasi altro libro, dall'inizio: "Il libro della generazione di Gesù Cristo, il figlio di Davide, figlio di Abrahamo..." e trovai con mia sorpresa che io stavo leggendo un libro Ebraico che parlava di un Ebreo. Leggendolo attentamente arrivai alla conclusione che Gesù Cristo era un Ebreo della razza di Abrahamo e di Davide; che egli era nato da una vergine Ebrea nella città Ebraica di Bethlehem; da una tribù Ebraica, la tribù di Giuda.
Poiché Egli conosceva la Legge e i Profeti io Lo seguii nei suoi viaggi attraverso la Terra Santa, ascoltai i suoi bei detti e il suo meraviglioso insegnamento, osservai e ammirai la sua compassione e le sue guarigioni. Il libro diventò il mio cibo spirituale. La sua promessa di perdono dei peccati e della vita eterna a coloro che credono in Lui, mi attirò fino a che ebbi fiducia in Lui come il mio Messia e lo ricevetti come mio personale Salvatore.
Io voglio confermare il fatto che il mio cuore non mi condanna a motivo della mia nuova fede, perché sento che sono ancora un Ebreo e sarò sempre un Ebreo. Io non ho rinunciato alla nostra eredità di figli di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe. Come Paolo anch'io posso dire dopo la mia accettazione di Cristo come mio Salvatore: "Sono essi Ebrei? Lo sono anch'io. Sono essi Israeliti? Lo sono anch'io. Sono essi progenie d'Abramo? Lo sono anch'io" (2 Corinzi 11:22). Io ripeto così con orgoglio la parola di Romani 1:16: "Poiché io non mi vergogno dell'Evangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza d'ogni credente; del Giudeo prima e poi del Greco".
Il brillante esempio dell'apostolo Paolo mi influenzò molto e mi diede il coraggio di accettare il Signore Gesù come mio personale Salvatore. Paolo prima era stato uno zelante persecutore di Cristo ma poi diventò il suo seguace più fedele. Egli era un discepolo di quel grande dottore della Legge, Raban Gamaliel, ai cui piedi lui stette seduto. Si ritiene che Raban Gamaliel diventò un seguace di Cristo prima di Paolo. La Bibbia ci dice che alcuni volevano uccidere Pietro e gli altri apostoli perché essi stavano predicando Cristo con coraggio. Allora si alzò in piedi uno nel consiglio, un Fariseo, di nome Gamaliele, un dottore della Legge, onorato da tutto il popolo, e comandò di mettere fuori gli apostoli per un po' di tempo e disse loro: "Uomini Israeliti, badate bene, circa questi uomini, a quel che state per fare.... E adesso io vi dico: Non vi occupate di questi uomini, e lasciateli stare; perché, se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta; ma se è da Dio, voi non li potrete distruggere, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio" (Atti 5:34,35,38,39).
Sono duemila anni da quando l'umile Galileo, Gesù, traversò le colline e le vallate della Palestina, e Lui è ancora il Padrone del mondo. Il suo Vangelo è ancora predicato, e il nome di Cristo come il Messia d'Israele viene ancora proclamato. E il Suo messaggio viene ancora ripetuto dappertutto: "Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).

 

Ricerca avanzata  (54742 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: