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TESTO La potenza di Dio nelle piccole cose umane

don Roberto Rossi   Parrocchia Regina Pacis

XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (14/06/2015)

Vangelo: Mc 4,26-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 4,26-34

26Diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. 28Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; 29e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

30Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

33Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

La venuta del regno somiglia al germogliare e al crescere del seme: una volta che è stato seminato, non è l'azione del contadino a produrre il germoglio; piuttosto il seme - la Parola di Dio - contiene in sé una forza nascosta e misteriosa, eppure straordinaria. Non è dunque l'agire scomposto e affannato dell'uomo a produrre la venuta del regno di Dio, perché il regino, appunto, è... di Dio.

Per Gesù non ci si deve né avvilire né spaventare di fronte ad un inizio modesto: anche il seme della senape è molto piccolo: eppure da un seme così piccolo crescerà qualcosa di grande. Nella persona di Gesù, perfettamente obbediente al Padre, ha avuto inizio il regno di Dio. Da allora esso si fa spazio e cresce nel cuore e nella vita di chi accoglie la Parola di Dio. Fortunatamente è Dio e non noi a costruire il suo regno: a noi invece il compito di accogliere con fede la Parola, di lasciarsi convertire e guidare da essa e di permettere alla Parola seminata in noi di fare molto frutto.

Gesù oggi ci incoraggia ad accogliere e continuare a vivere il vangelo nella nostra vita nonostante le nostre debolezze e i nostri scoraggiamenti, a cercare di far fruttificare la verità della sua Parola nella nostra storia. "Così è il regno di Dio, come un uomo che getta il seme sul terreno...". Troppo spesso ci imbattiamo in analisi frustranti e depressive della vita. Vorremmo vedere risultati basati sui nostri parametri di successo, vorremmo vedere frutti immediati e invece ci ritroviamo spesso avvitati su noi stessi in letture della realtà troppo umane... la parabola del seme che cresce spontaneamente ci ricorda invece che il nostro ruolo deve concentrarsi sul "continuare a seminare", continuare ad annunciare il vangelo, la Parola di Dio, aprirsi a continui tentativi ed iniziative ma poi ricordarsi, ed è qui il grande messaggio di fiducia e speranza, che non siamo soli, che la Parola che tentiamo di annunciare non è la nostra e che la buona riuscita dell'annuncio non dipende solo da noi ma soprattutto dalla potenza di Dio: "dorma o vegli l'agricoltore, il seme germoglia e cresce".

Non dobbiamo certamente per questo cadere in atteggiamenti di pigrizia o superficialità, ma credere che noi siamo portatori di una Parola e di un messaggio che è Potenza di Dio. E' questa la nostra forza, la forza delle nostre comunità: la Parola che è Potenza di Dio! Ogni volta che non mettiamo al centro l'annuncio di questa Parola nelle nostre comunità rischiamo di annunciare tante cose, anche belle e buone, usare tanti mezzi efficienti ma probabilmente stiamo perdendo il fulcro della nostra missione: l'annuncio del vangelo!

La parabola del vangelo ci mette di fronte alla grande occasione e responsabilità che ci offrono i nostri gesti: ci sono piccoli gesti di bene che dobbiamo continuare a fare con fiducia, continuare a seminare con pazienza e perseveranza sapendo che possono diventare un domani grandi alberi per la nostra vita o per quella degli altri, ma nello stesso tempo dobbiamo anche stare attenti a non lasciare che piccoli semi di male vengano seminati nella nostra vita, nella società, nelle nostre abitudini: all'inizio sembrano insignificanti e gestibili ma poi anche loro possono diventare grandi alberi.

 

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