TESTO Io sono sempre con te perché sono inte
Santissima Trinità (Anno B) (31/05/2015)
Vangelo: Mt 28,16-20
16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Oggi la Chiesa per commentare la festa della Trinità ci presenta la finale del vangelo di Matteo.
16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
GLI UNDICI=i discepoli non sono più dodici ma undici. Chi manca? Giuda! Dov'è finito? Giuda si è tolto la vita (Mt 27,3-10). Giuda, troppo attaccato alle cose, al denaro, non è riuscito a vivere la prima delle beatitudini, beati i poveri in spirito (Mt 5,3). Giuda pensava che le cose, l'esterno, lo potessero far felice. Ma le cose non ti fanno felice, se tu già non lo sei dentro.
Se in una coppia si uniscono i corpi ma non si uniscono i cuori dopo un po' di tempo la coppia muore.
Se una coppia crede che un buon lavoro, una bella casa, o delle cose la renderanno felice, dopo un po' di tempo riceverà una delusione tremenda.
Se una coppia crede che l'amore sia questione di trovare la persona giusta, dopo un po' di tempo, avrà un'amara sorpresa.
La forza di un albero sono le sue radici. La vita di un uomo sta nel suo cuore e nel suo respiro. E' ciò che hai dentro che ti fa forte.
La forza di una coppia è far sì che i propri cuori si aprano (si raccontino i proprio bisogni, le proprie paure, i propri sogni, le proprie difficoltà) e che le proprie anime si tocchino (sentire la gioia, l'emozione, il dolore, la commozione, la felicità dell'altro).
Quando una persona pensa che l'altro lo farà felice, gli sta delegando ciò che è un suo compito. Nessuno ti può far felice se tu non lo sei. E' ciò che hai dentro che è la tua forza.
Siamo alla sera delle nozze di una coppia di pescatori molto povera. Allora lui dice: "Giorgia, lavorerò tanto e ti prometto che mi comprerò una barca; e poi lavorerò tanto e prenderò dei dipendenti; e poi lavorerò tanto e mi farò un'azienda ittica; e poi lavorerò tanto e aprirò dei mercati anche all'estero, e lavorerò e lavorerò e, te lo prometto, un giorno saremo ricchi". "Ma Francesco, siamo già ricchi: io ho te e tu hai me".
Quando le cose o il lavoro o le faccende vengono prima della relazione, l'amore ha i giorni contati.
ANDARONO IN GALILEA=per 3 volte in Mt c'è l'invito di andare in Galilea dopo la sua resurrezione. Ma cosa ci sarà mai di così interessante in Galilea, visto che solo lì lo possono vedere?
E poi, in Galilea dove? Come dire: "Vai in Veneto e lì mi vedrai!". Sì, ma in Veneto dove? Il Veneto è grande! A Padova? A Venezia? Ad Asiago? A Sottomarina? Dove?
In Galilea Gesù era stato accolto, in Giudea, a Gerusalemme, Gesù era stato ucciso. Dire la Galilea non è quindi dire un luogo ma un modo d'essere. Galilea è dire: "Io ti accolgo Gesù per quello che tu sei".
SUL MONTE INDICATO=letteralmente è "il monte", infatti, c'è l'articolo determinativo e non un monte. Solo che Gesù non ha indicato nessun monte! La Galilea è una zona montagnosa e di monti ce ne sono molti: ma questo è "il monte", non uno qualsiasi.
Allora: Gesù non si può sperimentare a Gerusalemme ma solo in Galilea sul monte che Gesù ha indicato.
Dove ritroviamo "il monte"? Lo ritroviamo in Mt 5,1 quando Gesù proclama le beatitudini "sul monte".
Perché allora bisogna "andare in Galilea sul monte"? Perché visto che quel monte è il monte delle beatitudini e visto che le beatitudini sono il centro, il cuore del messaggio di Gesù, per vedere, fare, l'esperienza del Risorto, cioè di poter sentirlo vivo nella nostra vita, bisogna situarsi nell'atteggiamento delle beatitudini.
Cosa dicono le beatitudini? Dicono: "Che tu abbia un cuore grande e sensibile in modo da poter sentire cosa gli altri vivono: un cuore povero da pretese verso gli altri; un cuore che sa sentire la sofferenza, l'afflizione degli altri anche se dicono: "Tutto bene!"; un cuore che ha fame e sete di giustizia, cioè di cose vere e profonde; un cuore misericordioso, pieno d'amore invece che di rabbia, collera, invidia e possesso; un cuore puro che sa vedere oltre e dietro l'apparenza e ciò che sembra; un cuore che opera per la pace, per unire e per costruire e non per la guerra, per dividere e distruggere; un cuore che segue la sua missione e la sua passione anche se perseguitato, ostacolato o deriso.
Se vivi così, se sali sul monte del cuore, allora tu vedrai il Signore. Se vivi così la sua visione non è qualcosa accaduto solo duemila anni fa ma qualcosa che anche tu puoi fare.
Se tu vivi così senti un'energia, una bellezza, una gioia, una vitalità, che sentirai il Signore.
17 Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
VEDERE=orao; vedere in greco si dice in vari modi. Questo "vedere" non indica la vista fisica ma la vista interiore. Questo vedere riguarda la fede, è lo stesso "vedere" dei puri di cuore. Gesù non garantisce visioni ma la possibilità di "vederlo", di sentirlo, di percepirlo se si hanno gli occhi dell'anima.
PROSTRARONO=perché si prostrano? Perché riconoscono in Gesù qualcosa di diverso. Gesù non è più o solo il Gesù terreno ma Gesù, adesso, è Dio. Vedono in lui la pienezza divina. Per questo si prostrano (ci si prostra solo di fronte a Dio).
Si erano prostrati anche alla Trasfigurazione (Mt 17,6): infatti, quello era un anticipo della resurrezione.
DUBITARONO=(distazo) proprio adesso che lo vedono dubitano: ma che strano! Questa cosa è così difficile da capire che alcuni traduttori in passato hanno alterato il testo traducendo: "Alcuni dubitavano". No, invece, dubitano tutti.
Ma di che cosa dubitano? Non che sia resuscitato: lo vedono! Non che in Gesù ci sia la condizione divina: si prostrano! E allora di che cosa?
L'unica volta che ritroviamo questo verbo in Mt è in Mt 14,31 quando Pietro chiese di camminare sulle acque (camminare sulle acque=avere la condizione divina; solo Dio nell'A.T. aveva il potere di camminare sulle acque) e Gesù gli disse: "Uomo di poca fede perché hai dubitato (distazo)".
Allora di che cosa dubitano? Dubitano di se stessi, dubitano di potercela fare, dubitano di riuscire a fare come Gesù, dubitano di poter aver la forza che Lui ha avuto. Non sanno se saranno capaci di affrontare le difficoltà, le prove, l'opposizione, come Gesù.
In una coppia il dubbio distrugge il rapporto. E' come per Napoleone, che è stato ucciso con delle gocce di veleno, giorno dopo giorno.
In una coppia ad un certo punto si scopre che si è diversi. Allora si scopre che lui non è così rigido come si pensava, ma molto di più. Lei, invece, non controlla tutto in casa perché controlla anche fuori.
Si scopre che quando lui guarda le altre donne lei diventa una iena. Che quando lei va a fare la spesa lui prima che esca le controlla i soldi nel portafoglio.
Lui lascia sempre aperti i cassetti del comò e il vasetto della maionese. Quando finisce la carta igienica non rimette mai un rotolo nuovo. Quando si fa la doccia si dimentica di lavare il box doccia. Il giorno dell'anniversario lui le telefona solo a mezzogiorno.
Lei lascia accese le luci di tutte le stanze e la macchina senza una goccia di benzina. Lei invita le sue amiche e lui se le ritrova a casa senza saperlo. Lei non vuole mai uscire di sera se non il giorno della partita di Champions League.
Lui sa un odore, prima di essersi fatto la doccia, che sembra un caprone. Lei senza trucco sembra una strega, alla mattina per un'ora è meglio non parlarle visto il muso che ha.
Allora che fa il dubbio: "Forse non è lei...; forse non la amo più...; forse mi sono sbagliato...; forse non sono più innamorato...; ecc".
La fede non dubita. La fede dice: "Francesco (Giorgia), abbiamo un problema: troviamo il modo di affrontarlo". Non mettete mai in discussione il vostro amore.
Quando Ferdinando Magellano disse che avrebbe voluto circumnavigare la terra: "Impossibile!". "Impossibile perché nessuno non lo ha mai fatto prima. Quando l'avrò fatto sarà possibile".
Invece di dire "impossibile" trovate il modo per affrontare la difficoltà. Questa è fede!
18 Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
MI E' STATO DATO OGNI POTERE IN CIELO E SULLA TERRA=l'autorità di Gesù riguarda la terra e la sfera divina.
ANDATE=i discepoli non hanno capito niente di Gesù, lo hanno abbandonato e lasciato solo al momento della croce, Pietro lo ha rinnegato, Giuda lo ha tradito e nonostante tutto Gesù li manda: "Andate".
Gesù li manda anche se sono così. Dio non aspetta che siano perfetti. Non aspetta che abbiano una fede forte, che siano solidi e sicuri, che siano convinti del tutto. Anche se sono così, li manda.
DISCEPOLI TUTTI I POPOLI=etné sono le nazioni pagane, quindi le popolazioni emarginate, disprezzate. Allora gli esclusi dall'amore di Dio, anch'essi devono ricevere il suo amore.
BATTEZZANDOLI=non è un rito liturgico quello che Gesù chiede! Battezzare (baptizein) significa immergere, inzuppare nell'acqua.
NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO, DELLO SPIRITO SANTO=il nome significa la persona. Battezzare nel nome del Padre, Figlio e Spirito Santo, non significa fargli il segno della croce, ma battezzare come Gesù ha fatto.
Infatti, si poteva battezzare anche in altri modi, ad esempio come faceva il Battista (Mt 3,6), che era un battesimo completamente diverso da quello di Gesù. Il Battista diceva: convertiti dai tuoi peccati e, come segno del tuo cambiamento, battezzati.
Gesù però non dice così! Gesù dice: "Io ti amo: vuoi il mio amore?". Non c'è nulla da fare, ma solo da accogliere e ricevere l'amore di Dio. Questo è il suo battesimo.
Con Giovanni tu devi fare, cambiare, convertirti e allora puoi ricevere il battesimo. Il battesimo è segno di quello che tu fai per Dio (conversione). Ma con Gesù no: il battesimo è il segno di quello che Dio fa per te (ti ama senza condizioni).
Cosa succede al Battesimo di Gesù (Mt 3,13-17)? Succede che Gesù fa l'esperienza di essere amato.
Lì si aprono i cieli (=la comunicazione con Dio viene ripristinata), lo Spirito discende come una colomba (=l'amor di colomba era un modo per dire "per sempre", come l'amore della colomba per il suo nido) e una voce: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto".
Essere battezzati, allora, non ha nulla a che vedere con il sacramento del Battesimo. Essere battezzati non è essere iscritti nel registro cristiano come appartenenti alla chiesa cattolica ma fare, vivere, l'esperienza di essere amati e di essere i prediletti di Dio.
Una donna ha due figlie: finché giocano una delle due si rompe una gamba. Allora la mamma lascia quella sana dalla vicina di casa e corre al pronto soccorso con la figlia con la gamba rotta. Finché il dottore visita la figlia, la madre dice al dottore: "Mi raccomando, dottore, me la aggiusti bene eh!, perché questa è la mia unica figlia". La figlia la guarda: "Ma mamma, e mia sorella?". E la mamma: "Lei è l'altra figlia unica".
Un giorno una bambina va dalla mamma e gli dice: "Mamma, chi è Dio?". La mamma è in difficoltà: come si fa a spiegare chi è Dio ad una bambina? Già a volte abbiamo le idee confuse noi adulti. Allora la mamma le dice: "Vieni qui". La bambina va dalla mamma e la mamma la prende fra le sue braccia e la abbraccia forte forte. Poi dice alla bimba: "Cosa senti?". "Sento che mi ami, mamma". "Questo è Dio".
Se tu senti quest'amore, se quest'amore ti entra dentro, se ti lasci inondare da quest'amore, cos'accade nella tua vita? Accade che tu diventi potente, forte, coraggioso, hai la Sua Forza in te.
Vi siete mai chiesti perché gli Apostoli (gente vigliacca prima della morte di Gesù) andarono poi in tutto il mondo senza più paura? Perché sentivano l'Amore dentro di loro. Questa era la loro forza.
Vi siete mai chiesti come certi personaggi, Madre Teresa, Francesco, Antonio da Padova, facessero tutto quello che facevano? Si lasciavano amare e la potenza di Dio viveva in loro.
Era il loro segreto: non erano personalità forti o speciali ma la loro forza e il loro potere era il lasciar vivere, il lasciar sprigionare la Forza di Dio in loro. Per questo erano irresistibili.
Quando vivi così, allora, la tua vita cambia (ecco il battesimo).
Il battesimo è il segno di questo cambio: ho incontrato l'amore di Dio, la sua Potenza, io non sono più lo stesso; io non sarò mai più come prima, io sono un uomo diverso.
Francesco prova dire a Giorgia: "Giorgia, tu sei la figlia prediletta di Dio!". "Giorgia, io ti amo, ma sappi che Dio ti ama di più e per sempre!".
Giorgia prova dire a Francesco: "Francesco, tu sei il figlio prediletto di Dio". "Giorgia, io ti amo, ma sappi che Dio ti ama di più e per sempre!".
Allora qui non si tratta, come a volte c'è stato detto, di fare discepoli, cioè seguaci, cristiani.
Ma si tratta di far fare ai pagani, cioè a quelli emarginati, lontani, esclusi, un'esperienza: che anche loro sono amati da Dio. Che anche loro sappiano che Dio non è qualcuno che chiede ma qualcuno che dà; non è qualcuno da servire con riti o preghiere ma qualcuno che ci serve e che ci ama.
20 insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
INSEGNANDO=è la prima volta che nel vangelo di Mt Gesù autorizza i discepoli ad insegnare.
Finora chi è che aveva insegnato? Gesù! E dove ritroviamo questo stesso verbo (didasko)? Lo ritroviamo proprio prima delle beatitudini (Mt 5,2: "Prendendo allora la parola insegnava loro dicendo...").
Quindi i discepoli adesso vanno ad insegnare quello che loro prima hanno imparato: le beatitudini, ad avere cioè un cuore grande, sensibile, vivo, capace d'amare e di emozionarsi, non una dottrina o un credo.
ECCO IO SONO CON VOI=come aveva iniziato Mt il suo vangelo? Proprio con questa espressione: "l'Emmanuele, che significa il Dio con noi" (Mt 1,23). E come finisce? Con la stessa espressione: "Io sono con voi tutti i giorni". Dio è il Dio con noi in ogni giorno.
FINO ALLA FINE DEL MONDO=mondo è "eone" (la traduzione è sbagliata). Non è la fine del mondo ma la fine del tempo; non si tratta di una scadenza. Gesù non ci mette paura con la fine del mondo.
Gesù assicura che se uno vive così (cioè secondo lo spirito delle Beatitudini) Lui sarà con noi "per sempre". Non è quindi una scadenza ma una qualità della presenza di Gesù. Cioè: Gesù sarà con noi per sempre.
Ma com'è che Gesù è con noi? Fisicamente Gesù c'è? No! Se gli chiediamo qualcosa (che ci dia soldi, salute, lavoro) lui risponde sempre? No. E, allora, come c'è?
Lui c'è sempre con noi... ma non sempre come noi vogliamo.
Due giovani si sposano. Lui è molto legato a sua madre e deve dire a sua madre: "Mamma, adesso la mia compagna viene prima di te". Dov'è qui Dio? Dio è il coraggio di dirlo, anche se questo può creare delusione alla madre. Ma non si può fare una nuova famiglia se si è ancora dentro a quella precedente.
Lei non riesce a lasciarsi andare nella sessualità. Ma ha paura di parlarne, non ne ha mai parlato... e poi si vergogna. Sembra che per gli altri tutto sia a posto... e lei l'unica che...! Dov'è qui Dio? Dio è la Forza che c'è dentro di te per affrontare la questione, anche se è difficile.
Un uomo soffre di attacchi di panico e non riesce a stare a casa da solo. Dov'è qui Dio? Dio è la Luce per vedere cosa c'è nell'animo di quest'uomo, anche se fa paura vedere ciò che c'è da vedere.
Una ragazza ha perso la madre di quarant'anni. Dov'è Dio qui? Dio è la Consolazione, il Conforto, che le permette di non disperarsi e di accettare una cosa così dolorosa.
Un ragazzo, dopo otto anni di fidanzamento, deve dire alla sua ragazza che non la ama più. Dov'è Dio qui? Dio è il coraggio di dire una cosa così dura ma vera.
Durante la guerra il Duomo di Colonia viene bombardato e il Cristo cade e si rompono le mani e i piedi. Allora viene raccolto dalle macerie e il parroco ci mette un cartello: "Dio non ha mani se non che le nostre mani (per fare, costruire, realizzare, cambiare), Dio non ha piedi se non che i nostri piedi (per andare, incontrare), Dio non ha cuore se non che il nostro cuore (per amare questi uomini e questo mondo).
Un giorno un uomo, inviperito dopo aver ascoltato il telegiornale, nella sua preghiera si rivolge a Dio: "Senti un po' Signore, ma che fai Tu? Che fai per i bambini che muoiono di fame? E per tutte quelle persone innocenti uccise e che non c'entrano niente, che fai tu? E per tutta questa ingiustizia, tu che cosa hai fatto?". Allora Dio gli dice: "Mi chiedi, che cosa ho fatto io?". "Sì, proprio questo!: che cosa hai fatto tu?". "Ho fatto te".
Lui è sempre con noi come forza, coraggio, luce, energia, vitalità, fiducia, perdono, compassione...: poi tocca a noi attingere al Dio che è sempre con noi dentro di noi!
Pensiero della settimana
Dio ogni giorno mi prega e mi dice:
"Dove sei?... Perché non intervieni?... Perché non ti coinvolgi?... Perché non dici nulla?... Perché non lotti?... Perché non mi difendi?... Perché non scendi in piazza?... Perché tu non fai niente?".
Anche in croce è stato così: nessuno intervenne,
nessuno si oppose mentre l'impotente Gesù moriva.
Non sono più io che ti chiedo: "Dove sei?",
ma sei tu che chiedi a me: "Dove sei?".
Sei tu che mi chiedi di non lasciarti nuovamente morire.
Sei tu che mi dici: "Io sono la tua Forza,
perché non mi usi?".
Avere una Ferrari... e lasciarla in garage: questo è vero peccato!