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TESTO Commento su Giovanni 15,1-8

Gaetano Salvati

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V Domenica di Pasqua (Anno B) (03/05/2015)

Vangelo: Gv 15,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,1-8

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

La legittima paura dei discepoli alla vista di Paolo, divenuto credente sulla via di Damasco (At 9,26), rileva l'assoluta necessità del cristiano a non adagiarsi ad una passività priva di relazione, alla paura di aprirsi all'altro; ma abbandonarsi a Dio, al Suo dono, che è la fede.

Il dono della fede non è fusione mistica: è dialogo consapevole fra un Tu e un io. Nel vangelo di oggi questa relazione assume il carattere di comunione: "Rimanete in me e io in voi" (Gv 15,4). È l'intimità con Dio, la stupenda possibilità di conoscerLo, assaporare la Sua presenza fra di noi. Tale presenza ci rende Chiesa, uniti in Lui per partecipare alla vita divina.

"Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto" (v.7). La Sua presenza non ci fa, non deve farci, astanti egoisti della Sua parola, bensì operai di verità, costruttori del Suo amore (non del nostro), cristiani coerenti con ciò che si ascolta, che ama "non a parole né con la lingua, ma con i fatti" (1Gv 3,18). Dunque quel "chiedete quello che volete" è il risultato del nostro incontro con Cristo: noi chiediamo perché sappiamo che dinanzi a noi, in noi, fra di noi, c'è Dio che non ci lascia mai da soli, nelle difficoltà, nei dubbi, nelle ansie quotidiane. Cosa chiederemo allora? La Sua perenne vicinanza che rende la nostra vita piena, gioiosa.

"Che portiate molto frutto" (Gv 15,8). Il frutto da portare nel nostro cuore e fra le mani è Cristo Gesù. Lui dà significato alla pace, alla pienezza. Noi, infatti, non bisogna accontentarsi di una verità che qualsiasi benefattore può elargire; è necessario testimoniare il Signore, e in Lui sentirsi fratelli di un unico cammino di vita. Amen.

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