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TESTO Commento su Lc 6,39-42

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

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Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/09/2013)

Vangelo: Lc 6,39-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,39-42

39Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

41Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

La richiesta di Gesù è diventata proverbiale ed è colma di buon senso: come possiamo condurre un cieco se noi per primi siamo ciechi? Come possiamo togliere la pagliuzza dall'occhio del fratello se prima non togliamo la trave che portiamo nel nostro occhio? Quanto è vero ciò che dice il Signore! Istintivamente siamo sempre pronti a scusarci, ad essere molto indulgenti con noi stessi, ad avere mille giustificazioni per attenuare le nostre responsabilità e molto più severi nel guardare i difetti degli altri, a stigmatizzarli, amplificarli, evidenziarli... I nuovi mezzi che abbiamo a disposizione poi, se possibile, hanno esasperato questa possibilità: spesso protetti dall'anonimato siamo impietosi nell'esprimere giudizi, quasi sempre temerari e affatto documentati, facciamo diventare l'orribile vizio del pettegolezzo una quasi-virtù. No: se discepoli siamo seriamente invitati a ragionare in altro modo, a metterci dal punto di vista di Dio che vede con misericordia ciascuno di noi, che non si sofferma sulla miseria (che va riconosciuta e superata) ma sulla possibilità di conversione che ognuno di noi porta in se stesso. Coraggio, allora, convertiamoci!

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