TESTO Commento su Lc 1,26-38
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Beata Vergine Maria Regina (22/08/2013)
Vangelo: Lc 1,39-47
39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
46Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore»,
Una parabola che mischia dolcezza e amarezza, carezza e schiaffo, speranza e delusione. Ci rallegra: la vita di Dio è come una bella festa di nozze, Dio è lo sposo dell'umanità. Niente a che vedere con l'orribile idea di lui che si siamo fatti, Dio non è il sommo egoista bastante a se stesso che dall'alto della sua perfezione guarda distrattamente al nostro destino. Dio collabora alla nostra gioia, è la sorgente e l'obiettivo finale della nostra ricerca! Allora, se è così, certi modi di immaginare Dio, proiezione della nostre paure, vanno radicalmente convertiti. La fede ha a che fare con l'innamoramento, con l'attrazione, con la gioia dilagante! Almeno un poco dovrebbe vedersi durante le nostre assemblee. Ma è anche una pagina che ci rattrista: davanti a questa notizia straordinaria... abbiamo cose ben più importanti da fare! Quanto è vero! Le cose dello spirito sono in fondo alla lista delle nostre priorità. E così facendo, ci perdiamo la gioia infinita di Dio che non è emozione ma consapevolezza profonda del nostro destino. Allora, certo, tutto diventa rovina. Siamo invitati alle nozze dell'agnello: cosa abbiamo di meglio da fare, oggi?