TESTO Commento su Mt 14,13-21
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
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Lunedì della XVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (05/08/2013)
Vangelo: Mt 14,13-21 (o Mt 14,22-36)
È tutto uno stupore il vangelo di oggi. Leggiamo e il nostro cuore si allarga: che tenerezza vedere Gesù che ha bisogno di solitudine, di staccare dalla fatica dell'annuncio, di riposarsi, proprio come noi quando siamo travolti dalle cose da fare, quando la quotidianità ci ruba tutti gli spazi e diventiamo schiavi della fretta. Anche Gesù, come noi, ha il coraggio di prendersi degli spazi, di nutrire l'anima. Ma il suo non è un atteggiamento egoistico: quando vede le folle invece di stizzirsi per le vacanze saltate, prova compassione per loro, per noi, e agisce. Parla, annuncia, dona speranza, incoraggia, scuote, emoziona, riempie. Ma vede anche che le ore passano: c'è bisogno di mangiare. Come fare? Gesù coglie l'occasione per insegnare qualcosa di enorme: sono gli apostoli, ora, a doversene occupare. Sono loro che devono mettere in gioco quel poco che hanno per sfamare l'intera umanità. E così accade. La gente si sfama, abituati a mangiare forse una volta al giorno, si riempiono la pancia, si mettono i tasca i pani e ancora ne avanza. Dodici ceste. Dodici: il numero della pienezza. Se, discepoli del compassionevole abbiamo il coraggio di mettere in gioco quel poco che siamo,. non mancherà mai nulla per nessuno.