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TESTO Commento su Gv 7,1-2.10.25-30

Paolo Curtaz   Ti racconto la Parola

Venerdì della IV settimana di Quaresima (15/03/2013)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.

2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne.

10Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.

25Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». 28Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».

30Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

C'è sempre qualcuno che ha bisogno di conferme, che sbatte i pugni, che si appella alle regole. Il problema, nell'infuocata diatriba fra Gesù e i suoi correligionari, è che egli parla liberamente e nessuno lo ferma. Forse lo hanno riconosciuto come Messia? Quante volte qualche cattolico fervente mi chiede per quale ragione la Chiesa (cioè?) non ferma taluno o talaltro, accusati, di solito, di essere troppo chiusi o troppo aperti! Non è a colpi di scomuniche che annunciamo Gesù Cristo: va bene fare chiarezza, certo, ma senza cadere nell'illusione che la verità si imponga per decreto legge... Nonostante la tensione crescente Gesù non tace e grida la sua fede, grida nel tempio la sua prospettiva di Dio. Anche nei nostri templi e nelle nostre chiese siamo chiamati a dire la nostra fede senza paura, con coraggio e determinazione. Curiosa, infine, l'annotazione cronologica di Giovanni; siamo nelle vicinanze della festa delle Capanne, festa che ricordava il lungo peregrinare nel deserto, nella terra di mezzo, di Israele. Giovanni la definisce come "festa dei Giudei". Non è più una festa di Dio, ma un orizzonte solo umano contro cui Gesù con forza si scontrerà...

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