TESTO Commento su Lc 5,27-32
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
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Sabato dopo le Ceneri (16/02/2013)
Vangelo: Lc 5,27-32
27Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 31Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Durante questa quaresima vogliamo mettere al centro la fede, fede da consolidare, da purificare, da testimoniare, da conoscere. E il vangelo di oggi ci fornisce una linea di pensiero salda e proficua: la fede non è anzitutto credere ad un "corpus" di contenuti, non è una dottrina da mandare a memoria ma una persona da incontrare. Credere significa accogliere la provocazione del Signore Gesù che ci viene incontro e ci invita a seguirlo. Noi crediamo ad una persona, a ciò che egli ci ha detto, e "credere" significa fidarsi di lui. Gesù è credibile perché vive ciò che dice, perché parla di Dio in maniera nuova, perché è autorevole. Così conoscerlo significa entrare nel suo mondo, conoscere il Padre e ricevere il dono dello Spirito che ce lo rende accessibile. L'iniziativa parte sempre da Dio: è lui che ci viene incontro e ci invita, senza condizioni, senza pregiudiziali. Levi il pubblicano è la persona più lontana dalla fede che si possa immaginare ma Gesù non se ne preoccupa. Vede in Levi il Matteo che può diventare, non ha paura di osare. Lasciamoci incontrare, allora, non abbiamo paura della nostra fragilità e delle nostre malattie interiori perché il Signore viene apposta per quelli come noi...