TESTO Commento su Gv 16,12-15
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Santissima Trinità (Anno C) (26/05/2013)
Vangelo: Gv 16,12-15
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«12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Gesù ci svela che Dio è Trinità, cioè comunione. Ci dice che se noi vediamo "da fuori" che Dio è unico, in realtà questa unità è frutto della comunione del Padre col Figlio nello Spirito Santo. Talmente uniti da essere uno, talmente orientati l'uno verso l'altro da essere totalmente uniti.
Dio non è solitudine, immutabile e asettica perfezione, ma è comunione, festa, famiglia, amore, tensione dell'uno verso l'altro. Solo Gesù poteva farci accedere alla stanza interiore di Dio, solo Gesù poteva svelarci l'intima gioia, l'intimo tormento di Dio: la comunione. Una comunione piena, un dialogo talmente armonico, un dono di sé talmente realizzato, che noi, da fuori, vediamo un Dio unico.
Dio è Trinità, relazione, danza, festa, armonia, passione, dono, cuore. Allora finalmente capisco l'inutile lezione di catechismo di quando, bambino, vedevo il parroco tracciare sulla lavagna l'addizione: 1+1+1=1 mentre disegnava un triangolo equilatero. Tenero. Sbagliava operazione. In verità 1x1x1=1. È proprio perché il Padre ama il Figlio che ama il Padre e questo amore è lo Spirito Santo, che noi, da fuori, vediamo un'unità assoluta. Se Dio è comunione, in lui siamo battezzati e a sua immagine siamo stati creati; ma, se questo è vero, le conseguenze sono enormi. La solitudine ci è insopportabile perché inconcepibile in una logica di comunione, perché siamo creati a immagine della danza. Se giochiamo la nostra vita da solitari non riusciremo mai a trovare la luce interiore perché ci allontaniamo dal progetto che Dio ha per noi.