TESTO Commento su Marco 1,12-15
I Domenica di Quaresima (Anno B) (22/02/2015)
Vangelo: Mc 1,12-15
12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Il tempo liturgico che si apre davanti a noi è quello della Quaresima.
Due segni delimitano i confini di questo tempo forte: le ceneri da un lato e l'acqua dall'altro. Con le ceneri vengono cosparse le nostre teste nel mercoledì delle Ceneri nel rito romano, la prima domenica di Quaresima nel rito ambrosiano. Con l'acqua vengono lavati i piedi nel Giovedì Santo, giorno ultimo a conclusione della Quaresima ed all'inizio del Triduo Sacro.
Questi due segni che la liturgia propone ci danno le indicazioni preziose per vivere questo tempo forte di 40 giorni in cui come cristiani siamo chiamati a vincere le nostre freddezze e a mettere maggior benzina nel nostro motore.
Questo è il periodo in cui c'è anche un‘irrefrenabile corsa a fare grandi progetti.
Questi due segni nella loro semplicità ci invitano a vivere il tempo di preparazione alla Pasqua nella dimensione della penitenza.
La cenere ci richiama la limitatezza della nostra vita. La formula del Messale ci richiama proprio questo: "Polvere sei e polvere ritornerai".
Questa dimensione della penitenza è possibile ponendosi in un clima di raccoglimento e accostandosi alla Parola di Dio con più assiduità per porre sotto il riflettore la nostra vita spirituale e cercare di individuare le nostre mancanze e le nostre fragilità.
La Parola di Dio penetra nelle nostre profondità e mette a nudo tutti quei lati oscuri che ci impediscono di vivere la nostra vita di fede. La preghiera assidua ci aiuta a far sì che quella parola venga ruminata e faccia affiorare maggiormente il nostro desiderio di riconciliarci con Dio. Allora l'accostarsi al Sacramento della Riconciliazione potrà diventare più semplice.
L'acqua invece ci richiama, una volta bagnati i nostri piedi, alla dimensione del servizio. Il servire il fratello, sul modello di Gesù che, non essendo venuto per esser servito, ma per servire, si è posto ai piedi dei discepoli e ha cosparso i loro piedi di acqua. Un servizio che si fa attento alle persone che ci stanno vicino, nelle comunità, nella famiglia ancor prima e nei luoghi di lavoro. Non compiendo gesti straordinari, ma facendo bene quello che l'ordinarietà ci propone.
In questa domenica siamo chiamati a contemplare Gesù che combatte contro le tentazioni che il demonio instilla.
Quando il cammino si fa più arduo, il nemico, il divisore cerca subito di affievolire la corsa. Gesù ha appena ricevuto il Battesimo da Giovanni, quella domenica del Battesimo di Gesù concludeva il tempo natalizio, e il tempo forte della Quaresima si apre con questa scena successiva in cui Gesù viene tentato nel deserto.
Gesù nel Battesimo compiva il suo primo atto nel ministero pubblico. Oggi Gesù ci dice che per compiere la propria missione c'è bisogno di intimità con il Padre. Luogo biblico in cui l'intimità cresce è sicuramente il deserto. Nel deserto il popolo conosce la potenza del Dio di Jahvé, nel deserto il profeta Osea ci dice che il Signore vuole parlare al cuore del popolo, il Battista nel deserto invita il popolo del tempo a spianare le strade. Per noi una grande lezione a fare deserto nella nostra vita per ascoltare maggiormente il Signore. Occorre mettere al bando le troppe distrazioni per mettere al centro Gesù: ognuno pensi a ciò che può fare!
Gesù nel deserto fa esperienza di contrasto con il male. Questo male è divisore e trova in Satana il suo principe. Baudelaire sosteneva che la maggior astuzia del diavolo è di farci credere che non esiste. Invece nella giornata odierna, come ogni anno, siamo invitati a considerare che questa è una realtà con cui il cristiano fa e deve fare i conti. Tuttavia, attenzione, anche a una certa spiritualità che si fonda nella superstizione e che vive la propria fede in una dimensione di paura.
C'è una critica forte alla Chiesa e ai preti perché parlano poco del diavolo, come realtà. Io sostengo quanto affermato da Monsignor Zenti, Vescovo attuale di Verona che affermava: "Non conviene parlare troppo di Satana. C'è il rischio che se ne faccia propaganda, pur con tutta l'intenzione contraria. La nostra pubblicità conviene riservarla, in esclusiva, al Vangelo. E occorre essere attenti a non dare l'impressione che alla fine il vincitore è lui"».
Noi amiamo Gesù non perché abbiamo paura del diavolo, ma perché lo stesso Gesù ci ha amato per primo. Satana non è un Dio alternativo ma un cane alla catena. Il suo mistero è che non si arrende mai e ha una grande forza. Quella che dovremmo avere anche noi per combatterlo.
Non abbiate paura Cristo ha vinto sul male e sulla morte. Con la Pasqua vivremo la vittoria della vita sulla morte. A noi il compito di seguire Gesù per respirare quella grazia che ci avvolge e non ci fa temere.
Sia questo della Quaresima il tempo propizio per riscoprire l'intimità con Lui facendo deserto per metterLo al centro con la Sua Parola e con la nostra preghiera e scoprendolo nel volto dei fratelli che ci stanno vicino nel servizio ordinario di tutti i giorni, compiendo bene il nostro dovere.