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TESTO Commento su Mc 7, 32-35

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Venerdì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/02/2015)

Vangelo: Mc 7,31-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: " Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
Mc 7, 32-35

Come vivere questa Parola?
Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? ci dirà Gesù nel capitolo successivo (8,18)! Egli prende il sordomuto e lo porta in disparte. Colui che dovrà udire e vedere è "separato" dalla folla e portato a udire e vedere ciò che in nessun luogo umano è dato di udire e vedere, ossia il mistero della persona di Gesù Cristo, che né la carne, né il sangue sono in grado di comprendere.
Il dono della rivelazione parte dall'ascolto (prima apre gli orecchi), solo dopo si schiude la parola (si sciolse il nodo della lingua). Questa è una nuova nascita: dall'isolamento relazionale alla pienezza di comunione, grazie a Gesù!
L'incontro vero con gli altri inizia dal mettersi in ginocchio! L'annuncio comincia dall'ascolto della Parola di Dio! Gesù ci educa a partire da una relazione profonda, personale, intima con Lui, per non portare noi stessi, ma essere profeti di Lui!

Aiutaci Signore a piegare le ginocchia davanti a te: prendi e guida la mia mente e rendila pronta al tuo servizio.

La voce di Papa Francesco
"Lui ci fa conoscere il Padre, ci fa conoscere questa vita interiore che Lui ha. E a chi rivela questo il Padre? A chi dà questa grazia? ‘Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli'. Soltanto quelli che hanno il cuore come i piccoli, che sono capaci di ricevere questa rivelazione, il cuore umile, mite, che sente il bisogno di pregare, di aprirsi a Dio, si sente povero; soltanto quello che va avanti con la prima Beatitudine: i poveri di spirito. Tanti possono conoscere la scienza, la teologia pure, tanti! Ma se non fanno questa teologia in ginocchio, cioè umilmente, come piccoli, non capiranno nulla. Ci diranno tante cose, ma non capiranno nulla. Soltanto questa povertà è capace di ricevere la Rivelazione che il Padre dà tramite Gesù, attraverso Gesù. E Gesù è umile, è mite, ed è venuto per gli umili, per i miti, a portare la salvezza agli ammalati, ai poveri, agli oppressi".
Omelia Cappella della Casa Santa Marta, 12 febbraio 2014

suor Monica Giannoli FMA - mogianna@libero.it

 

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