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TESTO Commento su Mt 1, 19-21

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18 Dicembre (18/12/2014)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù"».
Mt 1, 19-21

Come vivere questa Parola?
Natale è vicino. Il Vangelo odierno ci pone davanti come esempio di preparazione al grande avvenimento - oltre a Giovanni Battista (vedi il Vangelo di domenica scorsa) - la splendida figura di san Giuseppe, lo Sposo di Maria.
Il vangelo lo scolpisce con una semplice parola: «uomo giusto». Il Giusto, nella spiritualità biblica antico-testamentaria, è l'uomo che si conforma costantemente alla Volontà di Dio, costi quello che costi. Si noterà come Giuseppe nella situazione drammatica e misteriosa in cui si viene a trovare, non dice una parola, mai: segno di una profonda interiorità e di un totale affidamento al piano di Dio. Quel Bambino che era sbocciato nel grembo verginale della sua Sposa veniva da Altrove, e se per nascere aveva bisogno di Maria, per vivere e per crescere aveva bisogno anche di Giuseppe. Egli aveva compreso, nello Spirito, che dietro il disegno meraviglioso di Dio, c'era una misteriosa chiamata anche per lui, e che ora doveva acconsentirvi liberamente. Non si richiedeva a Giuseppe di amare di meno Maria, ma di amarla di più, di un amore silenzioso, non invadente, che si fa in disparte, per lasciare libero campo al mistero dell'Amore trascendente.
E così Giuseppe impara ad essere padre attraverso una paternità nuova, che si tiene nell'ombra. Fin dai primi istanti del concepimento del Bambino e soprattutto quando, come vero padre secondo la legge, dovrà imporgli il nome, egli sentirà nel profondo del suo cuore che quel Bambino non era suo, che non avrebbe mai dimorato presso di lui, ma che avrebbe dovuto occuparsi prima di tutto delle «cose del Padre suo» (Lc 2,49). Quindi una paternità sostitutiva, vicaria che si tiene nell'ombra. Mi chiedo: "C'è forse un'altra paternità possibile su questa terra e che sia vera?». Così pure, di fronte a un amore rispettoso che sa farsi da parte e mettersi nell'ombra, come ha fatto Giuseppe, mi chiedo ancora: «Esiste forse un amore vero, diverso, quaggiù, che permetta alla persona amata di essere autonoma, per adorare il mistero di Dio che abita in lei?».

O Signore, aiutami a seguire le orme dell'Uomo Giusto, che si è fatto silenzio adorante!

La voce della Liturgia
«Egli (san Giuseppe), uomo giusto, da te fu prescelto come sposo di Maria, Vergine e Madre di Dio. Servo saggio e fedele fu posto a capo della santa famiglia, per custodire, come padre, il tuo unico Figlio, concepito per opera dello Spirito Santo, Gesù Cristo nostro Signore»
dal prefazio della solennità di San Giuseppe.

Don Ferdinando Bergamelli - SDB f.bergamelli@tiscali.it

 

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