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TESTO Commento su Gen 15,1-6; 21,1-3; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40

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Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (28/12/2014)

Vangelo: Gen 15,1-6; 21,1-3; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

SIRACIDE uno dei testi veterotestamentari del primo tempo del II secolo a.C., testo di tipo apologetico e didattico, che trova la sua triologia sapienzale con il libro dei Proverbi e il libro Sapienza; testi che dovrebbero essere insegnati all'Uomo di oggi sin dalla sua infanzia, e forse avremmo una società umana valoriale più rispettosa della vita e del prossimo.
E che dire della mitica lettera ai COLOSSESI di San Paolo, tanto usata e abusata dalla Chiesa e dalla cultura maritomaschilista matrimoniale con il famoso passo del segmento definito Codice di morale domestica: "Voi moglie state sottomesse ai mariti come conviene nel Signore. Voi mariti amate le vostre moglie e non trattatele con durezza. Voi figli obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore!" Però alla lettera le va riconosciuto il merito di costruisce in forma definita la triangolazione familiare: padre, madre e figlio, che sarà la pietra angolare di tutto il sistema sociale, ancora oggi definita "famiglia". Il termine "famiglia", che procede dal latino famīlia, "gruppo di servi e schiavi patrimonio del capo della gens", è anche derivato da famŭlus, "servo, schiavo"; ne significato di famīlia erano inclusi anche la sposa e figli del pater familias, a cui appartenevano legalmente.

E veniamo al Vangelo di Luca in cui si parla di Giuseppe, Maria e Gesù, intesi come unione familiare, nei cap. 1 e 2, dalla nascita di Gesù e fino al suo ritrovamento nel Tempio, dopo di ché Giuseppe "sparisce".
Santa Famiglia? Proviamo ad esaminare asetticamente i personaggi che compongono questa "santa" Famiglia e di calarli nella realtà di oggi, evitando tutti gli sdolcinamenti iconografici che l'avvolgono.
Il quadro socio-economico di allora, con l'occupazione romana (oggi l'occupazione è dei sistemi socio-economici bancari-politico-mafiosi) sarà stato certamente simile a quello di oggi, con povertà e ricchezza stridenti una accanto all'altra, una dentro l'altra.
GIUSEPPE, un "falegname", un piccolo artigiano, per il quale si suppone uno status economico medio, diciamo che conduceva una vita decorosa, senza grossi problemi, forse anche con un certo prestigio sociale, visto che si preoccupa di "licenziare" Maria in segreto per evitare "grane" sociali. Giuseppe quindi soprattutto un israelita praticante, rispettoso delle norme e prescrizioni (anche troppe) imposte dalla dura cervice umana sacerdotale, fatte più di forma che di sostanza, ma anche un uomo, tutto sommato, che subisce il fato e che appare poco e marginalmente nei Vangeli canonici, un poco di più nei testi apocrifi.
MARIA, una donna, forse è meglio dire una ragazza di 15/16 anni, di certo bella, riservata, pudica, e, come Giuseppe, una israelita praticante, che di fronte a un annuncio, quanto meno scioccante che sarebbe rimasta incinta per opera dell'Altissimo, esprime tutto il suo stupore umano affermando "Come avverrà questo poiché non conosco uomo?". Una donna talmente frastornata da cosa le sta succedendo in sé e fuori di sé che non le rimane altro da fare se non quello di "conservare e meditare in cuor proprio", forse perché, al di fuori di lei, nessuno poteva e/o voleva comprendere quello che stava accadendo. Una donna che però continua la sua strada fin sotto la Croce di suo Figlio, e anche dopo, forse ricoprendo anche un ruolo di collante nella primordiale chiesa cristiana, a convalidare quella sua essenzialità così forte e pregnante in tutti i 72 libri della Bibbia, che Dio le ha riservato nel progetto di salvezza dell'Umanità.

GESU', colui che cambierà la Storia con la sua "incarnazione" umana; in tutta la sua vita si proclamerà sempre "figlio dell'uomo", tenendo per sé la sua divinità (tant'è che spesso imporrà ai suoi discepoli di non dire all'esterno chi è lui). Un figlio talmente umano che la Storia gli ha imposto di nascere in un ambiente umile, altro che clinica o ospedale con tutta l'assistenza sanitaria del caso, ma che forse oggi è più vicina la prima esperienza che non la seconda per milioni di famiglie. Un figlio anche un po' "conflittuale" verso sua Madre (vedi ritrovamento nel Tempio e nozze di Cana, fino a subire il passaggio ad altro uomo, Giovanni, sotto la Croce...), anche se egli cresceva e si fortificava pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.

E oggi? Cosa è e come è la nostra Famiglia oggi in rapporto a quella evangelica?
La comunicazione tecnologica di massa sempre più ci propina soluzioni di vita insieme che partono dalla classica famiglia (nella pubblicità) a convivenze, unioni di fatto, famiglie allargate, ecc. con ruoli socio-genitoriali e di genere sempre più ambigui.
Padri che da una parte hanno perso il loro ruolo di Uomo, anche se è vero che sempre più stanno riscoprendo il ruolo di padri che si curano dei figli sin dall'infanzia a causa delle mogli che sempre più sono impegnate nel mondo del lavoro (di necessità si fa virtù...).
Madri sottoposte a stress sociale, relazionale e competitivo, così forte sia nel mondo del lavoro che nella ordinaria quotidianità da indurle a compie atti omicidi verso i propri figli in un numero sempre più esponenziale.
Figli sempre più fragili perché sempre meno abituati a "lottare" per avere, perché tutto viene concesso per evitare traumi psicologici ecc...e in ciò la pubblicità ne è una causa maggiorente.
Insomma all'apparenza una società disgregata, liquida, in confusione, relativista, all'apparenza una unione di persone sotto la roboante dicitura "Famiglia", per la quale ci si riempie la bocca con le migliori parole e propositi e con le migliori disattese degli stessi.
All'apparenza dicevamo perché, se poi guardiamo bene, vale quel vero detto che "fa più rumore un albero che cade, che non una foresta che cresce"...e allora guardiamo con speranza alle miriadi "sante" famiglie ad ogni latitudine che vivono l'eroicità della quotidianità, accettandosi, sopportandosi e supportandosi, condividendo e dividendo al loro interno e al loro esterno ogni aspetto della vita insieme.
Cosa ci insegna di santo tutto sommato la Famiglia di Nazareth? Due qualità: la fiducia e la pazienza.

La FIDUCIA all'interno della famiglia tra i suoi componenti anche quando sembra non essercene ragione, e verso Colui che tutto può nella misura in cui noi vogliamo che possa. Fiducia che non è solo il buonismo "io mi fido di te", ma è soprattutto la fiducia chiamata "perdono", "accoglienza", "credere" per continuare ogni giorno quel "io accolgo te..." pronunciato tanto o poco tempo fa.
La PAZIENZA verso noi stessi e all'interno della famiglia, nonché verso il prossimo, cercando di comprendere ed accettare anche là dove diventa umanamente difficile comprendere e accettare. La pazienza che è anche esercizio di volontà e di cambiamento in sé, per sé e con l'altro/a, per non accettare passivamente o con rassegnazione chi ci sta accanto.
Giuseppe e Maria due esempi umani di questa fiducia e di questa pazienza spesso contro ogni logica e ragione umana, semplicemente affidandosi, pur nell'umana perplessità, a Colui che non chiede mai più di quello che ognuno di noi può fare per realizzare il suo "progetto di salvezza" per l'Umanità.

Davanti a ognuno di noi, ogni giorno, abbiamo esempi di santità familiare vissuta senza clamori, a partire da chi si è appena sposato a chi continua a vivere i suoi 50/60 anni di vita coniugale, insieme, e ancora oggi si guardano con occhi innamorati: queste oggi sono la SANTA FAMIGLIA, che ci piace avere davanti come esempio (anche se ammetto spesso non riusciamo a seguirlo...), perché se ce l'hanno fatta loro, ce la possiamo fare anche noi, con fiducia e pazienza.

Riflessioni:
- Ogni giorno come singolo nella famiglia sono chiamato a essere responsabile del suo bene. E' un dovere che ho ben presente o...?
- Come coppia che forma una Famiglia cerchiamo di "ascoltare-vedere-agire" accogliendoci con fiducia e pazienza reciproca?
- La nostra Famiglia è una famiglia single nella Comunità socio-ecclesiale o è una famiglia della e nella Comunità per la quale vive e agisce concretamente secondo i suoi carismi e le sue possibilità?

Famiglia Maria Grazia e Claudio Righi

 

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