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TESTO Commento su Matteo 21,10-17

don Michele Cerutti

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Domenica della Dedicazione del Duomo di Milano, Chiesa Madre di tutti i fedeli ambrosiani (Anno A) (19/10/2014)

Vangelo: Mt 21,10-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,10-17

10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». 11E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

12Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 13e disse loro: «Sta scritto:

La mia casa sarà chiamata casa di preghiera.

Voi invece ne fate un covo di ladri».

14Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. 15Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, 16e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto:

Dalla bocca di bambini e di lattanti

hai tratto per te una lode?».

17Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

La Dedicazione del Duomo di Milano (Cattedrale di Santa Maria Nascente) è una Solennità liturgica celebrata dalla Chiesa cattolica di Rito Ambrosiano la III settimana di ottobre.

Fu san Carlo Borromeo nel 1577 a istituire la festa, fissandone la celebrazione la terza domenica del mese di ottobre. Nella terza domenica del mese di ottobre del 1418 Papa Martino V consacrò l'altare maggiore dell'antica cattedrale milanese e in ricordo di quell'avvenimento fu fissata la data mobile della festa. E' una festa che ci fa riscoprire la dimensione missionaria della Chiesa milanese intorno al Vescovo.

Gesù stesso, nel brano evangelico di oggi, ci aiuta a riscoprire lo stile missionario.

C'è appena stato un ingresso trionfante a Gerusalemme con le folle che acclamano il Maestro che entra in quella città sul dorso di un asino. Gesù poteva rimanere sulla cresta dell'onda di quel trionfo acclamato dal popolo; tuttavia davanti allo spettacolo che gli si presenta - un tempio che diviene sempre di più una spelonca di ladri - non riesce a trattenere la sua rabbia.

Gesù non si preoccupa della popolarità ed esterna la sua rabbia.

La missione non può essere fatta alla ricerca della popolarità, ma nella convinzione che la verità deve uscire anche se questa può "bruciare" a qualcuno. State certi la verità potrà "bruciare", ma riesce sempre a ripagare.

Gli scribi e i sommi sacerdoti accusano Gesù, ma il popolo lo apprezza.

E' così anche oggi: gli scribi li potremmo identificare con i mezzi di comunicazione che intendono "tirare per la giacca" il messaggio evangelico e invitano la Chiesa a uscire da una sorta di "conservatorismo" (come reputano i mezzi di comunicazione) e aprirsi a una novità che il mondo attuale propone.

Allora nelle giornate del Sinodo abbiamo visto come i giornali non hanno capito il grande dibattito all'interno della Chiesa sul tema della famiglia e hanno parlato di divisioni, non comprendendo che il dibattito è l'anima della Chiesa e che lo Spirito Santo tira la sintesi.

Dall'altro lato invece i sommi sacerdoti possiamo identificarli con chi nella Chiesa non ha compreso la novità del Concilio e rimpiange un modello di Chiesa, scuola di santità, ma oggi improponibile.

In mezzo la gran parte del Popolo di Dio che si apre alla novità del Vangelo e comprende che la Chiesa va avanti per le pulsioni dello Spirito Santo.

La Chiesa di Milano ricca di una grande tradizione si inserisce nella storia della Chiesa universale cercando di muoversi proprio spinta dalla luce dello Spirito Santo. La Luce dello Spirito è l'unica luce tra le tante che il mondo propone.

Guardando al XX ed al XXI secolo i pastori di questa Chiesa si sono contraddistinti per impegno e zelo pastorale.

Il Cardinal Ferrari era amico di don Guanella. Questa sua amicizia dimostrò la lungimiranza del beato cardinale a essere pastore capace di leggere i segni dei tempi. Don Guanella era considerato da più parti un pazzo. La Chiesa lo riconoscerà Santo un secolo più tardi.

Del Cardinal Ferrari sappiamo che prestò, poi, sul piano pastorale una particolare attenzione ai problemi del laicato e del suo ruolo all'interno della Chiesa.
Schuster, fu il Cardinale che denunciò il fascismo:

«È nata all'estero e serpeggia un po' dovunque una specie di eresia, che non solamente attenta alle fondamenta soprannaturali della cattolica Chiesa, ma materializza nel sangue umano i concetti spirituali di individuo, di Nazione e di Patria, rinnega all'umanità ogni altro valore spirituale, e costituisce così un pericolo internazionale non minore di quello dello stesso bolscevismo. È il cosiddetto razzismo». Si impegnò a difendere tutti dalla follia dell'odio delle diverse contrapposizioni.

In questa domenica viviamo la beatificazione di Paolo VI, che prima del suo pontificato è stato cardinale di Milano. Come arcivescovo di Milano seppe risollevare le precarie sorti della Chiesa lombarda in un momento storico difficilissimo, in cui emergevano i problemi economici della ricostruzione, l'immigrazione dal sud, il diffondersi dell'ateismo e del marxismo all'interno del mondo del lavoro. Se anche la grande Missione da lui proposta non ebbe il successo sperato, seppe coinvolgere anche le migliori forze economiche nel risollevare la Chiesa; cercò il dialogo e la conciliazione con tutte le forze sociali e avviò una vera e propria cristianizzazione delle fasce lavoratrici, soprattutto attraverso le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (ACLI); e questo gli garantì notevoli simpatie.

Il Cardinale Martini fu il Vescovo della Milano del terrorismo e di Tangentopoli.

Il Cardinale Tettamanzi che davanti allo spettro di un razzismo di ritorno ha esortato la Diocesi ad aprirsi alle nuove povertà e a coloro che bussando alle nostre porte dell'Europa ricca e opulenta ci richiamano alla condivisone.

Il Cardinale Scola nella sua prima lettera pastorale "Alla scoperta del Dio vicino" invita i fedeli ambrosiani a "concentrarsi sull'essenziale" e a preferire "i linguaggi della gratitudine piuttosto che quelli del puro dovere, decisione di dedicare tempo alla conoscenza e alla contemplazione più che proliferazione di iniziative, silenzio più che moltiplicazione di parole, l'irresistibile comunicazione di un'esperienza di pienezza che contagia la società più che l'affannosa ricerca del consenso. In una parola: testimonianza più che militanza".

A noi il compito, come fedeli di essere parte integrante di questa storia e responsabili nel trasmettere questo messaggio.

 

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