PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Giovanni 6,24-35

don Michele Cerutti

IV domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno A) (21/09/2014)

Vangelo: Gv 6,24-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,24-35

24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Gesù ha appena sfamato le folle affamate e queste folle sono in cerca di Lui. Vedono in Lui un personaggio che sa cogliere le esigenze dell'uomo, ma il suo scopo è quello di portare le folle a un qualcosa in più. Lui non è l'uomo di una onlus o di una grande associazione umanitaria. Lui è il Messia che sfama del vero pane di vita quello per cui vengono aperte le porte della vita eterna.

Gesù non disprezza tutto ciò che concerne la vita materiale, sa che l'uomo ha bisogno di un sostentamento dignitoso. L'ammonimento di Matteo 25 è chiaro il giudizio ci verrà dato su questi aspetti: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare", "avevo sete e mi avete dato da bere".

Tuttavia, "l'uomo non vive di solo pane", come dice Gesù al tentatore nel deserto.
Nei versetti che seguono Gesù spiega l'Eucaristia.

Oggi in questa liturgia ci soffermiamo sul fatto che la gente (e i discepoli) sperimentano il bisogno di essere guarita dalle sue ferite e Gesù ci conferma la promessa che le nostre debolezze e ferite possono essere guarite. Bisogna saper passare attraverso il tempo della prova, della debolezza per entrare nella guarigione e nella pace. Il cibo che non perisce rimanda all'opera di Dio: essa è la misericordia.

C'è bisogno di sicurezze. L' elenco è interminabile di urgenze che oggi vediamo emergere nel nostra ambiente, nella vita delle nostre famiglie. Il nostro brano giovanneo ci aiuta a fissare lo sguardo su una Presenza che ti cambia e che ti permette di affrontare tutte le fatiche e le debolezze della vita.

La guarigione più profonda che siamo chiamati a sperimentare è quella della fede, che va oltre il vedere umano. Entrare nel cuore del Padre che pone il suo sigillo mediante lo Spirito nella Presenza misericordisa del Figlio, pane di vita eterna. Oggi tu hai bisogno di «credere» per vedere! Tutto comincia da questo cambiamento «dentro» il tuo cuore.

Nella misericordia si scopre il vero volto di Dio e il vero volto dell'uomo.

Il volto di Dio: "Dio è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. Il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono" (Francesco, Angelus 17 marzo). Non solo: la misericordia è il "cuore" dell'amore, non si limita solo al perdono, ma è il suo sguardo pieno di fiducia, di gratuità, il suo non porre limiti, la sua onnipotenza ri-creatrice ("Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono", canta la liturgia). È il lato materno del suo cuore, che genera e rigenera, nutre e non ci lascia mai soli.Immerso in questo flusso, l'uomo scopre il suo vero volto. Anch'egli è chiamato a essere con- creatore con Dio. Anzitutto dentro se stesso, perché la misericordia gli fa attingere i livelli più profondi del suo essere fatto di amore e per l'amore, scoprendo chi egli è ("Voi siete dei" Sl 82,6). La misericordia rende grande l'uomo, lo fa più capace di quello che è e che può, gli dà la dignità di non essere schiacciato dal male e dalla cattiveria e di continuare "vivo".

È un vivo che dà vita, come Dio: fiducia, gratuità, generosità, perdono, condivisione, solidarietà. Non un'isola che si difende o attacca nella vendetta, ma una pioggia benefica o un sole che riscalda. "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia" (Mt, 5, 7), e la moltiplicheranno attorno a sé.

Il mondo ha bisogno di questa misericordia, di questi misericordiosi.

In questa Messa dobbiamo sperimentare come l'Eucaristia è Presenza di misericordia per la tua vita e la vita del mondo.

 

Ricerca avanzata  (54728 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: