TESTO Commento su Lc 8.15
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Sabato della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (20/09/2014)
Vangelo: Lc 8,4-15
"Beati coloro che custodiscono la Parola di Dio con cuore integro e buono e producono frutto con perseveranza".
Canto al Vangelo (cfr. Lc 8.15)
Come vivere questa Parola?
Beati vuol dire contenti. E' un genere di contentezza che non va di pari passo con il mangiar bene e cercare la felicità nel chiasso-baldoria del molto possedere. La gioia conosce piuttosto le vie del cuore. Attinge a tutto, anche a quello che, fuori, parla ai nostri sensi di cose vere, buone e belle. Chiede però di battere le vie dell'interiorità.
E' dunque dentro di me che, se faccio spazio alla Parola di Dio meditata (respirata!) di primo mattino, io sgattaiolo sempre via dalla pesantezza del ‘doverismo', dell'obbedire alla legge per la legge, dalla pedanteria del far questo e quello solo perché è mio compito, dal grigiore di ciò che è nella nebbia di una vita non motivata dall'Alto.
Invece il cuore diventa integro e buono se è illuminato ogni giorno dalla Parola di Dio. Essa è il sole che lo fa maturare in questa ‘integrità e bontà' dove la cattiveria, tutto ciò che è male non alligna.
Bisogna però educarsi a cercare questa ricchezza dell'interiorità! E ciò vuol dire non essere sempre a caccia di quel che TV, ipod, telefonini e aggeggi nuovi scaricano assiduamente nei nostri ambienti.
Il seme della Parola chiede al nostro cuore di essere "buon terreno": capace di silenzio, di ascolto di quel che vale, di netto rifiuto dell'insulsaggine.
Signore, dammi un cuore capace di perseverare nell'accogliere ogni giorno la Parola e ogni giorno impegnarmi a viverla.
La voce di un filosofo rumeno
"Il vero contatto fra gli essere si stabilisce con la presenza silenziosa, con lo scambio misterioso, interiore, che assomiglia alla preghiera profonda".
Emil Cioran
Sr Maria Pia Giudici fma