TESTO Commento su 2Pt 1,16-19
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Trasfigurazione del Signore (Anno A) (06/08/2014)
Brano biblico: 2Pt 1,16-19
1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Collocazione del brano
E' opinione ormai consolidata che la seconda lettera di Pietro non sia stata scritta da questo apostolo bensì da un personaggio autorevole della Chiesa che tra la fine del I secolo e l'inizio del II aveva raccolto e messo per iscritto il pensiero di Pietro a favore dei cristiani dell'Asia Minore provenienti dal paganesimo. In questa comunità si erano introdotti alcuni falsi maestri che interpretavano le scritture in modo da giustificare la propria condotta immorale e deridevano coloro che attendevano la seconda venuta del Signore. La lettera assume toni molto forti, in modo da riportare i cristiani alla retta dottrina. Il brano che la liturgia propone oggi è stato scelto poiché l'autore porta a sostegno delle sue argomentazioni l'evento della Trasfigurazione di Cristo, a cui aveva assistito anche Pietro.
Lectio
Carissimi 16 vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza.
L'autore si appella alla solidità del Vangelo che è stato proclamato ai suoi destinatari. Non si tratta delle favole e dei miti, cioè le dottrine che circolavano in quel periodo nell'ambiente greco e giudaico e si riferivano soprattutto alla fine del mondo. Proprio contro queste dottrine si scaglia la seconda lettera di Pietro. L'autore fa appello a un fatto straordinario di cui è stato testimone.
17 Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: "Questi è il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento"
Il fatto prodigioso di cui l'autore è stato testimone è la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
Non solo egli manifestò tutta la sua gloria e il suo splendore, ma il Padre con la sua voce dal cielo lo ha dichiarato Figlio amato e oggetto di compiacimento. Il Padre viene indicato qui con un giro di parole tipico dello stile ebraico. Essi per non nominare il sacro nome di Dio, JHWH, lo chiamano Signore o con altri termini onorifici. Qui troviamo la "maestosa gloria".
Cristo nella trasfigurazione ricevette onore e gloria dal Padre. e con questo si sottolinea che in lui la maestà nascosta, la divinità fu rivelata anche all'esterno. Pertanto quando gli apostoli annunciano che Cristo ritornerà con grande maestà e gloria non inventano favole. Essi hanno già contemplato sul monte della Trasfigurazione la maestà divina di Cristo, con la quale egli ritornerà.
18 Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.
L'essere stati testimoni di questa manifestazione della gloria di Gesù Cristo e aver sentito la sua glorificazione da parte del Padre è una garanzia per gli apostoli che la loro predicazione non è stata inventata, non è una favola.
19 E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.
E se ancora non bastasse questa testimonianza, la loro predicazione si fonda comunque sulla parola dei profeti, i quali avevano parlato in nome di Dio e avevano predetto l'incarnazione e la passione, morte e glorificazione di Cristo. Queste profezie sono rimaste come fiammelle nella notte e hanno aiutato i credenti a mantenere viva la loro fede. Anche oggi aiutano il popolo a rimanere fedele a Dio in attesa della manifestazione della gloria di Gesù al momento del ritorno glorioso di Cristo.
Meditiamo
- Quali sono le "favole" artificiosamente inventate dietro a cui rischiamo di perderci ancora oggi?
- Quale significato ha per me la trasfigurazione del Signore?
- Come leggo le parole dei profeti?