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TESTO Commento su Mt 14,13-21

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XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/08/2014)

Vangelo: Mt 14,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Collocazione del brano
Il brano di questa domenica fa parte di un insieme di narrazioni del Vangelo di Matteo che viene identificata con il titolo "Sezione dei pani" (Mt 13,53-16,12), poiché in essa il termine "pane" ritorna ben 15 volte, mentre il termine "mangiare" 9, per non contare altre espressioni simili come "saziare", "spezzare", "benedire", "lavarsi le mani", "lievito", "briciole", "ceste" ecc.
Questo racconto della moltiplicazione dei pani può essere visto come un miracolo profetico simile a quelli compiuti da Elia (1Re 17,14) e da Eliseo (2Re 4,42-44) oppure come un'anticipazione della cena eucaristica della Chiesa. Però può essere letto anche come profezia del banchetto messianico.
In filigrana si può intravedere anche la figura di Davide che in 2Sam 6,19 benedice il popolo nel nome del Signore e a tutta la moltitudine di Israele, uomini e donne, distribuisce una pagnotta per ciascuno.
Compito del re, del Messia, è assicurare il pane al suo popolo: è quello che Gesù fa adesso, dopo la morte di Giovanni, dimostrando non a parole, ma con un gesto messianico, la sua vera identità.
Lectio
In quel tempo,13 avendo udito della morte di Giovanni Battista, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città.
Già l'arresto di Giovanni Battista aveva segnato l'inizio della predicazione pubblica di Gesù (Mt 4,12-17). Ora la morte di Giovanni Battista segna una nuova svolta dell'attività di Gesù. Egli si ritira. Questo movimento di anacoresi (ritiro), è un tratto molto caratteristico del Gesù descritto da Matteo: fa parte del suo modo di rivelarsi come Messia. Gesù si ritira, non vorrebbe rivelarsi alle folle: sono queste ultime che lo costringono a "uscire" dal suo nascondiglio, poiché l'hanno seguito a piedi lungo la costa del lago. Il luogo dove va è ritirato, ma non desertico (infatti poi si parla di erba), ma risulta essere un piccolo riferimento all'esodo e al miracolo della manna.
14 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Egli dunque suo malgrado si commuove per queste folle e guarisce i loro infermi. E' l'ultima volta che Gesù avrà a che fare con le folle fino al capitolo 23, dove è riportato il discorso contro gli scribi.
15 Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».
I discepoli vogliono che Gesù "congedi" le folle. Il verbo è apolyo, e viene utilizzato per salutarsi alla fine di un banchetto. E' anche il verbo del divorzio, da questo si può dedurre che il banchetto messianico è anche un banchetto nuziale, e il Figlio di David lo sposo.
16 Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare».
Gesù non ha convocato le folle, ma non vuole nemmeno mandarle via a mani vuote. La preoccupazione dei discepoli per le folle è buona, ma Gesù ha un pensiero molto più profondo, che li pone di fronte a una responsabilità nuova per loro: "Date voi loro da mangiare".
17 Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!».
I discepoli non sanno come potrebbero fare questo. Hanno solo "cinque pani e due pesci". Nella seconda moltiplicazione (Mt 15,34) i pani saranno sette. Il pesce diventerà presto un simbolo eucaristico, come si vede nel famoso mosaico bizantino di Tabga. Inoltre nel deserto i figli di Israele erano stati miracolosamente sfamati non solo dalla manna ma anche dalle quaglie e molti dettagli ricordano il banchetto pasquale. L'aggiunta finale di Matteo: "cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini" è una voluta reminiscienza di Es 12,37.
18 Ed egli disse: «Portatemeli qui».
Cinque pani e due pesci per più di cinquemila persone sono niente. Ma è sufficiente "portarli a Gesù". E' caratteristico di Matteo questo ordine, mette in risalto la signoria di Gesù, i discepoli non devono far altro che obbedirgli. E' vero che è chiesto ai discepoli di sfamare la folla (14,16), ma essi lo possono fare solamente passando attraverso Gesù, portando a lui quel poco che hanno, per ottenerlo moltiplicato, o meglio trasfigurato.
19 E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Le folle vengono fatte accomodare sull'erba e Gesù benedice il cibo con gli occhi rivolti al cielo, spezza i pani e i pesci e li dà ai discepoli. Sono i gesti della berakhà ebraica quotidiana sul pane: "Benedetto sei tu Signore, re del mondo, che fai uscire il pane dalla terra". Non si benedice il pane, ma Dio che lo fa "uscire" dalla terra, con l'uso di un verbo che ricorda l'esodo, ma soprattutto la sovrana libertà del Signore, re del mondo, di produrre lui quanto pane vuole e di moltiplicarlo a suo piacimento. Sono le stesse parole, gli stessi gesti, che prefigurano l'istituzione dell'Eucarestia (= berakhà, benedizione).
20 Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.
Non solo tutti furono sazi (cf. Dt 8,10), ma si raccolsero anche dodici ceste piene di pezzi avanzati, segno che Dio non misura mai i suoi doni, agisce sempre con magnanima sovrabbondanza. Le dodici ceste sembrano alludere alle 12 tribù di Israele. Questo può significare che il Messia ha cura di tutto l'antico popolo dell'alleanza. Nella seconda moltiplicazione compiuta in territorio pagano, le ceste avanzate saranno sette. Ciò potrebbe riportare al numero delle nazioni (settanta).
21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Al dato di Marco 6,44, Matteo moltiplica il numero delle persone interessate dalla moltiplicazione dei pani, rendendola ancora più spettacolare.
Meditiamo
-Sento mai il bisogno di ritirarmi come Gesù, in un "luogo deserto"?
- Cosa significa per me "seguire a piedi" Gesù, per ascoltare la Sua parola ed essere guarito/a da Lui?
- Il cibo che mangio è per me motivo di ringraziamento nei confronti del Signore che me lo dona?
- Cosa è il "pane" che ancora oggi il Signore spezza per noi? Dove e quando ci viene distribuito?

Preghiamo
(Colletta della 18a Domenica del Tempo Ordinario, Anno A)
O Dio, che nella compassione del tuo Figlio verso i poveri e i sofferenti manifesti la tua bontà paterna, fa' che il pane moltiplicato dalla tua provvidenza sia spezzato nella carità, e la comunione ai tuoi santi misteri ci apra al dialogo e al servizio verso tutti gli uomini. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

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