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TESTO Commento su 2Tm 4,6-8.17-18

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Santi Pietro e Paolo Apostoli (Messa del Giorno) (29/06/2014)

Brano biblico: 2Tm 4,6-8.17-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 16,13-19

13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Collocazione del brano
Questo è uno dei brani autobiografici di Paolo più significativi. Si tratta del suo commiato dal caro figlio Timoteo. Si avvicina infatti il momento in cui verrà ucciso per la sua fede in Cristo e per la sua predicazione. È un discorso di addio: partendo dalla situazione presente di separazione fa una retrospettiva sul suo passato. Si saltano alcuni versetti che ricordano le persone che hanno abbandonato Paolo e quelle invece che sono rimaste con lui, e riporta le frasi che riguardano le sue ultime vicende giudiziarie di Paolo. Nella solennità che Paolo condivide con Pietro il brano è più che azzeccato poiché traccia un bilancio di tutta la sua attività a servizio del Signore.
Lectio
Figlio mio, 6 io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita.
Utilizzando dei simboli religiosi Paolo interpreta la propria morte come una liturgia, una cerimonia di sacrificio, come quella che veniva fatta con i vegetali e gli animali nel tempio di Gerusalemme. Egli si offre in sacrificio al Signore con piena consapevolezza. Egli è un martire e la sua morte ha valore di sacrificio espiatorio.
7 Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Getta uno sguardo al suo passato e si trova contento di ciò che ha compiuto. Come un bravo soldato è stato fedele nella lotta, come un prestante atleta è arrivato fino in fondo nella sua corsa. Ma la cosa più importante è che ha mantenuto la fede in Dio. Si presenta come modello di quelle virtù che in 1Tm 6,12 e 2Tm 2,5 aveva indicato a Timoteo.
8 Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Ora lo sguardo si volge al futuro, al podio e al premio che riceverà per essere stato un valente guerriero/sportivo: la corona di rami di alloro o di sempreverde intrecciati. La corona per l'ambiente greco-ellenistico era simbolo di onore, gioia, immortalità e trionfo. La specificazione corona di giustizia aggiunge a questo simbolo un valore teologico, non tanto un merito dell'atleta, ma la giustizia di Dio che lo ha reso giusto. E' una corona che attende tutti coloro che si sono impegnati senza riserve per collaborare al suo progetto di salvezza. I cristiani sono qui definiti come coloro che vivono nell'attesa della gloriosa manifestazione del Signore. Sono innamorati di Lui e restano in continua attea del suo apparire come Signore della storia.
16 Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. 17 Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Paolo si presenta qui come il giusto perseguitato e abbandonato da tutti. Appare però lo stesso sereno e non vuole che coloro che lo hanno lasciato siano condannati per il loro comportamento. Paolo infatti aveva accanto a sé il Signore e questo lo ha aiutato a fare sì che anche la sua prigionia e la sua condanna diventassero un annuncio efficace del Vangelo. Non è chiaro a chi si riferisca Paolo parlando della bocca del leone. Probabilmente si riferisce a tutta la sua predicazione e alle volte in cui il Signore lo ha liberato da quanti mettevano in dubbio le sue parole e tentavano di sminuire la forza del Vangelo.
18 Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Il discorso di addio di Paolo termina con una professione di fede che sembra una formula liturgica. Non ha alcun dubbio che il Signore lo porterà con sé nel suo regno, dopo la sofferenza della morte. Dio solo è regno di gloria.

Meditiamo
- Posso dire che anche io sto combattendo la buona battaglia, sto correndo la corsa della fede?
- Sto attendendo con amore la manifestazione di Gesù, non solo alla fine dei tempi, ma anche nella mia vita quotidiana?
- Come è il mio atteggiamento verso coloro che mi hanno lasciato solo/a nelle difficoltà?

 

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