TESTO Cercare Dio e metterlo al primo posto
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S. Benedetto abate, patrono d'Europa (11/07/2014)
Vangelo: Mt 19,27-29
27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
La liturgia della solennità odierna ricorre al Libro dei proverbi per tessere l'elogio delle virtù del grande patriarca San Benedetto e per ricordarci che egli ha goduto per sé e ha trasfuso negli altri il dono della vera divina sapienza. sapienza che pone fede in costante ricerca del Signore e lo fa mettere al primo posto. Quasi parafrasando l'inizio del Prologo della sua Regola il passo bibblico di oggi ci ricorda che il vero saggio è sempre in atteggiamento di devoto ascolto per apprendere il sapere di Dio e soprattutto per conformarsi a Lui. Quello che San Benedetto chiede ai suoi monaci, l'"Ascolta!", egli per primo lo ha messo in pratica. L'ascolto si realizza nel silenzio ed è la porta regale che introduce alla buona e santa comunione con Dio e con il nostro prossimo. San Paolo elenca altre virtù monastiche e cristiane che hanno brillato particolarmente nella vita di Benedetto e che dovrebbero rifulgere in tutti i monaci ed essere praticate da ogni credente ciascuno secondo la propria vocazione: l'umiltà, la mansuetudine e la pazienza. Il brano evangelico dà la risposta per bocca di Gesù stesso all'interrogativo che San Pietro gli pone a nome di tutti coloro che come lui, nel corso dei secoli, hanno lasciato tutto per seguirlo: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono, della sua gloria, siederete anche voi sui dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele". E conclude il discorso del premio finale aggiungendo: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". Non è questo un premio esclusivo per i più stretti seguaci di Gesù: la vita eterna e il centuplo di quanto ognuno offre al Signore, anche un semplice bicchiere d'acqua dato in Suo nome, è promesso a tutti. Occorre convincersi però, come Gesù stesso ci ammonisce, che "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà". È una esigenza inderogabile per seguire il Signore. Le ricerche e le astuzie umane hanno i loro miseri obiettivi, la ricerca di Dio conduce alla vita senza fine; in questo consiste il perdere e il salvare la propria vita.