TESTO Amore per il prossimo
II domenica dopo Pentecoste (Anno A) (22/06/2014)
Vangelo: Mt 5,2.43-48
2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Gesù inizia il suo ministero pubblico e muove i suoi primi passi chiamando intorno a sé i suoi discepoli cercandoli uno a uno.
Una volta riuniti i suoi collaboratori deve istruirli su quelle che sono le note caratteristiche del discepolato.
La montagna è il luogo biblico in cui si manifesta la gloria di Dio e Dio offre delle indicazioni.
Sulla montagna Dio, ad esempio, consegna a Mosé le tavole della legge e sulla montagna Gesù raccoglie i suoi dando loro le indicazioni su come muoversi.
Non c'è la preoccupazione di Gesù sul cosa fare c'è invece le indicazioni sulla modalità per essere suoi discepoli.
Il discorso della montagna inizia con le beatitudini che sono delle breve esortazioni che ci indicano le modalità dell'essere.
Gli insegnamenti del maestro vanno in profondità e queste esortazioni vengono spiegate.
Il discorso della montagna si pone in continuità con la Legge Antica.
In altri passi Gesù stesso ci dice non sono venuto a togliere neanche uno iota, ma a portare compimento ed è quello che fa proprio in questo discorso.
Nel brano del Vangelo odierno Gesù si rifà alla Legge Antica del Libro del Levitico:
"Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore".
Nel brano del Vangelo Gesù dice: "Non solo amerai il tuo prossimo, ma amerai anche il tuo nemico".
C'è da tremare le vene ai polsi anche per chi predica. Questa Parola è veramente per tutti nessuno escluso.
Il cristiano deve contraddistinguersi e avere la forza di andare controcorrente rispetto alla cultura contemporanea che è quella di sopraffazione del nemico e di chi la pensa diversamente.
Penso a molte tragedie familiari che nascono da questa mentalità diffusa che è togliere tutto ciò che ci contrasta.
Gesù è un Maestro particolare perché mentre oggi i maestri parlano e indicano propositi santi, ma non li vivono Lui li ha vissuti veramente questi propositi.
Nella Passione prega per i suoi uccisori: "Padre perdonali perché non sanno quello che fanno".
Una grande lezione di vita vissuta.
Sul suo esempio si sono mossi i santi come Stefano che prega per i suoi uccisori come afferma gli Atti degli Apostoli con pagine veramente profonde.
Tra qualche settimana ricorderemo Santa Maria Goretti che rifiuta di perdere la verginità e viene uccisa e la madre al giovane che andrà a scusarsi perdonerà dicendo: "Il Signore ha perdonato perché io non posso?".
Certo il perdono al nemico non è immediato è il frutto di un cammino. E' un dono di Dio che va invocato. Una via la offre il Papa quando invita a pregare per i propri nemici.
Tuttavia quando ci viene donato la forza del perdono questo porta a miracoli.
All'uccisione di Stefano sarà presente anche Saulo che faceva parte di coloro che venivano iniziati nell'ebraismo anche alla persecuzione.
Quel sangue versato da Stefano porterà Saulo a culminare la conversione sulla via di Damasco.
L'uccisore di Maria Goretti presente in San Pietro alla canonizzazione si rifugerà in un convento di cappuccini.
E' il miracolo dell'Amore che quando abbraccia l'uomo lo trasforma e concretizza il fatto che: "Nulla è impossibile a Dio".
Teniamo fisso sempre questa verità di fede che desumiamo dalla prima lettura: "Siamo creati a immagine di Dio e siamo la sua gloria".
Nulla ci nega Dio di ciò che fa bene per noi.
Quando rompiamo questo rapporto ci rifugiamo in altre divinità.
Le creiamo noi e lo dice bene Paolo nella Lettera ai Romani e allora cerchiamo le nostre risposte anche nei confronti di chi ci fa il male.
Cerchiamo invece con fatica di percorrere la strada stretta del Vangelo che ci porta a vivere una pienezza che non troviamo in altre strade.
Invochiamo con forza il dono della misericordia per essere anche noi uomini di misericordia.