PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,24-43

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)   Home Page

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/07/2014)

Vangelo: Sap 12,13.16-19|Sal 85|Rm 8,26-27|Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,24-43

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Il tema di questa settimana tratta della pazienza di Dio. Noi talvolta ci chiediamo come Dio non intervenga nel mondo per punire le persone cattive, on riusciamo a giustificare la promiscuità di bene e di male nella situazione storica dell'uomo. Vorremmo una chiesa di "puri", una comunità animata da una grande perfezione e come ai tempi di Gesù, Giacomo e Giovanni avrebbero voluto far scendere dal cielo un fuoco per distruggere i samaritani inospitali, così noi oggi vorremmo che Dio faccia precipitare una bomba atomica intelligente che faccia scomparire dalla terra tutti quelli che non condividono i nostri estremismi. Dio non agisce così. Egli preferisce pazientare, per donare a tutti l'opportunità e il tempo a tutti di convertirsi, per permettere che lo Spirito Santo venga in nostro aiuto e ci dia occhi puri per vedere il mondo con i suoi occhi.
Nella situazione storica del nostro mondo c'è un intreccio di bene e di male, mentre noi vorremmo sempre chiarezza, in modo da tenere separato ciò che è delle tenebre da ciò che proprio della luce. Dall'ufficio delle letture di questa settimana capiamo che questa separazione è, non solo impossibile, ma anche inopportuna perché manichea. Nonostante le sue ambiguità la situazione presente è il campo, per noi cristiani, in cui si compie il difficile esercizio del discernimento, in cui lo Spirito Santo c'è di grandissimo aiuto.

Il brano della prima lettura è tratto dal libro della Sapienza. Esso ci indica l'amore paziente e misericordioso di Dio "che giudica con mitezza". Da oltre un anno questo è il chiodo fisso su cui batte papa Francesco, che non fa' che ripetere: non cercare Dio fuori di te; chi sono io per giudicare l'altro.

Il salmo ci dice che quando una esistenza è fata di tribolazione e di tentazione il credente trova, nella potenza di Dio, la speranza di non essere abbandonato a se stesso: "Signore, Dio di pietà...Dio fedele, volgiti a me e abbi misericordia.."

La seconda lettura è tratta dalla lettera di S. Paolo ai Romani. In essa l'apostolo ci sollecita a sperare nello Spirito Santo, il quale prega con insistenza in noi "con gemiti inesprimibili" e ci insegna a pregare come piace a Dio, affinché il Regno di Dio circoli in noi e nella storia. Il Regno di Dio è come la pasta lievitata che cresce sollevata dal fermento del lievito senza fare alcun rumore.
La terza lettura della liturgia della parola odierna ci offre tre parabole, tratte dal vangelo di Matteo, in cui Gesù ci insegna la pedagogia del Padre: la pazienza. La pazienza di Dio non è rassegnazione o disimpegno ma attesa amorosa perché tutti arrivino alla conversione ed accolgano, nel loro cuore, il " Regno dei cieli... il Regno di Dio".
La prima delle tre parabole, quella del buon grano e della zizzania, mette in evidenza che bene e male spesso germogliano insieme nel cuore della stessa persona.
I male attraversa tutta l'umanità, la chiesa, oltre che che il cuore di ciascuno di noi e noi, troppo spesso, con la nostra scarsa vigilanza, contribuiamo a diffonderlo. Ma allorché diventiamo consapevoli che, grano e zizzania, sono cresciuti insieme, siamo presi dall'impazienza e, anticipando il giudizio che spetta a Dio, vorremmo precederlo usurpandogli il privilegio. Questa separazione avverrà, sì, ma suo tempo: "al tempo della mietitura... La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli".
Al tempo di Gesù, ma non solo, c'era chi avrebbe desiderato un intervento di Dio che eliminasse il male alla radice. Gesù, invece, in questo brano del vangelo, ci parla di pazienza di Dio, che non è qualcosa di diverso dall'amore.
Non è nello stile di Dio, il Figlio lo conosce bene, voler forzare le coscienze o sorprendere qualcuno nella colpa. Il suo stile è attendere, aspettare che nel colpevole maturi la conversione.
Le successive due parabole contenute nel brano matteano che, la liturgia odierna offre alla nostra riflessione, ci parlano della iniziale piccolezza che il "Regno di Dio" ha al suo esordio: dodici apostoli, un granello di senape se paragonato alla popolazione del mondo allora conosciuto; una piccola quantità di lievito, se paragonato a quaranta Kg di farina.
Nonostante la sproporzione il loro comportamento e la loro testimonianza, col tempo, hanno cambiato il mondo. Anche noi siamo invitati a cambiare il mondo coniugando strettamente parola ed azione. Siamo, pertanto, chiamati a vivere nella piccolezza, nella pazienza e nel nascondimento, come il Maestro e Salvatore nostro ci ha insegnato.
Revisione di vita
- Nella vita di coppia e di famiglia pretendiamo dall'altro una perfezione assoluta? Riusciamo a "digerire" i suoi limiti?
- Formuliamo giudizi che hanno la pretesa di definire la verità morale di una persona condannandola più o meno in maniera definitiva?
- Ci rendiamo conto che il "Regno di Dio" è già operante in mezzo a noi? Coltiviamo la speranza che esso è destinato a trionfare sul male?
Marinella ed Efisio Murgia CPM Cagliari

 

Ricerca avanzata  (54805 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: