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TESTO Commento su Mt 6, 7-9

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Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (19/06/2014)

Vangelo: Mt 6,7-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro..."
Mt 6, 7-9

Come vivere questa Parola?
Perché sprechiamo parole nella preghiera? I motivi possono essere molti: ci è stato insegnato a pregare solo con lunghe formule, usiamo parole di altri perché non ci fidiamo delle nostre che ci sembrano poco credibili o addirittura troppo semplici per essere accettate da Dio.
Oppure ci pare di non aver detto abbastanza, di non aver spiegato bene la nostra situazione al Signore, di dovergliela rammentare spesso e con forza altrimenti si dimentica di noi.
Sono veramente tanti i motivi che ci portano a sprecare parole convinti di venire ascoltati a forza di parole.
Se ci pensiamo bene gli atteggiamenti sopra descritti hanno due possibili radici: la nostra ansia e la nostra naturale sfiducia nell'amore di Dio. L'ansia ci fa entrare in un circolo di dubbi, timori e scrupoli come "Non ha pregato abbastanza". La sfiducia ci porta a ricordare ogni momento al Signore la causa di cui si deve occupare ( e a volte gli suggeriamo anche il "come" se ne deve occupare). Ci fa dimenticare le parole di Gesù: " Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate."
Capiamo che qualcosa non funziona nella nostra preghiera quando ci accorgiamo che non ci dà pace e che al contrario alimenta continuamente le nostre ansie a paure.
La preghiera non solo purifica e guarisce i cuori ma deve assere a sua volta guarita dalle sue malattie che però hanno una origine profonda, si legano alla nostra psiche spesso fragile e insicura.
Gesù inizia allora a proporci una via, la preghiera del Padre nostro: è una preghiera che può essere pregata da cristiani e non, che più che una formula è un modo di leggere la realtà, di comprendere ciò per cui conta vivere e lottare, ciò su cui dobbiamo fermare l'attenzione. Una preghiera che però ha una condizione fondamentale perché venga pregata nella verità: il perdono. Il perdono invera le nostre parole. Se esso viene a mancare la nostra preghiera non solo rischierà di sprecare parole ma soprattutto di essere svuotata dell'amore che deve abitarla.
La voce di un maestro nello spirito
"Insegnaci a pregare" non significa banalmente "insegnaci una preghiera". Gesù non ha insegnato delle formule ma ha rivelato un modo di stare davanti a Dio, un modo di stare con gli altri e di vivere nel mondo."
p. Ermes Ronchi

Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com

 

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