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TESTO Commento su Mt 5, 38-42

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Lunedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (16/06/2014)

Vangelo: Mt 5,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle."
Mt 5, 38-42

Come vivere questa Parola?
Non è facile capire ed accettare le parole che leggiamo oggi nel vangelo, sono "troppo". Sono gli "estremismi" che Gesù osa proporci per scandalizzarci, per farci inciampare nelle nostre certezze.
Stiamo attenti a non fermarci sugli esempi particolari che Gesù propone perdendoci così in disquisizioni ad esempio sulla legittima difesa.
La chiave di lettura la troviamo nel salmo: "Tu non sei un Dio che si compiace del male; presso di te il malvagio non trova dimora; gli stolti non sostengono il tuo sguardo....."
Spesso in noi stoltezza e male si sposano, per stoltezza facciamo il male e per stoltezza non ne comprendiamo le conseguenze. Lo facciamo quando gustiamo una piccola vendetta fatta anche solo di parole, quando ci riprendiamo il nostro togliendolo però a qualcuno che forse ne ha più bisogno mentre noi lo riporremmo solo nel nostro armadio.
Lo facciamo quando non accettiamo di faticare un po' di più per trovare un accordo e non facciamo quel miglio in più con l'altro che potrebbe essere determinante per trovare la pace.
E lo facciamo quando voltiamo le spalle a chi ci chiede un prestito per non perdere del nostro.
La spinta per combattere la nostra naturale tendenza all'egoismo e all'aggressività ci sorge in cuore nel momento in cui prevale in noi il desiderio di "sostenere lo sguardo del Signore" sulla nostra vita, perché questa nostra vita segua il suo binario e si nutra del suo coraggio, quello che non vince il male con il male ma il male con il bene.
Cominciamo così a prendere gusto nel fare il bene anche quando ci costa e riusciremo, con la grazia di Dio, a resistere alla tentazione dell'occhio per occhio e dente per dente, perché fare il bene ci rende più forti, più sicuri dell'amore che ci abita e di cui siamo capaci.

Così come sono capace di fare il male Signore, sono capace di fare il bene. Come posso arrivare ad odiare sono anche capace di arrivare ad amare fino al dono della vita. Ricordami tu, mio Dio, ciò che sono in grado di essere e di fare, l'amore di cui mi rendi capace che può andare oltre ogni buon senso.
La voce di un leader per i diritti civili
"Noi contrasteremo la vostra capacità di infliggere sofferenza con la nostra capacità di sopportare sofferenza. La vostra forza fisica contrasterà la nostra forza morale. Fate ciò che volete, noi continueremo ad amarvi."
Martin Luther King

Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com

 

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