TESTO Commento su Giovanni 3,16-18
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Santissima Trinità (Anno A) (15/06/2014)
Vangelo: Gv 3,16-18

«16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Sapete che cosa ho fatto prima di riflettere sul vangelo di oggi?
Ho contato le righe: sono sei. Un brano brevissimo.
Mi è sembrato di essere ritornata a scuola quando, dovendo fare un tema e non sapendo cosa scrivere, contavo le righe per raggiungere il minimo necessario affinché fosse considerato tale.
Arrivavo sì a riempire le due facciate e mezza obbligatorie, ma il contenuto, a parere del prof, non sempre era soddisfacente...
L'evangelista Giovanni, a differenza dei miei temi, naturalmente, in sole sei righe ha scritto tutto ciò che di più importante il Signore ci vuole far capire. Questo brano è un "concentrato" di cristianesimo. Ma partiamo dall'inizio.
Chi è questo Nicodemo a cui Gesù sta parlando? E dove ci troviamo?
Siamo a Gerusalemme durante le feste della Pasqua ebraica ed è notte.
Nicodemo era uno stimato fariseo e maestro della Legge, era un uomo onesto e giusto. Faceva parte del Sinedrio e questo suo ruolo così importante gli imponeva uno stile di vita e di pensiero adeguati.
Nicodemo aveva visto i segni e i miracoli compiuti da Gesù ed era rimasto molto colpito. Si trovava perciò in una situazione un po' strana: da una parte era perplesso nei confronti di questa persona così particolare, dall'altra si sentiva attratto da Gesù che riconosceva venire da Dio.
Decide perciò di andare da lui quando è buio prima di tutto perché, avendo paura delle critiche degli altri farisei, nell'oscurità non lo avrebbero riconosciuto e poi, di notte, si è più tranquilli e ci si raccoglie di più.
Il colloquio con Nicodemo quella sera fu molto lungo ma, nel vangelo di oggi, Giovanni ci riporta quelle sei righe che ci ricordano l'essenziale: Dio ci salva col suo amore. Queste parole racchiudono tutta la nostra felicità.
Non c'è niente che salva più dell'amore: né la fama, né la ricchezza, né l'essere i primi, né il potere... niente.
L'amore salva perché aiuta, custodisce, agisce con onestà, è paziente, giustifica, sopporta, perdona, difende, protegge, rispetta e... chi di voi vuole aggiungere qualche altra "azione" dell'amore? Pensateci un attimo.
Che l'amore sia motivo di salvezza lo possiamo constatare anche noi sia nelle piccole cose che ci succedono ogni giorno sia guardando la vita di persone normali che, per la loro bontà e generosità, hanno raggiunto (o raggiungeranno) il Paradiso con un treno sicuramente molto più veloce della TAV.
Vi faccio un paio di esempi.
Una mamma di nome Gianna, incinta, scopre di avere un tumore. Ebbene, questa mamma rifiuta di curarsi per amore della piccola che aspettava per non metterne in pericolo la vita. Il suo amore donato fino al punto di morire ha salvato la bimba Gianna Emanuela. Questa mamma, anni dopo, è stata proclamata santa.
Altro esempio di amore che salva: un bambino. Si chiama Vincenzo, frequenta la prima media, ha 11 anni: gli è stato assegnato il "premio bontà". Vive con i nonni ed il fratellino. Nella quotidianità assiste il nonno quasi completamente cieco ed aiuta il fratello più piccolo.
Anche il suo è un amore che salva perché è un amore che sta vicino a chi è nel bisogno, un amore che dà speranza.
Che cosa ci dice oggi il nostro Maestro? Dice che Dio ci salva col suo amore "perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna".
Se crederemo nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo avremo la vita "per sempre".
QUANTO AMORE TUTTO PER NOI! Ma ci pensate, bambini?
E ce lo siamo meritato? No. Ci è stato donato gratuitamente.
La parola "gratis" è una parola che, ai giorni nostri, si dice spesso: sembra che tutto sia "gratis" ed invece il più delle volte tante cose sono solo una truffa.
Certo, perché purtroppo la nostra società spesso e volentieri vive nella logica dell'avere piuttosto che in quella del donare.
Provate a considerare i vostri rapporti quotidiani... avete, in qualche momento, donato semplicemente "per donare"?
Dio sì, lo ha fatto. E lo ha fatto per stare in comunione con noi. Ci ha donato gratuitamente quello che aveva di più prezioso: suo Figlio Gesù.
Se crediamo in Lui e facciamo la sua volontà abbiamo la vita eterna già da adesso. Sapete perché?
Perché quando si vuole bene si vive già nella vita "per sempre", si è già salvati.
E qual'è la cosa essenziale per volere bene?
Essere in comunione con Dio e con gli altri.
"Comunione" è una parola formata da due parti: "unione- con". L'amore, dunque, presuppone l'altro.
Per questo Dio ci ha creati: per essere in unione con noi, per poterci amare, per darci la possibilità di ricambiare il suo amore e per donarlo, a nostra volta, a tutti.
Noi abbiamo un esempio grandissimo da cui imparare l'amore comunitario: la Trinità.
Oggi è la Festa della Santissima Trinità. E' la Festa di Dio che è Padre Creatore; di Gesù che è Figlio Salvatore; dello Spirito Santo, lo Spirito di Dio, che è Amore.
Sono tre persone divine distinte, ma un unico Dio.
Non ci inoltriamo in questo argomento su cui i teologi si sono tanto scervellati... ci crediamo e basta. Questa è la nostra fede.
Dalla Trinità noi impariamo ad amare: il Padre ci ha amato così tanto da donarci il suo Figlio Unigenito. Cristo ci ha amato così tanto da farci il dono di diventare fratelli suoi grazie alla sua morte e risurrezione. Lo Spirito Santo, Amore reciproco tra il Padre e il Figlio, Amore fatto persona, abita così profondamente in noi che ci insegna a comportarci ad immagine di Gesù.
Un grande Santo, Agostino, ha detto: "Vedi la Trinità se vedi la carità".
Ecco allora la nostra parola d'ordine: CARITA'. Chi ci sta?
P.S. Volete uno scoop? Un sacerdote, don Davide di Verona, mi ha detto il numero di Dio!!!
6163.
61: sei unico Dio.
63: in tre persone. Padre, Figlio, Spirito Santo.
Digitatelo dalla tastiera del vostro cuore! Più chiamate e più vi ricaricate!!!
Commento a cura di Maria Teresa Visonà