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TESTO Commento su Mt 10, 9-10

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S. Barnaba (11/06/2014)

Vangelo: Mt 10,7-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,7-13

7Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. 8Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. 9Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, 10né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.

11In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 12Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi.

DALLA PAROLA DEL GIORNO
«Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento».
Mt 10, 9-10

Come vivere questa Parola?
Queste ingiunzioni di Gesù non sono che esemplificazioni, le quali non vanno prese alla lettera, come dimostrano le discordanze presenti nei sinottici Marco e Luca. Quello che conta è lo spirito che ci sta sotto, di semplicità apostolica e di povertà evangelica. Le parole dette da Gesù ai suoi discepoli, in un'ora storica particolare e che conservano il colorito tipico locale della terra di Palestina, vanno adattate alle mutate e diverse circostanze concrete in cui il vangelo si storicizza lungo i secoli. Tuttavia l'esigenza di fondo che vi traspare, non può venire edulcorata da nessuno, ma deve conservare tutto il suo significato originale e genuino e deve costituire motivo di serio esame di coscienza per noi e per i missionari di tutti i tempi. Come si vede, Gesù fa la lista di tutte quelle cose di cui i suoi discepoli possono e debbono fare a meno: «né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone». E' la povertà evangelica della riduzione all'essenziale. La missione non può essere appesantita da nulla: solo ciò che serve per andare, e nient'altro! Del resto Gesù non chiede nulla di disumano e d'impossibile. Il Maestro afferma: «chi lavora ha diritto al suo nutrimento». La comunità cristiana doveva fornire ai suoi missionari quanto era necessario al loro mantenimento.
Al di là dunque delle singole ingiunzioni del discorso missionario, che possono mutare secondo le diverse circostanze storiche, c'è una costante nelle parole di Gesù: una radicale fiducia nella Parola. Gesù vuole che i suoi discepoli capiscano che il vangelo e la conversione non sono una dottrina di cui fare propaganda, non sono un prodotto da vendere mettendo in gioco i meccanismi del denaro e del potere. L'unica forza dell'apostolo è la PAROLA. Non si tratta quindi primariamente d'un messaggio d'ordine ascetico e morale, ma teologico. Dio avrà particolarmente cura dei suoi missionari, perché la missione non è opera delle forze umane, ma esclusivamente della potenza della Parola.

In un serio esame di coscienza e di verifica della mia vita, farò una lista delle cose di cui posso fare a meno e dirò anch'io con S. Francesco di Assisi, esultante di Spirito Santo: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore».
La voce del Poverello di Assisi
«Francesco, udendo che i discepoli di Cristo non devono possedere né oro, né argento, né bisaccia, né pane, né bastone per via, subito, esultante di Spirito Santo, esclamò: "Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore"»
Fonti Francescane, 116

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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