TESTO La grande gioia del vangelo
don Roberto Rossi Parrocchia Regina Pacis
VI Domenica di Pasqua (Anno A) (25/05/2014)
Vangelo: Gv 14,15-21
«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Nel libro degli Atti degli Apostoli si riferisce che, dopo una prima violenta persecuzione, la comunità cristiana di Gerusalemme, eccettuati gli apostoli, si disperse nelle regioni circostanti e Filippo, uno dei diaconi, raggiunse una città della Samaria. Là predicò Cristo risorto, e il suo annuncio fu accompagnato da numerose guarigioni, così che la conclusione dell'episodio è molto significativa: "E vi fu grande gioia in quella città". Ogni volta ci colpisce questa espressione, che nella sua essenzialità ci comunica un senso di speranza; come dicesse: è possibile! E' possibile che l'umanità conosca la vera gioia, perché là dove arriva il Vangelo, fiorisce la vita; come un terreno arido che, irrigato dalla pioggia, subito diventa verde. Filippo e gli altri discepoli, con la forza dello Spirito Santo, fecero nei villaggi della Palestina ciò che aveva fatto Gesù: predicarono la Buona Notizia e operarono segni prodigiosi. Era il Signore che agiva per mezzo loro. Come Gesù annunciava la venuta del Regno di Dio, così i discepoli annunciarono Gesù risorto, professando che Egli è il Cristo, il Figlio di Dio, battezzando nel suo nome e scacciando ogni malattia del corpo e dello spirito.
"E vi fu grande gioia in quella città". Leggendo questo brano, viene spontaneo pensare alla forza risanatrice del Vangelo, che nel corso dei secoli ha "irrigato", come acqua che porta vita, tante popolazioni. Alcuni grandi Santi e Sante hanno portato speranza e pace ad intere città - pensiamo a san Carlo Borromeo a Milano, al tempo della peste; alla beata Madre Teresa a Calcutta; e a tanti missionari, il cui nome è noto a Dio, che hanno dato la vita per portare l'annuncio di Cristo e far fiorire tra gli uomini la gioia profonda. Mentre i potenti di questo mondo cercavano di conquistare nuovi territori per interessi politici ed economici, i messaggeri di Cristo andavano dappertutto con lo scopo di portare Cristo agli uomini e gli uomini a Cristo, sapendo che solo Lui può dare la vera libertà e la vita eterna. Anche oggi la vocazione della Chiesa è l'evangelizzazione: sia verso le popolazioni che non sono state ancora "irrigate" dall'acqua viva del Vangelo; sia verso quelle che, pur avendo antiche radici cristiane, hanno bisogno di nuova linfa per portare nuovi frutti, e riscoprire la bellezza e la gioia della fede.
Ora abbiamo le parole semplici e profonde di papa Francesco: "La gioia del vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Con Gesù sempre nasce e rinasce la gioia". Il papa ci ricorda la gioia del vangelo e ci richiama l'importanza dell'opera di evangelizzazione, nel nostro tempo, nelle situazioni della nostra vita.
L'apostolo Pietro nella seconda lettura ci dice: "Adorate il Signore nei vostri cuori, pronti sempre a dare ragione della speranza che è in voi, con dolcezza e rispetto".
E la gioia del vangelo non è un insieme di idee, ma l'esperienza di vita con Gesù, in Gesù, per Gesù. "Osservate i miei comandamenti": è così che si ama Gesù. "Pregherò il Padre e vi darà lo Spirito Santo, consolatore, difensore. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui. Io sono nel Padre e voi in me e io in voi".
Scrive il papa nel documento La gioia del vangelo: "Invito a rinnovare ogni giorno il proprio incontro personale con Gesù, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta"... Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!"