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TESTO Commento su At 1, 24-26

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S. Mattia (14/05/2014)

Brano biblico: At 1,15-17.20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,9-17

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Atti 1, 24-26

Come vivere questa Parola?
Stupisce sempre come le prime scelte importanti della Chiesa nascente si nutrissero della totale fiducia nella presenza di Dio e del suo agire concreto là dove gli si lasciava spazio.
Nella scelta del sostituto di Giuda questa fiducia si esprime in due gesti: in una preghiera diretta, senza ampollosità: "Tu Signore che conosci il cuore di tutti..." e nel tirare le sorti.
Due modi di fare che lasciano piena libertà a Colui che solo conosce l'interiorità dell'uomo e comanda la sorte.
Qualcuno potrebbe obbiettare dicendo che questo comportamento è molto simile alla superstizione, tanto da negare il valore della ragione.
Ciò che però qui fa la differenza è la consapevolezza che ormai gli apostoli hanno di quanto successo fino a quel giorno, della loro chiamata (essere testimoni delle Resurrezione), della presenza di Gesù in mezzo a loro e di quanto Lui li stia accompagnando passo passo.
La loro è una consapevolezza nutrita dalla fede, dalla speranza e dall'amore. Sentendosi e sapendosi amati dal Signore diventano come bambini che non possono mettere in dubbio l'intervento sicuro del "genitore" nel momento del bisogno.
Sanno per primi di essere stati scelti senza alcun merito e sanno che il Signore continuerà a scegliere chi vuole: "Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituiti".
Per loro Gesù non è cambiato: continua a chiamare come aveva chiamato loro.
E allora non possono fare altro che lasciarlo fare: intromettersi nella scelta sarebbe stato come dimenticarsi dello stile proprio del Signore, pensare di doverlo sostituire nella scelta perché Lui non era più presente come prima, come se la sua Morte e Resurrezione, la sua Ascensione al cielo avessero incrinato qualcosa nel loro rapporto e tutto dipendesse ora solo da loro.
Mattia viene così associato agli undici: scelto da Dio completa un gruppo che era ferito e viene ora in un certo senso guarito, ristabilito. Scelto perché porti frutto e il suo frutto rimanga. Perché sia fecondo.

Dona a tutti noi e alla tua Chiesa, Signore, di lasciarti sempre libero di agire. Riusciremo a farlo nella misura in cui sapremo darti fiducia e riusciremo a darti fiducia nella misura in cui saremo consapevoli della tua presenza viva nella nostra esistenza. Dacci occhi limpidi per riconoscerla e cuore aperto per accoglierla.
La voce di una mistica
"Se sarete ciò che Dio vuole da voi porterete il fuoco nel mondo intero".
Caterina da Siena

Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com

 

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