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TESTO Commento alla liturgia

don Michele Cerutti

III domenica T. Pasqua (Anno A) (04/05/2014)

Vangelo: Gv 1, 29-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,29-34

29Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

La Parola di Dio in questo tempo di Pasqua ci riporta all'origine della Chiesa. Gli Atti degli Apostoli, che ci accompagneranno in tutto questo periodo e già ci hanno accompagnato, ci mettono in evidenza le gioie e le sofferenze dell'evangelizzazione.
Dagli Atti impariamo tuttavia uno stile nell'evangelizzzare.

Occorre non aver timore di presentare le verità della nostra fede.

"Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo" dicono a Efeso alcuni.

Avevano ricevuto il battesimo di Giovanni, ma quello era in preparazione all'arrivo di Cristo.
I cristiani sono chiamati a un battesimo nel nome di Gesù.

Siamo chiamati, sull'esempio di Paolo, come cristiani a irrigare i terreni a smuovere le zolle.

Siamo chiamati a una responsabilità di anelito missionario che non può essere demandato a pochi, ma a tutti i battezzati è affidato questo compito.

Qualcuno potrà dire io non sono capace, io ho un carattere che non riesce a comunicare.

Attenzione non siamo chiamati a far grandi cose, ma a far grandi le piccole cose che è sicuramente una responsabilità grande.

I timori poi si attutiscono. Infatti come ci dice la lettera agli Ebrei è Cristo stesso, ovvero Dio, che si è offerto a noi stravolgendo la visione religiosa del tempo che per rendersi amica la divinità offriva tori e capri. Cristo offrendosi vuole riconciliare il mondo a sé.

E' la divinità che fa lo sforzo maggiore a cercare l'uomo, non è l'uomo che si muove più velocemente a cercare la divinità.
Quindi via paure, via preoccupazioni.
Non abbiamo un Dio distante, ma vicino.

Il brano del Vangelo ci riporta agli eventi dell'inizio del ministero pubblico di Gesù.

E' una lettura, che nella tradizione della liturgia romana, si presenta con la prossimità degli eventi del battesimo.

Giovanni il Battista indica Gesù come Agnello di Dio e vede su di Lui posarsi come una colomba lo Spirito Santo.

Questa icona si pone a metà dell'anno liturgico e ci pone degli interrogativi importanti, con un intenso periodo quaresimale ricche di proposte formative, una Settimana Santa con importanti eventi celebrativi e una Pasqua segnata anche dalla canonizzazione di due grandi Santi, sulla nostra capacità di indicare il Maestro.

Questi interrogativi dobbiamo porgerli approfittando in queste settimane di esaminarle alla Luce della preghiera con Maria, la Madre di Gesù, che ha il compito di portarci a Lui.

Maria sa indicarci le verità del nostro cuore e chiediamo a Lei di mettere ordine nella nostra vita per essere in grado di indicare il Maestro nella vita nostra e di tante uomini e donne assetate di verità.

 

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