TESTO Commento su 2 Re 5, 15a
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Lunedì della III settimana di Quaresima (24/03/2014)
Brano biblico: 2Re 5,1-15
Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone.
C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
«Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele».
2 Re 5, 15a
Come vivere questa Parola?
Domenica, con il brano della samaritana, l'evangelista Giovanni ci ha introdotto il tema dell'alleanza, quella che Dio ha voluto con l'uomo e che nella storia si è presentata in diverse modalità: con Noè, con Abramo, con Mosè, quella descritta da Osea, quella celebrata nel Deuteronomio, quella annunciata come tradita e da riproporsi di Geremia. Quella che simbolicamente Gesù ha dimostrato come NUOVA nell'incontro con quella donna al pozzo.
Nella settimana che oggi si apre, la liturgia ci dà motivo di pensare alla nostra alleanza con Dio da diversi punti di vista e di come questa trasformi tutte le relazioni della nostra vita. Oggi nella prima lettura abbiamo Naamàn, il Siro. Lebbroso, sta cercando un, praticamente allora impossibile, rimedio alla sua malattia e per ottenerlo è disposto ad andare in capo al mondo.
La sua guarigione, per il popolo di Israele ma anche per chi del popolo non era, è un segno che Dio non fa preferenze di persone, ma anzi, accorda a tutti gli uomini la sua alleanza, la sua salvezza, se questi lo accolgono. La fiducia, la fede hanno bisogno di esperienze concrete sulle quali fondarsi: Dio accoglie la disponibilità di Naamàn a compiere i piccoli gesti che il profeta gli propone, Naamàn legge sulla sua pelle, sul suo corpo la benevolenza di Dio. E lo riconosce come l'unico, vero Dio. Una relazione che si instaura, si stringe sulla base di un riconoscimento reciproco, di piccoli e grandi atti di fede e di fiducia. Un'alleanza che illumina tutte le altre alleanze che viviamo.
Signore, aiutaci ad avere fiducia nelle persone con cui viviamo e lavoriamo. Aiutaci soprattutto quando non ci sono segni evidenti che varrebbe la pena darsi da fare con loro e per loro!
La voce di un monaco
Possiamo dire che non ci può essere autentica vita umana, umanizzazione, senza fede. Come sarebbe possibile vivere senza fidarsi di qualcuno?
Enzo Bianchi
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it