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TESTO Fedeli come Dio è fedele

padre Gian Franco Scarpitta   S. Vito Equense

VIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (02/03/2014)

Vangelo: Mt 6,24-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

Un bellissimo testo di Giovanni XXIII dal titolo "Solo per oggi" invita all'impegno quotidiano, alla dedizione costante ai nostri propositi e ai nostri progetti lungimiranti, tuttavia senza che ci lasciamo avvincere dal timore e dalla titubanza: ".. Solo per oggi mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.... Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello." Se è vero che da una parte non ci si può esimere dall'essere occupati e risoluti nelle nostre azioni, dall'altra è pur vero che l'ansietà e la preoccupazione eccessiva non conducono a nulla e occorre mostrare anche serenità e fiducia nei nostri impegni e nelle vicissitudini della vita. Ogni giorno nasconde già le sue pene e le sue angosce, come ci insegna oggi Gesù, e per questo non va sottovalutato, ma neppure preso troppo sul serio, e soprattutto nella singola giornata che ci tocca vivere non consegue nulla il voler anticipare gli obiettivi del domani, perché è impossibile far sorgere il sole due volte o mettere in borsa i proventi futuri. Paura, ansia, timore e trepidazione per quanto ci aspetta in avvenire sono alla base del rovinio e della sconfitta; fiducia, risolutezza e impegno sono invece il passaporto di ogni successo o almeno la moneta adatta per poterlo acquistare. Ma quando si parla si fiducia, pur considerando che è importante la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, non si deve trascurare che essa deve essere rivolta innanzitutto a Dio, che a sua volta ha avuto fiducia in noi. Dio, che ha creato l'universo affidandoci di esso lo sviluppo e il progresso storico nel rispetto delle leggi della natura, ha avuto fiducia che l'uomo eseguisse tale progetto di tutela e di conservazione del cosmo e ciò nondimeno l'uomo non si è mostrato all'altezza di tanta fiducia, se è vero che tende a sovvertire o a manipolare il corso della natura; Dio ha salvato e redento l'uomo con la rivelazione della sua Parola e con i suoi continui interventi di salvezza mostrando così fiducia nella fedeltà dell'uomo alla sua alleanza, nonostante si sappia che l'uomo sia sempre venuto meno a tanta relazione amichevole; Dio ha dato fiducia all'uomo convocando il popolo di Israele nella comunione con Lui, eppure l'uomo infrange la comunione con la tendenza individualistica; Dio si è fidato dell'uomo in Gesù Cristo suo Figlio che ha voluto essere espressione e dell'amore del Padre nei confronti dell'umanità peccatrice con la conseguenza che noi continuiamo a crocifiggere il Cristo con i nostri peccati. Insomma Dio per primo ha avuto fiducia in noi, anche provvedendo al nostro sostentamento materiale, e ciò ci sospinge a che anche noi esterniamo fiducia ne suoi confronti, confidando in lui anche riguardo alle nostre necessità materiali e non lasciandoci sconfiggere dal timore e dall'angoscia del domani. Il profeta Isaia e molto categorico nel porre termini di paragone fra la fedeltà assoluta di Dio e le possibili infedeltà dell'uomo, del tutto incompatibili con il divino benvolere: "Come è inverosimile che una donna si dimentichi del proprio bambino, così è impensabile che Dio si dimentichi dei propri figli", concedendo loro ogni sorta di beneficio e di vantaggio, anche i mezzi materiali di sussistenza. Chi provvede ai fiori e all'erba del campo, come non può aver cura degli uomini, che valgono molto più di ogni altra cosa? Come non potrebbe ricordarsi di coloro che Lui stesso ha salvato e redento?

Certo, Dio non incoraggia la negligenza né la velleità di nessuno e non esenta nessuno dalla lotta quotidiana per il proprio sostentamento: il pane va guadagnato con il sudore della propria fronte e come ben ammonisce Paolo "chi non vuol lavorare, neppure mangi"(2Ts 3, 10). Tuttavia la fatica e il travaglio di ogni giorno trovano il sostegno continuo del Signore, poiché da lui proviene la nostra forza ed è lui ha fondare le ragioni della nostra perseveranza. E' da Dio che proviene ogni possibilità di impiego e di conseguenza di sostentamento materiale e non si può prescindere dal riconoscerlo come il fautore di ogni beneficio, riconoscendo nel suo intervento l'azione della Provvidenza. Nell'impegno continuo, fervente e produttivo si incontra Dio che benedice e consolida i risultati dei nostri sforzi e nella radicale fedeltà alla sua Parola si scopre come per primo resti fedele. La fiducia nella Provvidenza incoraggia anche la semplicità di vita e la soddisfazione per le risorse che si hanno a disposizione e aiuta a coltivare la povertà di spirito e l'umiltà. Di conseguenza aver fiducia in Dio comporta anche la fuga dal secondario, dal superfluo e da ciò che è ben lungi dall'essere per noi realmente foriero di benefici, ragion per cui eccoci convocati ad operare una scelta decisa e convinta: o il denaro e la lussuria tante volte mascherate da divinità sotto mentite spoglie, o il vero Dio Provvidenza che salva. Non aver fiducia nella Provvidenza o almeno il porre ostinatamente limiti ad essa e trovare scappatoie per potervi anteporre i nostri propositi e le nostre presunzioni equivale effettivamente a darla vinta al maligno e a lasciarci insidiare dal Dio denaro, perché il vizio e la ricchezza, radice di tutti mali (1Tm 6, 10), non possono che distoglierci dal fervore della fede, soprattutto quando i beni ci attraggano oltre misura.

Dio ha spogliato se stesso di qualsiasi sicurezza per essere fedele all'uomo, ma l'uomo deve spogliarsi del Dio denaro per essere fedele a Dio. E la sua vocazione è la fedeltà a Dio.

Chi confida in Dio si adopera con necessaria serenità nella vita di tutti i giorni senza paura né insicurezza e privandosi anche di personali sicumere fittizie. Per vivere un rapporto di fedeltà.

 

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