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TESTO Commento su Efesini 1,3-6.15-18

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II Domenica dopo Natale (05/01/2014)

Brano biblico: Ef 1,3-6.15-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Collocazione del brano
Questo è uno dei tre grandi inni Cristologici di Paolo, che cantiamo anche durante i Vespri ogni lunedì e che ci fa riflettere sul ruolo di Gesù nel progetto di amore del Padre. In particolare questo inno di Efesini ci parla della predestinazione dei credenti. E' il Padre che sin dall'inizio dei tempi aveva pensato a noi, per renderci santi, per renderci suoi figli. Ciascuno di noi è chiamato a questa via di santità, cioè a una relazione di amore forte e incondizionato con il Signore.
Lectio
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
Questo inno apre la lettera agli Efesini. Paolo applica qui lo stile delle "Berakot", le benedizioni che ogni giorno gli ebrei osservanti rivolgevano al Signore, benedicendolo per tutti i suoi doni. Paolo benedice Dio perché ha benedetto gli Efesini. La benedizione, il "dire bene", augurare il bene è importante nella mentalità orientale. Dio ci ha benedetto perché grazie all'incarnazione e alla morte/risurrezione di Cristo si è chinato su di noi, ci ha dato accesso ai cieli e ci ha dato benedizioni spirituali. Qui si può leggere la presenza dello Spirito, quindi la benedizione si manifesta nella pienezza dell'incontro con tutta la Trinità.
4 In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
Paolo ci spiega ora in cosa consista questa benedizione. Si tratta della sua scelta, Egli ci ha scelti, ci ha eletto, come aveva scelto il popolo di Israele. C'è un'iniziativa gratuita di Dio che precede ogni presupposto o pretesa umana. E' una gratuità che parte dal Padre e ha avuto inizio prima della creazione del mondo. Non si tratta tanto di un dato temporale, quanto piuttosto la gratuità di questa iniziativa di Dio, la sua presenza in ogni istante della nostra esistenza. Santi e immacolati ha una tonalità cultuale e liturgica indica cioè la condizione giusta per innalzare a Dio il vero culto, la vera celebrazione.
5 predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Continua la storia del processo di salvezza, la benedizione che abbiamo ricevuto. Il progetto di Dio si attua per mezzo di Gesù Cristo e consiste nel far partecipare tutti i credenti alla sua condizione di figlio unico e amato. Si parla di adozione, non per sminuire la realtà dell'essere figli ma per sottolineare la differenza con la figliolanza di Gesù, che è modello e fonte di quella di tutti gli altri figli. C'è un amore gratuito che si espande in tutta la sua pienezza!
11 In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati - secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà - 12 a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
La liturgia salta i vv 6-10, che parlano del perdono dei peccati che abbiamo ricevuto grazie a Cristo. Con il v. 11 torniamo all'argomento dell'adozione e dell'eredità che riceviamo in quanto figli di Dio. Nei versetti 11-13 vi è la ripetizione per tre volte delle parole in lui che sottolinea l'idea dell'unificazione e del senso della storia in Cristo.
Non vi è più un privilegio di razza. Tutti sono ammessi a questa figliolanza. Certo Paolo qui parla di un prima del popolo di Israele, ma non vi è una preminenza. Solo i cristiani provenienti dal popolo di Israele hanno sperato prima nel Cristo ed erano pronti ad accoglierlo.
13 In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
Poi anche i pagani sono stati ammessi alla stessa figliolanza. Prima hanno ascoltato la parola della verità, il Vangelo, poi vi hanno creduto e quindi hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo, tramite il Battesimo. E' interessante notare la progressione del cammino per aderire al Signore.
14 il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
Tre sono i momenti che accompagnano lo Spirito Santo. Esso viene promesso. Nella sacra Scrittura vi è un filo rosso segnato dalle promesse dello Spirito (Ez 36,25-28; Gl 3,1-5). Poi viene donato, sotto forma di sigillo, un marchio o un timbro che testimonia l'appartenenza a qualcuno, la presenza di un compito, una missione da realizzare. Infine lo Spirito è caparra, anticipazione di una realtà che sarà completa solo nel futuro, cioè la liberazione definitiva futura che il Signore ha promesso al suo popolo. In filigrana a questo discorso possiamo leggere il cammino battesimale.
15 Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi,16 continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere,
Dopo aver benedetto il Signore, Paolo eleva la sua preghiera ringraziamento. Egli ha saputo che a Colossi la fede prospera e si concretizza in opere di bene nei confronti dei fratelli della comunità, quindi ringrazia ininterrottamente il Signore e prega per i Colossesi.
17 affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui;
Cosa chiede Paolo per i suoi fratelli di Colossi? Chiede che sia dato loro lo Spirito di sapienza, di rivelazione, affinché conoscano Dio sempre più profondamente. Questi tre elementi sono un'unica realtà spirituale dinamica, dove è privilegiata l'esperienza e una maturazione della fede, l'entrata in una amicizia sempre più vera con Dio.
Non è un'esperienza intimistica, ma si concretizza nella vita quotidiana.
18 illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Si tratta di un'esperienza che non rimane orizzontale, ma si apre al futuro, alla gloria di tutti i santi. Questa preghiera è stata fatta da Paolo per i cristiani di Colossi, ma anche per tutti noi!
Meditiamo
- Mi sento destinato da Dio alla sua amicizia sin dall'inizio del mondo?
- Cosa significa per me essere figlio di Dio?

- Ho fatto esperienza vera della presenza e della vicinanza di Dio?
- Cosa spero per il mio futuro?

 

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