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TESTO Commento su Colossesi 3,12-21

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Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A) (29/12/2013)

Brano biblico: Col 3,12-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 2,13-15.19-23

13I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Collocazione del brano
Colossi era una piccola cittadina che si trovava nella regione della Caria, nella zona sud-ovest dell'attuale Turchia. Paolo non l'aveva evangelizzata direttamente ma tramite il suo collaboratore Epafra, che era originario proprio di Colosse (cf. Col 1,7; 4,12-13) e che con tutta probabilità aveva annunciato il Vangelo anche nelle città vicine: Laodicea e Gerapoli. La comunità di Colossi era bene organizzata e celebrava regolarmente le riunioni liturgiche in casa di Ninfa e di Filemone. Però c'era un pericolo: alcuni "falsi maestri" andavano predicando la necessità di tornare ad alcune pratiche legate ai riti pagani: ricorrenze settianali, noviluni, culto degli angeli, tutte cose che stridevano con l'unicità di Dio e con la salvezza che viene dalla croce di Cristo. Paolo dunque nella sua lettera mette in guardia i Colossesi dal tornare a queste usanze e riafferma in modo deciso la centralità di Gesù Cristo all'interno della creazione. Il brano che ci viene proposto nella festa della Santa Famiglia fa parte delle esortazioni finali che Paolo rivolge alla comunità di Colossi. Essi devono comportarsi in modo degno del battesimo che hanno ricevuto e quindi l'apostolo suggerisce loro alcuni atteggiamenti adatti, anche all'interno delle famiglie.
Lectio
Fratelli,12 scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità,
Paolo esorta i Colossesi con parole prese dal linguaggio battesimale: rivestitevi, come hanno indossato la veste bianca del battesimo. I battezzati sono stati scelti da Dio, quindi devono rimanere vestiti di alcune virtù importanti.
Queste virtù riguardano l'amore fraterno. Gran parte di esse riguardano Dio stesso, quindi l'amore gratuito e salvifico di Dio, sperimentato e vissuto dai battezzati, è la fonte e il modello dei rapporti reciproci nella comunità.
13 sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
I fratelli nella comunità sono chiamati a sopportarsi e perdonarsi tra di loro. Questo è possibile solo a quanti hanno sperimentato un amore gratuito che gli ha fatto credito sul futuro.
14 Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. 15 E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
Vi sono poi tre esortazioni più impersonali, ma molto significative per definire la fisionomia spirituale e le strutture essenziali di una comunità di battezzati. La prima è la carità fraterna (agape), che viene definita vincolo che unisce in modo perfetto. Cosa unisce? le virtù oppure le persone, conducendole alla perfezione.
La seconda esortazione richiama alla pace tra i membri dell'unico corpo di Cristo. Il vincolo dell'agape porta alla pace. Questa è lo shalom biblico, che significa liberazione, benessere, felicità. E' la pace che il Messia è venuto a portare e deve suscitare nei cuori il rendimento di grazie.
16 La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori.
La terza esortazione è alla frequenza assidua con la parola di Cristo. Il termine abitare forse allude alla presenza di Dio nella legge e sapienza nel popolo di Dio, come nel suo santuario. Dopo l'incarnazione vi è una nuova presenza di Dio nel suo popolo. E' il Cristo con il suo vangelo. Si tratta di una realtà che struttura i rapporti e vitalizza i momenti più importanti dell'assemblea cristiana. La presenza della Parola di Cristo diventa istruzione e raccomandazione gli uni per gli altri, suggerite e animate dalla sapienza e si trasforma in celebrazione comune in forma di canti e inni dettati dalla riconoscenza per la salvezza. L'esortare e ammonire è compito di tutti, non solo dei pastori.
17 E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre.
Ma la lode di Dio non si deve limitare ai momenti celebrativi, bensì si estende ad ogni attività quotidiana, ad ogni parola ad ogni opera. Tutto deve essere pervaso di gratitudine, riconoscenza verso il Padre per la salvezza che ha operato per noi per mezzo di Cristo.
18 Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore.
Con il versetto 18 comincia una sezione nuova delle esortazioni che viene chiamata tradizionalmente "codice o tavoletta domestica". Vi sono infatti contenute alcune indicazioni in forma imperativa relative ai doveri tra gli sposi, tra genitori e figli, tra schiavi e padroni. Esse si collegano direttamente al v. 17: tutto avvenga nel nome del Signore Gesù. Ciò viene declinato nella vita quotidiana. La fede in Cristo Gesù morto e risorto non propone nuovi modelli sociali o nuovi ruoli famigliari. Per sapere come comportarsi in famiglia i cristiani riprendono gli schemi socio-culturali dell'ambiente contemporaneo con i suoi valori etici e li filtrano attraverso un nuovo principio di interpretazione: la fede in Gesù Signore. Bisogna quindi conoscere la cornice socio-culturale in cui si pongono queste esortazioni. L'esortazione riguardante le mogli si richiama alla norma etica dell'ambiente antico che apprezzava l'ordine stabilito dalla tradizione e dalle convenienze. Il buon ordine richiedeva che le mogli fossero "sottomesse" ai mariti. Questo può essere inteso in senso nuovo alla luce della fede. Sottomesso in 1Cor 15,28 si riferisce alla sottomissione volontaria della fede che non implica inferiorità o sudditanza. Inoltre il come conviene può essere declinato secondo i tempi e le culture.
19 Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza.
L'esortazione rivolta ai mariti ci sembra poca cosa, ma dobbiamo pensare al tempo in cui fu espressa. Allora non era poi così ovvio che il marito dovesse amare la moglie, tanto più che il verbo usato è agapao, quello che indica l'amore gratuito di Dio manifestato in Cristo. Da qui deriva anche l'invito a non trattare con durezza le mogli, cosa che evidentemente succedeva spesso.
20 Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore.
Anche le indicazioni ai figli sono sbrigative, ma danno una nuova motivazione all'obbedienza. Non per paura, non per obbligo, ma a causa della fede nel Signore.
21 Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
Infine i padri vengono invitati a non trattare in modo troppo rigido i figli perché non perdano l'entusiasmo e la fiducia nella vita. Anche qui dobbiamo ricordare che i figli, anche se con buone intenzioni, venivano trattati molto duramente, talvolta ricorrendo a punizioni corporali pesanti (cf. Siracide 30,12 ).
Meditiamo
- Ripercorri le virtù che Paolo ha suggerito ai Colossesi e vedi se le stai realizzando o meno nella tua vita e nei tuoi rapporti con la tua famiglia e comunità.

- Qual è il mio atteggiamento verso il mio coniuge? Verso i miei figli? Verso i miei genitori?

- Qual è il mio atteggiamento verso i miei superiori? E verso i miei subalterni?

- Mi interrogo mai su come il Signore mi chiede di vivere le mie relazioni in famiglia?

 

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