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TESTO Una parola che può sconvolgere

mons. Antonio Riboldi

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/09/2002)

Vangelo: Mt 21,28-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. 29Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

E' sempre bello, quando si legge il Vangelo, che dà qualche sprazzo della vita di Gesù, immaginare quanto passava nella sua anima. Lui vedeva fino in fondo quello che c'era nell'uomo.

Ne conosceva e ne conosce le "bellezze" che Lui stesso coltiva con la Sua presenza e Grazia, ieri e oggi, ed anche le tante debolezze: le accoglienze del suo ineffabile amore ed anche le ipocrisie ossia "dei sì" che lentamente o presto diventano "no".

Ma sempre in tutto e su tutto cala il manto della Misericordia, ossia quella voglia di salvare tutti, invitandoci o ammonendoci, perché la Sua missione, l'intera Sua vita donata, aveva la sola ragione di salvare tutti, ma proprio tutti, nessuno escluso. Era grande il prezzo pagato per salvarci.

Ed aveva giustamente come un moto di sdegno ogni volta incontrava quella mentalità di catalogare gli uomini in buoni o cattivi: un giudizio che partiva da una giustizia che tante volte la gente si attribuisce senza alcun diritto: perché il solo giusto e giudice è Dio.

Lui sì che ci conosce fino in fondo e per fortuna nostra il suo giudizio è improntato alla misericordia.

Gesù non era ben visto dalla gente "perbene", che erano a volte gli scribi e farisei, più pronti a vedere la pagliuzza nell'occhio del fratello che la trave nel proprio.

Lo seguivano solo per giudicare il suo operato, la sua dottrina, desiderosi di coglierlo in fallo e quindi metterlo alla berlina come un imbroglione: come fosse un mago o una maga dei nostri tempi.

Non sopportavano che Gesù si sedesse a tavola con Matteo, che era ritenuto, come esattore di imposte, un grande peccatore, uno a cui non importava né Dio, né l'uomo. Era un peccatore.

Non riuscivano a trattenere il loro sdegno nel vedere la Maddalena ai piedi di Gesù nel bel mezzo di una banchetto in casa di Simone tra gente perbene ai loro occhi, mentre la Maddalena era conosciuta come una prostituta.

Vederla ai piedi di Gesù, bagnarli con le sue lacrime, come fosse un bagno di amore, che voleva cancellare una vita sbagliata, ed asciugarli con i suoi capelli, davvero suscitò scandalo.

E Gesù dà loro la risposta che tutti conosciamo: "A costei molto le è perdonato, perché molto ha amato". E' lo stile di Gesù: ieri, oggi, sempre.

Da qui il Vangelo di oggi: Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli: al primo disse: figlio, va oggi a lavorare nella vigna.

Ed egli rispose: sì, signore, ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli disse: "Non ne ho voglia": ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Dicono: "L'ultimo".

Gesù disse: "In verità i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E' venuto Giovanni a voi nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto.

Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli" (Mt.21,28-32)

E pare queste parole Gesù le rivolga a tanti, ma tanti di noi che continuano a credersi superiori a tutti, facendo sfoggio della loro appartenenza alla Chiesa e quindi a Cristo, ma di fatto, non sanno nemmeno dove sia la vigna del Signore;

ed ancora peggio, non mettono mai in discussione se stessi, come se la loro condotta, senza alcun serio discernimento o pentimento, fosse fuori da ogni motivo di condanna. Sembrano o sembriamo come il primo figlio che dice nel Battesimo, subito, "sì vado":

ma poi i passi si perdono per altre vigne che nulla hanno a che vedere con il Regno di Dio: sono vigne in cui viene calpestata ogni parola del Signore ed ogni senso di giustizia.

Ma guai dire loro: "Vedete che state sbagliando". Il meno che può capitare è che si offendano.

Nello stesso tempo osiamo trinciare giudizi su tutto e su tutti, come se noi tutti non sbagliassimo o fossimo peccatori.

Quante volte ci tocca sentire giudizi su persone, che sono come fare a brandelli ogni diritto alla stima ed alla misericordia.

Eppure quante volte, noi sacerdoti scopriamo anime che hanno il riflesso meraviglioso della misericordia del Signore: ossia si sono lasciate rifare la vita dalla grazia, dopo una vita completamente fuori strada!

Il racconto di una di queste anime mi ha commosso nel profondo del cuore, come trovandomi di fronte ai miracoli della giustizia. Per "fare soldi e quindi togliermi tanti capricci" mi raccontava, ho scelto di prostituirmi in luoghi di lusso.

Per un tempo. Un giorno entrai in una piccola chiesa. Mi sentii come morire, vedendo come la gente, che era in quella casa di Dio, mi guardava, come fossi una sporcizia gettata in un giardino.

I miei occhi pieni di lacrime per caso si posarono su un Crocifisso e mi sembrò che quelle braccia fossero tese ad aspettare un abbraccio. E così fu.

Accettai quell'abbraccio ed ora mi sento come una bambina rinata, piena di dolcezza, con un passato che è come fosse morto. Ora tutto è bello. Non solo, ma ho deciso questa gioia di trasmetterla a tante che conosco e sono come ero io un giorno.

Alcune lo capiscono, altre no: ma sono convinta che quelle braccia, che non mentono, attendono tutti.

L'unica ferita aperta, che mi rimane e mi fa male, è ricordare il giudizio della gente che mentre mi usava come fossi una cosa da niente, nello stesso tempo era come se, per lei, come persona non esistessi più con le fattezze di Dio, ma fossi solo un panno immondo.

Sono piene oggi le nostre strade di donne come quella dolce creatura. Le condanniamo, le cerchiamo, le usiamo e violentiamo la loro dignità, per pochi soldi, allo stesso modo come Giuda per pochi soldi vendette Gesù.

"Pubblicani e prostitute davvero passeranno davanti a noi nel Regno di Dio", Dovremmo riempire i nostri occhi e il nostro cuore delle tante bellezze, che ogni uomo possiede perché creatura del Padre.

E con quella dolcezza, che non osa mai giudicare né sé, né gli altri, comunicare la bellezza di una vita semplice, fatta di virtù e bontà: una vita ed una dolcezza che sia un invito ad affidarsi alle braccia del Crocifisso che attende, a cominciare da quelli che si credono dannati, o per convinzione o forse per essere stati sotterrati dal perverso giudizio degli uomini.

"Non temere il giudizio degli altri - scrive Quoist - Egli accetterà i tuoi limiti se tu, per primo saprai ammetterli. Difficilmente invece perdonerà se qualcuno, per vergogna o paura, cerca di ingannarlo volendo apparirgli ciò che non è. Dì pure: non so...non ne ho la forza...non comprendo. Sii te stesso.

Gli altri hanno bisogno di te, tale e quale il Signore ti ha voluto. Non devi mascherarti, né fingere, altrimenti defraudi il tuo prossimo...Noi siamo tutti incompleti, ma tutti gli uomini riuniti formano l'umanità e, nel Cristo, il Corpo Mistico. Abbi un solo desiderio: essere completamente, senza incertezze, ciò che Dio desidera da te...e sarai perfetto". (Quoist - Riuscire)

 

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