TESTO Il Buio, la paura e quel diventar grandi che forse non conviene
don Cristiano Mauri La bottega del vasaio
V domenica T. Avvento (Anno A) (15/12/2013)
Vangelo: Gv 1,6-8.15-18
6Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
16Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Il fatto è che, a un certo punto, smetti di aver paura del buio. Bisogna diventar grandi. E i grandi, si sa, han mica paura.
Così un giorno ti svegli e ti accorgi che le creature oscure che abitavano l'ombra se ne sono andate e con loro la paura. Hai vinto tu. Ora sei più forte, sei cresciuto. Non devi più dipendere dalla luce. Prima era una sicurezza, una certezza, di più: una salvezza. Appena cominciava a stringersi lo stomaco era sufficiente un clic. Via, tutto sparito, tanto il buio quanto la paura. Tutto grazie a lei: era un'amica, una sorella, quasi una mamma. Adesso però sei cresciuto, il buio non ti fa più paura e la luce... Già, la luce?
Beh, la luce è ancora utile al bisogno, resta una grande invenzione e rinunciarvi del tutto certo no, ma ora hai perfino imparato ad andare dalla tua camera alla cucina di notte senza nemmeno accenderla. E ripensi con un sorriso bonario alla piccola abat-jour a forma di angioletto che tenevi accesa di notte e che era "la tua salvezza".
Chissà se si può amare davvero la luce senza avere almeno un po' timore del buio.
Cominci ad accorgerti, pian piano, che non solo il buio non ti spaventa più ma addirittura comincia a piacerti. E' affascinante, misterioso, perfin romantico quando non è troppo cupo. E' buono per nascondersi e per nascondere, perfetto per fuggire, adatto per incutere timore quando lo indossi sul volto. E finisci, senza troppo rendertene conto, con l'amare di meno la luce. La usi, certo, quando serve e se serve, ma non è più una salvezza. Sei tu il padrone, della luce. Le volte in cui improvvisamente viene a mancare ti coglie un istante di panico. Ma è solo un attimo, il tempo di razionalizzare. il buio, ormai, te lo sei fatto amico e sei padrone anche di quello.
Se non fosse che il Buio ha tanti nomi e tanti volti oltre a quello di tenebra. Si chiama anche rabbia, disperazione, malattia, divisione, invidia, solitudine, emarginazione, povertà. E ha il volto del tradimento, della sconfitta, dell'assenza di futuro, del rancore, dell'indecisione, dell'ipocrisia e della menzogna. Il peccato. La morte. Il Buio è il Male in tutte le sue forme e in tutte le sue accezioni. Quello fuori di te, quello dentro di te. Ma anche di questo Buio, forse, non hai più così tanta paura, anzi sei costretto ad ammettere di giocarci volentieri e di sentirti quasi a tuo agio, con lui. Solo quando ti prende alla sprovvista colpendoti senza preavviso - che venga da altri o sorga dentro te - è ancora capace di turbarti. Almeno finché non ne riprendi il controllo. E la Luce? Ha tanti volti e nomi quanto il Buio, ovviamente uguali e contrari. E la vedi, la senti, dentro di te e fuori di te, in tutte le forme e accezioni del Bene. Ma anche questa Luce non è più davvero una salvezza. La apprezzi usandola al bisogno, se serve e per quanto serve.
Sei tu il padrone, del Buio e della Luce. Non ami né l'uno né l'altro, senza odiare nessuno dei due.
Gesù viene come la Luce del mondo, quella capace di abbagliare la tenebra più profonda, dentro e fuori di noi. E io vorrei tanto non aver mai smesso di aver paura del buio per avere ancora il cuore pronto, bruciante del desiderio della Luce.
Perché chissà se si può amare davvero la Luce senza odiare il Buio.
Verrà comunque la Luce, verrà.
E chissà che non mi colga di sorpresa.
In campo aperto e senza occhiali scuri a portata di mano.