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TESTO La gioia è un diritto e dovere di ogni cristiano

padre Antonio Rungi

III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (15/12/2013)

Vangelo: Mt 11,2-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

La terza domenica di Avvento è la domenica della gioia. Per la verità tutte le domeniche, tutti i giorni, tutti gli attimi della nostra vita sono motivo di gioia e danno gioia. Si tratta di comprendere il vero significato e senso della gioia cristiana che questa domenica ci vuole trasmettere per tre motivi principali: la vicinanza del Santo Natale, la parola di Dio incentrata su questo tema e l'insegnamento della Chiesa che indirizza il nostro modo di pensare ed agire da cristiani nell'ottica della gioia. Papa Francesco, con la sua recente esortazione apostolica "Evangelii gaudium", ci spinge a pensare ed operare nella prospettiva della gioia che viene da Cristo, unico salvatore del mondo. Sant'Agostino scriveva che per il cristiano la gioia è un dovere; da parte sua Santa Teresa d'Avila ribadiva che il Signore ama i cuori gioiosi, le anime sempre sorridenti; e san Giovanni della Croce sosteneva con forza che la gioia è il sole dell'anima: essa illumina colui che la possiede e riscalda tutti quelli che ne ricevono i raggi.

I santi di ogni tempo e dei nostri tempi, proprio perché immersi nella gioia di Cristo, hanno potuto ribadire la necessità di vivere nella gioia, con gioia e per la gioia. Da qui anche il magistero recente di Papa Francesco che ha voluto sottolineare l'importanza della gioia nella vita di ogni cristiano.

Nella prima lettura della liturgia odierna, dal profeta Isaia, è messo in risalto questo tema, guardando con speranza alla venuta dell'atteso messia e salvatore del popolo di Israele e indirettamente di tutta l'umanità. Israele è infatti il centro della religione di un Dio che si è rivelato ed ha comunicato, tramite Mosè, la sua salvezza, quella che tocca le profondità dell'essere stesso dell'uomo e della storia.

Non sono pie esortazioni le affermazioni del profeta, né un decalogo temporaneo per sperimentare la gioia del Natale, ma sono fondamentali atteggiamenti di vita che ogni cristiano deve sempre assumere per avere fede in Dio e viverla con coerenza, coraggio e capacità di rinnovarsi, anche davanti ai drammi più pesanti della vita personale e sociale. La gioia del Natale che vogliamo sperimentare alla luce di questo messaggio è questa capacità di guardare all'immediato futuro con speranza e fiducia nel Signore.

San Tommaso d'Aquino scriveva che "chi vuole essere migliore, deve possedere la gioia spirituale".

Sullo stretto rapporto tra gioia e speranza è incentrato il secondo brano della liturgia della parola, tratto dalla lettera di san Giacomo apostolo, nel quale ci invita alla positività ed alla costruttività in tutto, prendendo a modello il lavoro dell'agricoltore. La gioia cristiana è costanza nella fatica, nel rigenerarsi spiritualmente, dando spazio ad una vita interiore ed umana sempre più qualificata ed elevata, nel saperci accettare o sopportare, coscienti più che mai che abbiamo limiti e nessuno è esente dal peccato. Il cristiano che si guarda sinceramente dentro sa dove deve operare per migliorare se stesso e far migliorare gli altri. Scriveva il Beato Giovanni XXIII, prossimo Santo: "Cercate la gioia, portando dappertutto una nota di sincerità, di rettitudine, evitando ciò che è bugia e infingimento, perché dalla propria vita zampilli un fiotto continuo di acqua viva, che sale fino alla vita eterna".

Chi può darci il sapore e la consistenza di una gioia vera? Per un credente è fuori di ogni dubbio: è Cristo, il Messia. Ce lo ricorda con chiarezza il testo del Vangelo di oggi. Di fronte alla spasmodica attesa di Israele del Salvatore, Giovanni il precursore si fa portavoce delle istanze della comunità dei credenti.

Ecco i contenuti essenziali del Vangelo della gioia che siamo chiamati ad annunciare e testimoniare noi cristiani del XXI secolo e che Papa Francesco mette sotto i nostri sguardi con le prime parole della sua recente esortazione apostolica: "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia".

Fratelli carissimi, il Natale di quest'anno sia un Natale in cui davvero incontriamo Cristo nella sua parola, nei suoi sacramenti, nella sua Chiesa e soprattutto nella sua carità senza limiti. Con Gesù Cristo nel nostro cuore, sperimenteremo, nonostante le sofferenze e le prove della vita, la vera gioia che viene da Dio.

 

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