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Natale del Signore - Messa della Notte (25/12/2013)

Vangelo: Is 9,1-6; Tt 2,11-14;Lc 2,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,1-14

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Natale 2013. Quest'anno il Natale lo affronteremo partendo da Bertold Brecht, che nella sua opera letteraria "Weihnachtslegende" scriveva: Oggi, vigilia di Natale, - noi povera gente, sediamo, - dentro una stanza fredda - mentre il vento entra ed esce. Vieni da noi, caro Gesù, e guarda: - Poiché davvero abbiamo bisogno di te! (cfr. Fedichte, Berlin 1960, 105). Che attualità caro Bertold!
Natale...di noi povera gente, povera perché incapace di dire no alla globalizzazione del sentimentalismo rituale, povera perché incapace di relazioni che sappiano veramente scaldare la stanza fredda della nostra vita... povera perché incapace di trattenere tra le dita il venticello della calma spirituale per farsi trascinare dall'uragano del relativismo e della soddisfazione contingente... povera anche economicamente, per il peso della tassazione fiscale (47%), riduzione della capacità economica del proprio benessere.
Natale, forse, anzi, di sicuro invece è la nostra incarnazione ogni volta che, all'alba, i nostri occhi si aprono alla Vita. E' il rendere grazie alla Vita che "qualcun'altra" ha deciso, per noi, di donarci. Questo è Natale.
E questa "incarnazione", di ogni alba concessa, deve aiutarci a far sì che questo Natale quotidiano sia sempre un gesto concreto di attenzione e di amore prima di tutto verso noi stessi, poi verso l'altro, chiunque esso cercando di passare da gesti di "sdolcinato emotivo tenerume" a gesti di vera "tenerezza" relazionale e caritativa.
Natale è tutte le volte che sappiamo dire "ti amo", con una parola o con un gesto, a chi abbiamo sposato, o a chi pensiamo o vorremmo amare, anche quando le difficoltà familiari ed economiche, del lavoro e del sociale, del nostro essere cristiano nella comunità, ci farebbero gridare "basta", non ce la faccio più, voglio lasciare tutto...non è vita questa...ma chi me lo fa fare...
Natale...è anche quel tempo in cui vorremmo rimuovere, pur se per poco, il dolore, la solitudine, l'amarezza, l'incomprensione, la sfiducia, rifugiandoci in quella mangiatoia israelitica dove un Dio si è incarnato nella debolezza umana, fattosi carne in un figlio di due genitori umani, che contro ogni ragione umana hanno accettato di "condividere", un progetto unico, irripetibile nella storia, nel tempo e nello spazio... un progetto d'amore, un amore con la A maiuscola, un amore fatto di attesa, misericordia e salvezza.
E allora sarebbe bello che per una volta il Natale, in ogni Famiglia, sia solo uno scambio di doni "spirituali", di doni "relazionali", di doni fatti da un sorriso, da un grazie, da un perdono, da una accoglienza, da una lacrima di gioia, confezionati con la parola "Amore"...perché il Natale duri trecentosessantacinque giorni all'anno.
Dio ri-nasce sempre per noi e in noi! Ma noi?
Riflessioni:
- Ogni giorno sono capace di fare piccoli gesti d'Amore (leggasi Carità) come testimonianza di un cambiamento personale?

- Come coppia, come Famiglia cerchiamo di "ascoltare-vedere-agire" accogliendoci nelle nostre difficoltà e diversità con vicendevole condivisione?

- La mia e nostra vita è uno spot emozionale/commerciale o un impegnarsi a vivere uno stile di vita "più relazionale"?
Maria Grazia e Claudio Righi di Pisa

 

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